Antispecismo – Quando l’etica salverà la Terra. Introduzione al concetto.

Guardando la storia a ritroso, attraverso una piccola lente d’ingrandimento, si potrebbe dire che uno dei problemi dell’umanità, generalizzando, nasca proprio dal concetto aristotelico.  Questo, vede le donne come malformazione del sesso maschile e pone gli animali agli antipodi del meccanicismo poi cartesiano e così via.

Tutta colpa d’Aristotele! Verrebbe forse da dire a chi ancora oggi fortunatamente, si erge nelle ferventi lotte per i diritti delle donne e degli animali. La storia, sia da un punto di vista filosofico che pedagogico, è stata spesso teatro di barbare illazioni nei confronti dei più emarginati, al fine di assoggettare quest’ultimi, ai piedi di un riduzionismo dominante, pregno di antropocentrismo fine a sé stesso.

Illustri uomini e donne di pensiero, come il caso di Jean Jacque Rousseau ( grande sostenitore della libertà, dei diritti dell’infanzia e precursore del vegetarianesimo che tuttavia, seppur in modo a volte “caritatevole” alza un muro sul diritto emancipativo della donna del diciottesimo secolo), si sono posti come paladini anche solo su carta, di una necessità per la virtù dell’essere umano e della Terra, di andare oltre il proprio individualismo salvaguardando tutto ciò che ne risultasse sua vittima.

“Possiamo portare la pace su questo pianeta eradicando lo specismo” afferma in un’intervista, il noto attivista controverso Gary Yourofsky, e che cosa si intende realmente per specismo?
Lo specismo, termine coniato nel 1970 dallo psicologo inglese Ryder, ricalca la stessa radice semantica delle parole razzismo e sessismo, al fine di descrivere la condizione in cui la specie animale viveva e vive tutt’ora drammaticamente il proprio decorso sulla Terra.

Di opposto, l’antispecismo è tutto ciò che riveste nella maniera più etica e sostenibile possibile, un biocentrismo da cui l’uomo, si è sempre più allontanato. Avanzando nel tempo e nell’evoluzione prettamente tecnologica, il momento in cui le persone inizieranno a capire di non essere l’unica specie al mondo e che tutti, animali ed ecosistemi compresi fanno parte dello stesso fondamento di rispetto reciproco, morale e spirituale dell’uomo, allora la vera evoluzione potrà dirsi in dirittura d’arrivo.

Se da una parte, la considerazione dell’infanzia e della donna ha fatto e continua a fare un percorso arduo e sofferente negli ultimi due secoli, quello relativo alla soggettività degli animali e dell’ambiente, sulla cresta dell’onda degli anni 70, inizia a vedere la giusta luce che merita soltanto ora, affrontando non solo il problema di base, ma convivendo giorno dopo giorno con un cliché discriminatorio ormai quasi noioso e scontato.

Un personaggio rimasto fin troppo in disparte nel panorama contemporaneo italiano è il filosofo e giurista Luigi Lombardi Vallauri che, attraverso una sua personale lista, ha suddiviso in ordine di importanza i vantaggi che l’uomo avrebbe nel percorrere uno stile di vita etico ed antispecista, non solo per gli animali, ma anche per la propria elevazione spirituale e morale:

“Noblesse oblige, la nobiltà di essere uomo non porta privilegi ma obblighi”.

È stato l’unico infatti in Italia, a scrivere e pubblicare il primo trattato di Diritto giuridico attraverso un’attenta analisi legislativa, nei confronti del soggetto animale, al fine di smascherare le corrotte distorsioni a vantaggio del consumismo di massa e del “lusso” umano che ristagnano, in un codice che dovrebbe tutelare gli esseri viventi non umani, ma che fa tutt’altro.

Il tempo delle narrazioni è morto direbbe Lyotard nel suo saggio sulla condizione postmoderna, quelle narrazioni che sanno di filosofia, di elevazione filosofica che spingeva l’uomo a cercare un qualcosa al di là del mero consumismo o di un confortante ma sterile scientismo che allontana sempre più i propri figli dallo stato di uomo naturale.

Sarà l’etica dell’antispecismo a salvare il mondo dalla sua totale distruzione? Non possiamo dirlo con certezza ma, analogamente, basta guardare cosa ne è adesso per rendersi conto che, ciò che si è definito sessimo, specismo, razzismo ecc.… non solo non ha funzionato, ma ha ridotto la meraviglia della vita ad una svalutazione tale da rendere la Terra un posto irriconoscibile.

“La misura dell’intelligenza è data
dalla capacità di cambiare quando è necessario” A. Einstein

Valeria Fincato

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