BuoneNews: “Pianeta felice” n°20

Trentino: da anni il Trentino si è impegnato in un progetto di ripopolamento di orsi bruni, al fine di preservare la natura, contribuire alla diffusione delle differenti specie e all’equilibrio fra il territorio, la fauna ed il concetto di selvatico. È ovvio che la cronaca fornisca notizie di aggressioni che avvengono e vanno evitate nelle modalità migliori, adottando le buone pratiche che valorizzino il territorio, ma, allo stesso tempo considerino la centralità della persona umana e la sua protezione. Nella regione suddetta la tutela dell’orso è parte integrante della mentalità comunitaria molto sensibile al territorio, e per sentimento legittimo di appartenenza a luoghi caratterizzati da arte paesaggistica, e per quell’elemento selvatico che fa parte di chi dal cuore della biologia, del selvatico e del contesto naturalistico non si è mai separato. Dagli anni 90 è stato avviato un progetto della Comunità economica europea, Life Ursus, che ha di fatto consentito il ripopolamento degli orsi alpini con l’introduzione di nuovi esemplari provenienti dalla Slovenia. Decimato da anni di persecuzioni nel 1997 la rivista Airone ha denunciato il fatto che si contassero fra le Alpi solo tre vecchi esemplari; dopo anni di dibattiti parlamentari ha preso il via una delle più grandi operazioni faunistiche mai realizzate al mondo. Secondo l’ultimo Rapporto stilato dalla Provincia Autonoma di Trento nella parte occidentale del Trentino si possono contare fra i 50 ed i 60 orsi. È essenziale che vi sia un monitoraggio continuo e costante atto a garantire la migliore qualità di vita a questi esemplari privilegiando però il settore della sicurezza: due discorsi conciliabili che non diano però vita né a fenomeni fanaticamente animalisti, né ad allarmismi di violenza contro la fauna, la quale rende ancor più belli e caratteristici i territori, sempre che la stessa fauna non si rivolti contro l’uomo. Grazie all’orso negli anni 90 sul territorio della penisola è stato possibile far nascere dei grandi parchi naturali; l’orso può essere nobile, mansueto e alla distanza anche amico. Di solito ha una postura di 2 metri e quando si alza in piedi vuole semplicemente perlustrare il contesto intorno a lui, monitorare la presenza di altri esseri viventi e fiutare l’aria. Non facciamo noi gli orsi e con prudenza accogliamo gli orsi amici difendendoci da quelli bulli. Non è una tesi animalista, ma di buon senso. I forestali, gli addetti ai lavori politici e non ed i tecnici sono alla ricerca di migliorie e nuove soluzioni in tal senso. Aspetti culturali e storici si intrecciano, la leggenda e la narrazione di storie e racconti di fascino testimoniano quanta natura incontaminata ci riportino questi esseri viventi e che la biodiversità deve andare di pari passo con la sicurezza.

Vienna: il Corriere della Sera organizza gite con i suoi lettori alla scoperta delle preziosità dell’Europa e del resto del pianeta, mettendo sulla stessa armonia attraverso una sintonia fra lettori e giornalisti il gusto della scoperta. Con Maria Serena Natale, vicecapo redattore degli esteri, restando dunque sul territorio delle relazioni internazionali( del resto nel concetto di relazione esistono tanti elementi psicologici e filosofici, e la stessa antropologia può spiegare i rapporti fra le Nazioni, considerando che esse sono composte di persone) sarà possibile fra il 19 ed il 22 ottobre andare all’avanscoperta di Vienna indagando  profondamente la città nei suoi aspetti segreti fra le vie e i palazzi sontuosi, fra l’arte che  si fa musica e le sette note che combinandosi elevano l’arte stessa, stagliandosi sul contesto e sulla panoramica e impreziosendo un territorio che ha visto la nascita od il passaggio di autentici geni. Se Vienna potesse parlare sarebbe una sinfonia di aneddoti. Buon viaggio.

Bologna: facciamo un volo in Italia, zona centronord nella bella ed accogliente Bologna, per affondare le mani fra le radici della storia. Oggi domenica 22 ottobre verrà eseguita un’opera di disinnesco e brillamento di una bomba risalente alla seconda guerra mondiale; l’ordigno è stato ritrovato in via dell’Arcoveggio nella zona dei centri sportivi. Visto il peso dell’ordigno la zona rossa è stata stabilita in un raggio di 100 metri dal punto dove è stata ritrovata. Gli artificieri dell’Esercito del Reggimento Genio Ferrovieri saranno i responsabili della delicata azione per poi far brillare l’oggetto storico in una zona sicura. In bocca al lupo ragazzi da Different Magazine.

Basilicata: stiamo assistendo negli ultimi anni ad un’inversione del vecchio meccanismo tutto industriale ed urbano che prevedeva il graduale trasferimento delle persone componenti una popolazione dalle aree rurali a quelle urbane, alla ricerca ed alla caccia di migliori condizioni di vita. Molti paesi si sono spopolati e a quei paesi gli uomini e le donne tendono a dedicare le loro idee, i loro pensieri, le loro riflessioni per poi ritornarci, forse per nostalgia della natura, forse per un congenito amore per la parte selvatica di loro stessi, oppure per un istinto ancestrale. Rocco Galicchio è un giovane artigiano che ha deciso di rientrare nel paese di origine, Calvello, per sancire il rinascimento di una specificità artigianale della ceramica, ricavata dall’argilla e qui importata dai monaci benedettini di Faenza nel tredicesimo secolo. Galicchio è andato a farsi le ossa nelle botteghe di Montelupo fiorentino. Lo stesso artigiano amante della sua comunità di appartenenza è consapevole che fin dal 200 il suo paese e la sua regione hanno avuto una consolidata tradizione artigianale. Appena ha constatato la chiusura della gran parte delle botteghe non ha avuto dubbi: è tornato nella terra natia ed ha riaperto bottega. Bravo Galicchio, il Rinascimento italiano riparta dalla cultura, dall’arte e dall’artigianato. Sarà l’aria lucana ad ispirare, sarà quella natura, semplice, pura, incantevole, sarà il territorio dove è presente il borgo di Craco, una scultura di pietre circondate dai calanchi. Qui Mel Gibson girò la scena dell’impiccagione di Giuda in The Passion.

Le periferie: la globalizzazione ha determinato la struttura delle megalopoli ed ha reso le metropoli mondiali ed europee delle città policentriche, acuendo però allo stesso tempo la distanza fra i tanti centri dell’economia, della politica e della società e le periferie del disagio, del degrado e dell’esistenza. Questa presunta omologazione globale ha uniformato le mode e talvolta i modi di pensare, anche sul nulla, ma ha peggiorato la situazione dei più sfortunati. Tuttavia in Italia negli ultimi anni, pur se pochi, ci sono stati dei tentativi di valorizzare le periferie, anche grazie allo sforzo congiunto di associazioni cattoliche e laiche ed istituzioni culturali. Fino al 6 dicembre la Casa della Memoria e della Storia di Roma dedicherà una serie di appuntamenti alle borgate della capitale, dalla nascita ed evoluzione fino all’attualità che le vede zone di confine. Milano invece ospiterà fra il 16 ed il 19 novembre la città dei libri, un’iniziativa per impreziosire la narrativa urbana itinerante, attraverso racconti, fotografie e mostre.

Firenze: dal 21 settembre 2017 al 21 gennaio 2018 Palazzo Strozzi sta celebrando la bellezza e la sontuosità del Cinquecento a Firenze. Si parte da Michelangelo, si passa per Pontormo e si arriva al Giambologna, con l’occasione di riprodurre rari momenti di bellezza oggettiva e di insegnamenti di contenuto e di forma attraverso la fotografia del pennello e dello scalpello di uomini testimoni del loro tempo. Geni che ci hanno donato civiltà, regalato attimi di riflessione e di cultura. Il tutto nella patria dei sapori e dei saperi. Perché Firenze e l’Italia tutta ce lo insegnano: bisogna ripartire dalla storia per fare la storia, e dall’arte per ricostruire la grande Bellezza, quella vera, quella di una civiltà e di una tradizione.

Roma: la capitale tanto bistrattata negli ultimi tempi è pronta ad impressionarci dal suo cuore territoriale che pulsa grazie ai cromatismi ed ai colori di Monet. Dal 19 ottobre al Vittoriano i capolavori dal Musèe Marmottan di Parigi li troveremo presso l’Ala Brasini. Si tratta di 60 opere, con la possibilità per noi visitatori di toccare con mano l’interiorità dell’artista negli sguardi oggettivi dei paesaggi e dei contesti, con quel tocco geniale di passione ed energia pronto a dissolvere l’unità razionale della natura in tanti flussi di idee ed interpretazioni che corrispondono ad un moltiplicatore di emozioni. C’è tempo fino al giorno 11 febbraio.

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