Calabria e Mezzogiorno: il destino che non si avvera mai!

Saverio Raimondo, conduttore di CCN su Comedy Central, ha sintetizzato in un paio di battute quello che è il “destino che non si avvera mai” della Calabria, e comunque del Sud in generale.

 

“Il turismo spaziale ci salverà?” “Bah, non siamo riusciti neppure a valorizzare la Calabria, ora tentiamo con i bastioni di Orione!?”

Saverio Raimondo, conduttore di CCN  su Comedy Central, ha sintetizzato in un paio di battute quello che è il “destino che non si avvera mai” della Calabria, e comunque del Sud in generale.

La crisi.

La crisi ha gravato al Nord come al Sud, sulle aree metropolitane come sui comuni più piccoli. Perdita del lavoro, difficoltà a trovarlo e caduta in povertà hanno raggiunto ogni angolo dell’Italia.

Nonostante ciò l’Istat nel rapporto 2016 “Noi Italia” fotografa la ricchezza del Nord Ovest (30.821 euro di Pil pro capite) al doppio di quella del Mezzogiorno (16.761).

L’elemento più evidente è che la crisi addenta e approfondisce la spaccatura dell’Italia unita postrisorgimentale, decretando che a Mezzogiorno si muore.

Ciò che ha agito in modo combinatorio sulla decrescita del Pil al Sud Italia è il lungo declino degli occupati maschi (età 20-64 anni) insieme alla mancata crescita dell’occupazione femminile.

La fuoriuscita poi dal Centro-Sud di giovani e adulti dai 20 a 45 anni (1 milione 600 mila persone in quindici anni), trasferitisi nel Centro-Nord disegna una nuova tornata di migrazione interna non piccola a confronto con gli anni ’50-’60.

Rimozione collettiva.

Come in ogni paese di Bengodi, l’attenzione sulle buone notizie si attiva. E sulle brutte notizie si spegne. Le analisi sul pamphlet NoiItalia Istat 2016, sullo stato Paese Italia, hanno sottolineato che il Sud d’Italia mostra la cattiva coscienza di chi ci ha governati da anni fino ad oggi.

C’è un passaggio di Massimo Cacciari, riferito al percorso dell’Europa, che, a mio parere, si adatta bene a esprimere la ragione-necessità della ribalta per il Sud e per la Calabria, in particolare.

Recita:“Per guarire i mali della città bisogna saperne il passato; per renderla obbediente alla giustizia ed eliminare i suoi riti più duri e barbarici occorre conoscerne l’origine vera, arrischiare il viaggio nell’ àdelon, nel non evidente, in ciò di cui sembrava impossibile potesse esservi hìstor” (da Geofilosofia dell’Europa, Massimo Cacciari, Adelphi ed.1994).

Dettagli, quisquilie, pinzillacchere.

Prenderò in considerazione alcuni dettagli. Perché solo chiarendo il non detto si fa luce sui problemi strutturali esistenti e si inizia un processo di rigenerazione reale.

Migrazione dal sud verso il nord significa meno giovani e meno figli; meno lavoro a sud corrisponde a minore possibilità di formazione di nuove famiglie.

A meno lavoro corrisponde povertà assoluta che a Sud si attesta sul 10% (6,7% Nord).

La povertà assoluta si distribuisce a Nord soprattutto su formazioni familiari operaie fatte di stranieri; a Sud si spalma su famiglie soprattutto di italiani, con capofamiglia disoccupati, con nucleo di anziani, famiglie numerose con bambini, giovani famiglie o famiglie con madri sole.

Fatto 100 il reddito medio disponibile pro-capite delle famiglie italiane a Nord, quello delle famiglie del Sud rappresenta il 63%, con Campania, Calabria e Sicilia in fondo alla classifica e Bolzano, Lombardia e Emilia-Romagna in vetta (Linda Laura Sabbadini, La Stampa, 17.12.2016).

In altre parole, la distanza tra ricchi e poveri è maggiore al Sud che nel resto d’Italia o anche d’Europa.

Ogni anno arriva l’estate, anche in Calabria.

Ogni anno arriva la stagione estiva e ogni anno assistiamo al bailamme di interviste ai politici locali con ricette sempre parziali che finiscono per confondere le cause (sottosviluppo calabrese) con gli strumenti (piano turistico).

Se voglio far ripartire una regione dal turismo, devo per forza avviare o aver avviato lo sviluppo, altrimenti che cosa metto sul piatto del BIT Nazionale?

Che significa sviluppo? Il turismo funzionerà se avrò preparato l’ospitalità per i flussi e questo significa infrastrutture per trasporto aereo, marittimo, ferroviario e stradale (dalle autostrade alle strade di montagna).

Ospitalità significa accoglienza: dai ricoveri-alloggi alle politiche di prezzi uniformi e in equilibrio con quanto viene offerto.

Vogliamo dirla tutta. Se Calabria è agricoltura e turismo, allora affrontiamo i nodi. Se spendessimo al meglio i fondi Ue potremmo pensare di far bene, come in un effetto domino positivo, anche nei settori che danno lavoro: agricoltura e turismo, per l’appunto.

Fondi rispediti allo Stato perché non utilizzati.

2.693.000 euro destinati al diritto allo studio e disabilità sono stati restituiti  (la notizia è dell’ottobre 2016). Pronta la rettifica dell’assessore al lavoro:”Ma si trattava di fondi della precedente giunta!” E già!

Le spese per le società partecipate restano ancora alte, hanno sforato di diversi punti percentuali il limite imposto con una mancata riduzione dal 10% al 30% (notizia del febbraio 2017). Qualcosa si è fatto, ma molto rimane da fare!

Le mazzette e la distrazione fondi Ue destinati al credito sociale sono finite nelle mani di un comitato d’affari mafioso, dunque connivenze interne alla regione con appartenenti al clan Mancuso. Un’operazione a costo zero per il comitato d’affari, ma che ha pesato – e non poco – sui bilanci della Regione (notizia del febbraio 2017)

Conclusioni.

Nel 2014, per i passati Fondi Strutturali 2007-2013 è importante un dato. Nel Mezzogiorno, il 57% delle regioni, Campania, Calabria e Sicilia, hanno faticato a impiegare le risorse dei fondi FEsr a disposizione.

A livello settoriale il ritardo ha riguardato soprattutto i programmi per la cultura, il turismo e le infrastrutture di trasporto.

Vale a dire proprio in quei settori cardine che il Sud dovrebbe usare come leva per uscire dalla crisi (inchiesta Repubblica_2014).

In occasione di una visita in Italia, nei primi giorni di marzo 2017,  la commissaria europea per la Politica regionale, Corina Cretu, si dice preoccupata per il Mezzogiorno, a cui va l’80% dei fondi destinati all’Italia.

C’e’ un problema di capacità di assorbimento e non vediamo la crescita e i posti di lavoro che ci aspettavamo”.  

Ha aggiunto, inoltre: “Ad incidere negativamente ci sono la localizzazione specifica di alcune mafie e organizzazioni di questo tipo e la debole capacità amministrativa delle regioni del Sud (regioni.it)

Come darle torto!

Fonti

sempre peggio al sud

il grande spreco dei fondi strutturali

fondi Ue Cretu preoccupata per sud

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