Il codice di condotta delle ONG resta al centro dell’attenzione politica interna ed europea e di quella mediatica.

Il codice di condotta delle ONG resta al centro dell’attenzione politica interna ed europea e di quella mediatica. In queste ore la ONG spagnola Proactiva Open Arms si è dichiarata pronta ad aderire al codice, mentre l’organizzazione francese SOS Mediterranée è in trattativa con il Ministro degli Interni italiano.

Il Ministro Minniti continua a lavorare per ottenere il consenso e la firma di tutte le ONG, nonostante Medici senza Frontiere abbia ribadito di non essere disposta ad aderire al codice di condotta e sia la nave Iuventa sia la Sea Watch – della ONG tedesca Jungend Rettet – siano state poste sotto sequestro dalla Procura di Trapani. L’eventuale adesione di tutte le organizzazioni al codice di comportamento consentirebbe all’Europa di continuare ad operare nel Mediterraneo, attraverso l’essenziale intervento delle ONG che, sino ad oggi, hanno salvato migliaia di migranti. Regole comuni che permetterebbero all’Europa di accertare capillarmente la regolarità delle operazioni di save and rescue e di individuare tempestivamente i trafficanti.

Il Ministro degli Interni italiano è stato così oggetto di elogio in Europa e di critica in Italia. Il nostro paese infatti non smette di stupire, tanto che da più fronti Minniti è stato accusato di adottare una strategia chiaramente di destra rispetto all’emergenza migranti. Ad inasprire lo scontro sul codice di condotta, le dichiarazioni rilasciate al quotidiano Repubblica del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Del Rio. Quest’ultimo ha infatti espresso dubbi sul valore etico del codice di condotta, affermando che, sebbene l’Italia non possa accogliere i migranti senza un limite – essendo prossima ad un collasso – sussiste però un dovere morale di salvarli, anche qualora si presentino episodi controversi, come quelli che hanno coinvolto la nave Iuventa, ora sotto inchiesta.

Il dibattito politico interno sull’emergenza migranti – dal codice di condotta delle ONG, agli interventi della Guardia Costiera italiana nelle acque territoriali libiche, all’apertura e dislocamento dei migranti nei centri di accoglienza – è oramai la punta di diamante dei leaders politici, in vista delle prospettate elezioni politiche a scadenza naturale dell’attuale legislatura. Il leader del Carroccio alza i toni dello scontro politico, minacciando lo scrittore Roberto Saviano, che su Facebook lo ha esortato ad evitare affermazioni volte ad alimentare il razzismo e la paura del popolo italiano verso i migranti. Salvini incalza ed ammonisce il Presidente della Repubblica Mattarella, il quale, sul tema dell’accoglienza ai migranti, ha inoltre ricordato gli emigrati italiani morti nel disastro di Marcinelle, affinché ogni italiano non cada nell’errore di demonizzare i migranti di oggi.

Eppure, mentre non si fermano gli sbarchi sulle coste italiane, la decisione del Comune di Ventimiglia di aprire un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati – di appena 30 posti – gestito dalla Croce Rossa Italiana ha generato la protesta della comunità locale, scesa in strada, per manifestare il proprio dissenso e l’esigenza di porre un freno all’accoglienza. Le derive populiste e propagandistiche delle Destre sembrano così sortire il loro effetto. Preoccupato, il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, invita perciò il centro sinistra ad evitare divisioni e a sostenere il Governo Gentiloni sul tema dei migranti. Soprattutto in vista dell’attesa discussione in Senato sullo Ius Soli, la cui approvazione, secondo lo stesso Renzi, consentirebbe di operare in modo più equilibrato in merito all’accoglienza dei migranti. Un obiettivo, quello di evitare frizioni interne al partito, non facile da mantenere per il centro – sinistra ma, non a caso, considerato strategico da Matteo Renzi, al fine di porre un freno a derive populiste e di chiusura del Paese. Ed essenziale per il Partito democratico, per affrontare al meglio la campagna elettorale sul caldo tema dell’emergenza migranti che, inevitabilmente, s’intreccia anche con quello della sicurezza, rispetto al quale le Destre hanno sempre avuto la meglio.

L’Europa e l’Italia sperano che il Codice di comportamento delle ONG abbia effetti positivi su più fronti. L’idea di regole comuni è arrivata forse tardi, rispetto ad un’emergenza che dura da anni e dietro la quale non si può escludere il coinvolgimento di organizzazioni criminali, che speculano sulla disperazione di migliaia di esseri umani. I trafficanti e coloro che vi collaborano devono essere considerati gli unici veri nemici dell’Europa. Muri, fili spinati o la prospettiva di una probabile morte in mare – qualora i più in Europa scegliessero la strada dei respingimenti in violazione del diritto internazionale – non potrebbero di certo scoraggiare uomini, donne e bambini disperati.

Chiara Colangelo

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