Intervista alla band “Dei Perfetti Sconosciuti”: le belle canzoni sopravvivono ai loro autori

I “Dei Perfetti Sconosciuti” sono una band nata nel 2013 che dopo l’uscita del singolo “Mille pezzi” si presenta al pubblico con l’omonimo album d’esordio prodotto da Alex Marton.

I componenti del gruppo sono: Paolo Ronda, Nicola Grisafi, Enrico Angeloni, Giulio Colombini e Giacomo Dell’ Immagine.

  • Buonasera ragazzi. Il vostro album è stato anticipato dal singolo “Mille pezzi”. Intanto mi complimento per il brano. Che messaggio si cela?

È un messaggio di smarrimento e speranza insieme.
Il brano parla del meccanismo che spaventa e immobilizza chi si trova di fronte a una decisione impegnativa che sa che porterà grossi cambiamenti nella sua vita. Siamo costantemente in questa condizione sia in relazione alla nostra vita lavorativa / artistica che, e soprattutto, nella sfera del personale.
Quello che voglio trasmettere è che malgrado la nostra resistenza, il cambiamento trova sempre la sua strada e modifica il nostro modo di vedere. Tutto ciò che facciamo ci porta verso quello che amiamo o che pensiamo possa farci stare bene e a quel punto di consapevolezza accettiamo il cambiamento, diventiamo il cambiamento.

  • Che sonorità si troveranno all’interno del vostro primo album, dal titolo “Dei Perfetti Sconosciuti”?

La matrice musicale è il pop rock dal sapore internazionale, potrei farti dei nomi quali Muse o Foo fighters per darti un’idea. La voce invece segue più il cantautorato alla Battisti, che a mio avviso era molto avanti come concezione della musica rispetto ai tempi in cui produceva.

  • Siete nati nel 2013 ma solo ora pubblicate il vostro disco. Come avete vissuto questi anni?

I primi anni di una band sono caratterizzati dalla ricerca di una formazione stabile e di una identità musicale. Poi, siamo abbastanza perfezionisti, e questo ci ha portato a non far vedere la luce ai demo che abbiamo registrato nel frattempo. Abbiamo atteso di avere un prodotto professionale e una formazione stabile prima di presentarci al mondo discografico ed al pubblico.

  • La scelta del nome della band è singolare. A cosa si deve questa decisione?

È un modo per rimarcare che siamo musicisti e compositori, e poniamo fortemente l’accento sull’aspetto musicale del progetto. Non abbiamo, per esempio, intenzione di vestirci in modo strampalato per attirare l’attenzione del pubblico ma speriamo di farlo componendo musica con grande cura dei dettagli e scelte originali, e non di meno con liriche che possano emozionare.

  • Rifacendomi alla vostra dichiarazione “Non importa chi siamo, ascoltate il nostro messaggio”; non è un ossimoro essere dei musicisti e nello stesso tempo non voler apparire come persone?

Apparentemente potrebbe sembrare un ossimoro, ma la storia ci dice che le belle canzoni, quelle che diventano immortali, sopravvivono ai loro autori e diventano quasi un patrimonio culturale delle persone, e quando succede vuol dire che l’artista ha perfettamente usato la musica per quello che è, un mezzo di comunicazione.

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