“La Glaciazione”: uno spettacolo meritorio e indispensabile. Dal 24 al 29 ottobre al Teatro Trastevere

La Glaciazione

dal 24 al 29 ottobre 2017

Scritto e diretto da

Marco Tomba

con

Alessio Binetti, Nicolò Matricardi,

Jordi Montenegro e Donatello Tagliente.

scenografie Aware Teatro

“E se mi viene il mal di mare?” cit. Marco Tomba

Futuro non troppo remoto. Il mondo è cambiato, le leggi della fisica sono impazzite e, senza un valido motivo, il tanto “temuto” cambiamento climatico o riscaldamento globale si è infine verificato… Solo che al contrario: “Dove prima faceva caldo ora fa fresco, dove prima faceva fresco ora fa freddo, dove prima faceva freddo ora fa freddo freddo e dove prima faceva caldo caldo ora si sta da Dio.” La mite pianura padana è diventata una enorme lastra di ghiaccio, la tanto odiata nebbia ora è una neve costante che non cade mai. Le beneamate riviere romagnole non sono altro che approdo per le foche monache. Il circolo polare artico ha raggiunto l’Inghilterra e Londra è stata invasa dagli orsi polari. “L’Italia è diventata una terra inospitale, le coltivazioni sono congelate e i pascoli si sono tramutati in tundra: non è più possibile allevare animali come mucche e maiali. E la mozzarella di yak fa decisamente schifo.” La vita non è più quella di una volta, il lavoro non è più quello di una volta, le case non sono più quelle di una volta, ma soprattutto il cibo non è più quello di una volta. Risultato: migrazione generale. Verso sud, verso il caldo, verso pianure sconfinate per la prima volta fertili: Le Grandi Pianure Sahariane. Ed è proprio in questo contesto “catastrofico” che quattro giovani italiani si trovano alle prese con un viaggio improbabile: una traversata del Mediterraneo a bordo di una imbarcazione improvvisata.

“Riusciranno nella loro impresa epocale?

Cosa troveranno al loro arrivo?

Ce la faranno a realizzare i propri sogni?”

Credo fermamente che questo spettacolo meriti di essere visto da molti; questo in quanto in maniera originale e ironica riesce ad affrontare una tematica attuale e fonte di diatribe: l’immigrazione.

Cosa accade quando si rovescia la medaglia? Quando il vincitore diviene vinto? Accade che ci si rende conto di essere tutti uguali al mondo, o forse no. È la diversità a renderci unici e nell’unicità ci si ritrova simili: sogni, speranze e dolori accompagnano la vita di ogni uomo; uomo diverso nel colore, nei desideri e nella lingua ma uguale nella natura di essere umano.

Quattro i personaggi sul palco; quattro le persone che affrontano una traversata per raggiungere l’Africa e scappare da una terra, l’Italia, ormai divenuta impervia a causa della glaciazione. I sogni sono tanti: riunire una band, aprire una trattoria, trovare la normalità attraverso un lavoro e una donna con cui mettere famiglia, stabilizzarsi per mandare i soldi ai genitori rimasti in Italia.

Non tutti i sogni, purtroppo, sono destinati a realizzarsi e a volte la vita è più brutale di ciò che si pensa.

La messa in scena è semplice ma efficace: è facile immaginare gli attori in alto mare, a bordo di una zattera, aspettando il vento! Vento che tarda ad arrivare e quindi le giornate si susseguono tra litigi, strimpellate alla chitarra e racconti: racconti del passato, della glaciazione e dei progetti ancora da conseguire.

L’Africa diviene la terra promessa da raggiungere: sarà una promessa mantenuta?

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