I pedofili devono essere fermati. Quando il web aiuta la pedofilia. L’irresponsabilità degli adulti regge il gioco del pedofilo

In una stanza, al buio, anzi no, con i pianeti che girano e si riflettono sul soffitto che sembra illuminato come con un astroscopio. Tutto fa presagire tranquillo sonno di bimbo. Nel silenzio di una notte così calma, qualcuno si aggira potente della sua “voglia”. Sa che è inumano, sa che è sulla via del male, ma non si trattiene. Percorre il corridoio, entra nella stanza del suo cucciolo (M.R.)

Uno schermo acceso riflette luce fosforescente con i colori di immagini di bimbo, si susseguono scatti continui, vecchia abitudine quella di archiviare le foto che ha ripreso ovunque, al parco, ai giardini sotto casa, all’uscita da scuola di ragazzi con quella luce negli occhi. Anche lui sa che non è innocente fino a prova contraria. Davanti alla sua coscienza è giustificato, l’hanno avvicinato anni addietro davanti scuola (M.R.)

Aumentano i files, quelli che chiamiamo Xfiles, noi della cerchia ampia come un oceano, senza fissa dimora, virtuale, evanescente, che si ciba della disattenzione degli adulti e della innocente vezzosità dei bambini. E noi qui a tirare la rete buttata come di paranza. È troppo semplice, troppo semplice cadere in tentazione. E poi mi batto il petto ogni giorno e ogni notte sono qui a raccogliere fiori lucenti che imbratto con la mia lordura (M.R.)

Esistono contromisure da adottare e gli adulti sono chiamati a riflettere e agire nell’immediato.

L’informazione è un dovere civico. La corretta informazione aiuta a imparare a scegliere.

Attenzione al mondo reale e al virtuale.

Se ieri Internet sembrava soltanto un mondo libero, già le prime avvisaglie che potesse nascondere insidie erano nell’aria. Qualunque mezzo tecnologico comporta danni collaterali.

Si aveva l’impressione di uscire da casa e incontrare persone in un luogo più ampio. Sensazione di libertà! Ma come ogni luogo-non luogo, quale è il web, racconta meraviglie e sembra il giardino incantato in cui rischi di perderti se non hai una buona bussola, che è la tua capacità di discernimento.

Insomma è un mezzo, non puoi dimenticare che ci sono regole di fondo per non incappare nel cattivo compagno di strada. Poi devi tenere presente che ci sono i cattivi maestri e quelli è necessario ri-conoscerli e passare oltre.

Le prime chat davano sensazioni di gratificazione. Dietro lo schermo a volte non sapevi se c’era un bot, un robot, tanto per capirci. Ma facevi attenzione e con qualche astuzia di comunicazione, riuscivi anche a scoprirlo. Penso alle vecchie chat di Lycos.

Oggi, sono così tanti i meccanismi di falsa comunicazione che devi avere un saldo senso della direzione per non rimanerci impaniato come un uccelletto.

Finché le panie sono leggere, parlerai di una cattiva esperienza e andrai oltre. Se si è tra adulti, lì scatta la responsabilità reciproca di finirci dentro ai siti porno, a quelli isiseggianti o deliranti. La responsabilità individuale è di chi sa quello che sta facendo.

Non bisogna mai dimenticare di essere persone e di poter decidere e scegliere.

Quando internet incontra un bambino, una bambina, un adolescente, allora sì che la faccenda si complica.

I social socializzano, ma fanno anche male.

I “social” non sono innocui come sembra insito nel nome: se è social sembra di per sé positivo.

E invece l’illusione può costare cara.  Perché la vecchia regola dello ‘stai attenta/o quando esci sulla strada’, vale non solo nel mondo reale, ma soprattutto nel mondo virtuale.

I buoni compagni e i cattivi compagni sono ovunque. Così come tu ti ritrovi nelle mani un mezzo veloce per farti conoscere nel web, altrettanto veloci e anche di più, organizzati, sono presenti coloro che vogliono conoscerti al di là di ogni tua intenzione.

FaceBook, che significa alla lettera Libro delle Facce, non mostra sempre e veramente la faccia del tuo interlocutore, se non lo conosci già in reale.

Si tratta di una idea nata da un vecchio sito web che confrontava le foto che gli studenti caricavano, affinché venissero valutate in base al canone dell’estetica. Figuratevi i non adoni cosa si raccattavano di commenti!

E già in questo ci vedo i prodromi di quello che è uscito fuori del cyber bullismo.

Ma forse sono esagerata!

Cos’è accaduto con Facebook.

Da quando è nata la piattaforma FB, nel 2008 ad oggi, ha raggiunto 1 miliardo e mezzo di iscritti in tutto il mondo.

Fate il calcolo di un pensiero soltanto a testa caricato sulle pagine di ogni profilo e forse vi verrà la vertigine.

Dicevo che alla stessa velocità con cui carichiamo foto, pensieri, video privati che non sono più tali, altrettanto pedofili e pedopornografi scaricano a fiumi questo oceano infinito di dati. La scrematura è già nei codici di controllo dei download.

Così può capitare e anzi capita sempre di più che ti ritrovi la foto di quel paffuto bambino o vispa ragazzina in pose più che innocenti in chissà quali video o foto per il diletto di una torma di pedofili.

Questa è la verità quando si dice di non caricare foto di bambini e agli adolescenti si consiglia di non fare un selfie ogni minuto secondo in qualunque ordine di posizione.

Sono troppe, addirittura esistono chat dedicate ai bambini.

Il commercio di questi dati va letteralmente a ruba e nel dark web si mimetizzano i padroni di tutta questa sporcizia. E anno dopo anno, nonostante i controlli da parte delle polizie e anche delle multinazionali del web, la “cosa”, avete presente l’immagine del film, quella cosa nera vomita per ogni dove e non accenna a fermarsi.

Ora, in questo momento, per rendervi conto di quante trappole possono esserci, al di là delle buone intenzioni di far socializzare i propri figli nel web, provate a digitare semplicemente “chat per bambini” e vi verrà googlata una sfilza di voci, quali “chat per minorenni, chat per bambini di 11 anni, di 14, etc etc”, già alla fine della parola ‘bambini”, ancora prima di dare l’Invio.

Se teniamo presente che Google è un motore di ricerca assai rispondente, si può presumere che i risultati escano fuori da milioni di persone che digitino questo tipo di richiesta con una certa frequenza.

Non vi fa venire i brividi soltanto questa annotazione!?

E nonostante ciò, l’immissione di foto di bambini inermi continua. L’ultimo rapporto di Meter, una Onlus che collabora con la Polizia postale, ha censito 2 milioni di immagini in più rispetto al 2016.

Dropfile: chi è costui!? E consimili.

Dicono nel rapporto quelli di Meter:<<Grazie a servizi come Dropfile, che consentono lo scambio temporaneo di file, ci si dà appuntamento virtuale su una chat, si rende il materiale disponibile al massimo 24 ore e poi lo si cancella. In questo modo la finestra in cui le autorità possono intervenire si restringe notevolmente>>.

Male! Io posso aggiungere, e basta poco per saperne; è sufficiente cercare e si trovano dei siti che offrono servizi di scambio di file completamente anonimi, ossia senza necessità di registrazione, e sono ben 7.

Si specifica nel link da me visionato che se hai fretta, non hai i files a portata di desktop, ossia sei in viaggio e li hai su una pennetta e sono una mole notevole di dati, allora basta provare… to share large sized files easily and anonymously.

Alcuni servizi sono free di account e al massimo ti tengono il file da scambiare per 30 giorni senza registrazione e solo con l’appoggio di una mail. Quante mail fasulle si possono creare e cancellare!? Mediamente scambiano files fino a un massimo di 3 giga, restando anonimi.

Volete provare il brivido del Dark Web? Pedofili in agguato.

Cominciamo col dire che è il “web oscuro” quello che si vede maneggiare con destrezza dagli hacker, dalla mafia, dal terrorismo etc.

Quindi non addentrarsi se non si è più che certi di quello che comporta e sempre se si hanno gli strumenti di conoscenza informatica più che saggiati. Non si accettano improvvisazioni. Anche qui regna il discrimine possibile tra bene e male, sempre se sai maneggiare il meccanismo.

Il software gratuito Tor, che viene utilizzato anche da attivisti cui è negata la libertà di parola nei propri paesi di residenza o nascita, purtroppo è lo stesso che viene utilizzato anche dalle reti di pedopornografi.

Per la stessa ragione di navigazione possibile in sicurezza di anonimato che offre.

Cos’è il Dark Web (notizie tratte da Wikipedia).

C’è da fare una differenza tra il Deep Web e Il Dark Web.

Il Deep Web, o web sommerso o invisibile è quella parte del World Wide Web che non è indicizzata dai motori di ricerca.

Il Dark Web è un sottoinsieme del Deep Web, che non puoi raggiungere attraverso una connessione Internet standard e senza un software dedicato che si interfacci a reti sovrapposte ad Internet chiamate genericamente “Darknet”

Dicevamo che il più noto software è Tor che fornisce accesso all’omonima rete e garantisce l’anonimato all’utente, consentendogli l’anonimato anche sul normale World Wide Web, rimanendo allacciati ad uno dei nodi della rete Tor.

Le Darknet sono usate spesso per attività illegali.

Non cascare nella rete dei pedofili.

Le Darknet sono frequentate da pedofili che possono continuare a navigare in modo anonimo anche nel web normale.

Occhi aperti, dunque. Solo nel 2016 il centro per il contrasto della pedopornografia online, della Polizia Postale, ha coordinato circa 600 indagini con arresti e denunce per casi di adescamento in Rete di minori, con numeri in persistente crescita.

Su 21.591 siti internet in chiaro, circa 2.000 erano a carattere pedopornografico. Una volta inseriti nella black list (ex lege n.38/2006), purtroppo cambiano pelle continuamente. Quindi, magari non si fa in tempo a fissarli nella black list, che si sono inabissati nel profondo Darknet.

Cosa non fare in un social.

Evitare di postare foto online in maniera eccessiva, evitare di postare foto di bambini, soprattutto. Pare che i social siano la banca dati che rifornisce le reti di pedofilia.

Almeno la metà del materiale rinvenuto nei siti pedopornografici proviene dai profili Facebook di mamme e papà che volevano soltanto socializzare un frammento di gioia familiare.

Una ricerca della Australia’s new Children’s eSafety , che si occupa della sicurezza dei minori davanti al pc o a un telefonino, afferma che, nelle foto sequestrate dalla polizia australiana, per metà dei casi, sono state trovate immagini di vita quotidiana di bambini, quasi tutte foto rubate da Facebook e in minor parte da Instagram.

Chi acconsente che i propri contenuti, immagini, se si hanno figli piccoli, vengano fruiti da “Tutti” sta facendo la gioia dei pedofili.

Se poi si permette a Facebook o altro social di “geolocalizzarci”, allora si dà la possibilità al pedofilo di essere rintracciati, consentendo facile gioco di ricerca del suo oggetto del desiderio.

Per non parlare della possibilità di trasformare le foto da innocenti in hardcore, magari scambiandole o vendendole nel DarKnet.

Purtroppo le leggi del nostro codice penale sulla pedopornografia e il grooming (l’adescamento di minori su Internet) non bastano, per quanto siano state rese più restrittive a ratifica, avvenuta in Italia nel 2012, della Convenzione di Lanzarote.

È necessario un gesto responsabile degli adulti.

Iscrizioni a chat, a social devono essere monitorate, perché i bambini non vengano adescati e naturalmente la costruzione di un rapporto di fiducia renderà facile la comunicazione tra genitori e figli rispetto a ciò che accade nella propria esperienza in rete.

Finti profili Facebook, ‘fake‘, nascondono solitamente il pedofilo digitale. Che per non insospettire il ragazzino o ragazzina agganciati come “bersagli”, chiede amicizia preventiva ai suoi amici, in modo da ridurre l’eventuale diffidenza.

Come risponde Facebook alle segnalazioni di pedopornografia.

Purtroppo Facebook hai i suoi problemi a individuare al momento della registrazione se si tratta di profili illegali. È necessaria la segnalazione dell’utente per sollevare il problema. Ma anche una volta acquisita la segnalazione, il materiale pedopornografico di un profilo non sempre è facile rimuoverlo.

Letteralmente riprendo da una nota di FB del 2010: “Si tratta, per la maggior parte, di link a siti esteri gestiti da profili stranieri e quindi difficilmente oscurabili in breve tempo (vengono anche utilizzati spazi web “a tempo” e pubblici, per evitare che tale divulgazione porti all’effettiva eliminazione del materiale in questione)”.

La difficoltà di un social network che si avvicina al mezzo miliardo di utenti sta proprio nell’ampiezza di utenti dello stesso.

Il non essere in grado di controllare ciò che viene pubblicato, in maniera pedissequa e da parte di operatori dedicati, trasferisce questo controllo “ai meccanismi automatici che possono facilmente essere aggirati, o in alcuni casi, addirittura strumentalizzati”.

In una nota su Facebook del maggio di quest’anno, lo stesso Mark Zuckerberg dice che il social si attrezzerà con 3000 persone che si attiveranno a rimuovere i contenuti non consentiti sulla piattaforma.

Da qui la necessità da parte di noi utenti Facebook di segnalare il profilo/i profili responsabili di pedopornografia, qualora li trovassimo nella navigazione sul social, alla piattaforma social di riferimento.
Non facciamo l’errore di condividere i suddetti profili, magari pubblicandone il link sulla bacheca, nel tentativo di mostrarlo al pubblico ludibrio, giacché faremmo il gioco dell’amplificarne la visibilità con conseguente allargamento del danno a macchia d’olio.

E poi denunciamo su questi link:

PoliziaDiStato.it

114 Emergenza Infanzia

Stopitnow.org/

SaveTheChildren

 

Si prevedono nel prossimo futuro, dice il portavoce di Facebook intervistato dall’Espresso, nuovi strumenti tecnologici che, utilizzando sistemi di Intelligenza Artificiale, possono analizzare foto e video per rintracciare contenuti potenzialmente inappropriati e sottoporli alla revisione da parte degli esperti della piattaforma FB.

Si tratta di una tecnologia ancora in fase di sviluppo, che già in questa prima fase riesce a generare circa “un terzo di tutte le segnalazioni dirette al team che si occupa di riguardare questi contenuti”.

Sweetie, interessante robot. La controcaccia è aperta.

È nato come avatar, dieci anni, filippina. E chatta con uomini adulti, pedofili in rete.

È un nuovo programma dell’’Associazione per i diritti umani olandese, Terre des Hommes, per individuare i cybermaniaci. L’esperienza dai risultati è agghiacciante.

Uomini disposti a pagare Sweetie, che in rete si presenta come Lucy di Manila, in cambio di atti sessuali davanti alla webcam.

In 20.000, in due mesi e mezzo di esperimento, l’hanno abbordata e in mille sono stati identificati. Il materiale relativo alle chat è finito nelle mani della polizia olandese e i supporti audio-video in quelle dell’Interpol.

Parlano con quella che pensano sia una bambina come farebbe un “paparino”, in un inglese sgrammaticato e approssimativo, emoticon comprese. Nessuno di loro immagina di essere sotto controllo.

Sembra semplice incastrarli e allora cosa impedisce di farlo…

«Hi, Lucy, io pazzo x bambine con bikini piccoli. Tu bikini?».

«Ciao baby, tu danza sexy?».

«Lucy bella Lucy nuda?».

I nickname sono da incubo: Elephant man, Charly pacco grosso, Mario il curioso, Sniffatore, A caccia di bambine da viziare. C’è anche “papà affettuoso”.

Muniti di cam sulle parti intime, naturalmente denudate.

Da brivido le interlocuzioni.
– «Mia figlia 10 anni come te, Lucy».
– «Ciao papino».
– «Io due figlie: Amy 10, Lisa 7».
– «ASL?», Lucy usa il gergo delle chat, in inglese: età, sesso, località.
– «43, maschio, Usa».
– «Piace uomo grande».
– «Piace bimba vergine».
Un debole per le bambine per cui è disposto a pagare. «Soldi se fai sexy show x me».

Alla disponibilità data da Sweetie-Lucy, l’avventato papà dà il suo indirizzo Skype che lo farà individuare e inserire nella black list di Terre des hommes.

Chi è Sweetie.

Sweetie, dicevamo che è un Avatar che comunica in chat con gli utenti grazie a un software che simula la conversazione umana.

È polimorfa, nel senso che ha più identità per poter chattare in contemporanea con più utenti possibili al fine di incastrare quanti più pedofili in rete.

https://www.youtube.com/watch?v=aGmKmVvCzkw

Prova a spaventarli dopo averli individuati per scoraggiarli. Se la manovra non riesce partono le segnalazioni a Europol e Interpol.

L’efficacia si misurerà sull’aver dissuaso i neofiti a perseguire e a proseguire su questa strada, giacché uno su quattro passa poi ad abusi fisici sui bambini.

Lo sfruttamento di minori via webcam.

In aumento parossistico, il 345% dal 2001, i siti pedopornografici.

Le iene, chiamarli lupi non mi sembra giusto verso i nobili antenati dei cani, sono a caccia continua, secondo l’FBI, di giochi erotici con i bambini, anche maschietti e sempre più piccole sono le vittime, anche di un anno.

I pedofili, di ogni nazionalità e strato sociale: anche poliziotti, insegnanti, pediatri, padri di famiglia attaccati al web in piena notte, mentre moglie e figli dormono.

L’arsenale di cui dispongono sono anche snuff movies: esibizioni di minori violentati, torturati o costretti a fare sesso con gli animali.

La moneta di scambio i soldi, dai 5 dollari per un seno acerbo ai 500 per scene estreme.

Il web è il primo passo. Dalla consolle del proprio portatile magari al viaggio di turismo sessuale verso mete in cui le autorità sono colluse con questi traffici o perlomeno inattive.

Sud est asiatico e cambiamento di rotta?

Le Filippine sono il paese più gettonato, giacché Manila e le isole limitrofe offrono un intreccio di fattori propizi: povertà e industria del sesso nel proprio Dna.

La capillare diffusione di internet e la conoscenza dell’inglese, sia pur risicata, consentono ai bambini, venduti dai propri genitori per fame, questo squallido affaire.

Sacrificarsi per i propri familiari è un sentimento collettivo assai forte che regge il gioco di questo mercato.

È incredibile la presenza, in baraccopoli disseminate per il territorio del paese, di antenne wifi per supportare la rete capillare e il suo commercio di sesso online.

Chi regge siffatto mercato sfoggia gadget e abiti nuovi. E senti padri e madri nullificare il senso della abiezione cui sono giunti… tanto non li tocca nessuno i bambini, dietro una web cam e a tanti km di distanza, è denaro facile e innocuo.

Allora comprendi che cosa sta accadendo. C’è lavoro per tutti e il rione intero pian piano viene coinvolto.

Conseguenze degli abusi sui bambini mercificati.

Danni psicologici? Mancanza d’autostima, vergogna, sensazione di tradimento da parte di chi dovrebbe proteggerti o paura di essere stigmatizzati perché si è in troppi e tutti devono far qualcosa per tirare la carretta, paura di venire arrestati o ricattati.

Ne vengono fuori, crescendo, comportamenti autolesionistici, abuso di droga e di alcol.

Perché è nata Sweetie.

Nel 2012 Hans Guyt, project director di Terre des Hommes, notò come la relativa scomparsa delle mini lucciole nelle Filippine per le strade e i locali era purtroppo l’indizio di una trasformazione del commercio sessuale con bambini.

Le stesse vittime erano state spostate dietro una webcam.

Così nacque l’idea di far agire online un avatar come esca. Nel 2013. Ma mancavano i corpi abusati, giacché Sweetie non esiste, mancavano le prove e i testimoni perché l’azione della polizia potesse essere decisiva.

Solo in Inghilterra è consentito alla polizia di ottenere il mandato per operazioni sotto copertura online, anche soltanto si ravvisi “l’intenzione” di commettere un crimine”.

Ciò in altri Paesi è possibile solo per sospetto terrorismo. È necessario dunque fare nuove leggi sul web per una caccia efficace alla pedofilia.

Sweetie 2.0.

E intanto Terre des Hommes si è portata avanti. Infatti, sempre in Olanda, dal 2015, l’Associazione sta mettendo a punto Sweetie 2.0, con cui stanerà i cyberpedofili.

Se il progetto Sweetie 2.0 si rivelerà efficace, verrà offerto dalla Associazione alle forze dell’ordine.

Dopo lo spettacolare Avatar virtuale Sweetie, Terre des Hommes Olanda, che è membro della Federazione Internazionale Terre des Hommes, ha deciso di sviluppare un software ancora più sofisticato per contrastare in tutto il mondo l’abuso sessuale in rete sui bambini.

A questa degna causa la lotteria nazionale olandese ha assegnato una donazione di 3,8 milioni di euro. Ne è stato dato annuncio nel gennaio del 2015 al Good Money Galà della Lotteria, collegata all’inglese People’s Postcode Lottery.

Approfondimenti

Global information society watch 2015

bambini-parliamone-cosa-fare-per-superare-gli-abusi-subiti

pedopornografia-fonte-involontaria foto-dei-bambini-postate-dai-genitori

foto-dei-minori-postate-su-facebook-polizia-chiede di non farlo

Sweetie_contro i pedofili

sweetie_la_bambina_virtuale_contattata_da_milioni_di_adulti

pedofilia-e-internet-perche-e-sempre-peggio

Link di sicurezza online

PoliziaDiStato.it

114 Emergenza Infanzia

Stopitnow.org/

SaveTheChildren

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