Recensione del libro “In cerca di un posto nel mondo” di Serenissimo Celestino

Trama

Questo libro narra di un grande processo di trasformazione, di un percorso di crescita personale che è cominciato qualche anno fa e che in qualche modo si protrae ancora oggi. Tutto ebbe inizio durante l’estate del 2010. Frequentavo l’università in quel periodo e ricordo che terminai gli esami ed il tirocinio con alcuni mesi di anticipo. D’improvviso mi ritrovai con un sacco di tempo libero a disposizione e non sapevo neppure come utilizzarlo. Nonostante i numerosi tentavi messi in atto per migliorare la mia vita, sentivo che il mio spirito era prigioniero di una gabbia senza sbarre apparenti. Fu allora che mi feci forza e che decisi di fare un patto con quel ragazzo triste riflesso nello specchio; mi sarei battuto per la sua felicità… la mia. Durante quell’estate magica stilai una lista mentale dei miei desideri e poi mi obbligai a realizzarli, uno dopo l’altro. All’inizio non fu facile, ma dopo aver mosso i primi passi si mise in moto un processo inarrestabile ed in continua accelerazione. Nel mese di luglio andai in Francia per fare visita alla mia cara amica Dory ed incredibilmente, a distanza di qualche settimana mi ritrovai a camminare fra le paradisiache spiagge della Thailandia. Immagina per un attimo di ritrovarti da solo all’altro capo del globo…. oltre a dover fare i conti con una realtà totalmente differente dalla tua, per la prima volta sarai costretto a reinventare te stesso, perché tutto ciò che eri e che pensavi di te, incluso il tuo status, la tua condizione, il tuo lavoro, la famiglia e gli amici, improvvisamente non esiste più. Era come se mi fossi dato un poderoso calcio nel culo, che come per magia, mi aveva catapultato a 10000 km di distanza dal mio mondo. Per la prima volta vidi me stesso da una prospettiva totalmente nuova. La Thailandia mi travolse in tutti i sensi; lì ebbi l’occasione di vivere esperienze davvero intense e di risvegliare l’altra parta di me, quella che per anni era rimasta sopita e nascosta dalla paura. Quel viaggio mi condusse in luoghi lontani, situati dentro e fuori di me; fu liberazione pura, mentale, fisica e sessuale, fu una rinascita che mi permise di aprire le ali e di iniziare a volare. Quando tornai a Roma la mia vita non fu più la stessa. Viaggiare è uno “stato della mente”; una volta che hai preso il via non ti fermi più e continui a farlo anche stando fermo. Nei mesi e negli anni successivi ho avuto la fortuna di vivere avventure incredibili che mi hanno condotto in giro per il mondo… Italia, Francia, Thailandia, Perù, Stati Uniti, Messico, Inghilterra, Belgio, Spagna, Portogallo e Scozia. Questo continuo peregrinare mi ha permesso di sperimentare situazioni estreme, di entrare in connessione con luoghi e persone, di nuotare negli oceani, di salire sulla cima delle montagne, di camminare fra le dune del deserto, di perdermi nella fitta vegetazione della selva amazzonica, di inebriarmi di sapori ed odori sconosciuti, di imparare altre lingue, di innamorarmi e di godere dei piaceri della carne con creature meravigliose, di condividere la gioia e la sofferenza con altri esseri umani, di assistere alla malattia ed alla morte di persone care, di rimettermi in discussione, di arricchire immensamente la mia vita, di sovvertire l’ordine di importanza che attribuiamo alle cose e di rialzarmi in piedi dopo ogni sconfitta per riprendere il cammino. Quando hai la fortuna che è toccata a me, ti senti in dovere di condividere ciò che hai imparato per metterlo a disposizione degli altri, per infondere speranza a chi non ne ha, per costruire quella “casa comune”, tollerante ed accogliente, da lasciare in eredità ai figli o a quelli che verranno dopo di noi, per alimentare il fuoco sacro che dimora nella coscienza di ognuno, lo stesso che spinge gli uomini liberi a credere nei sogni… Il mio è stato un semplice gesto d’amore.

Un libro totalmente autobiografico, un libro che racconta un viaggio: quello della vita!

Il protagonista partendo da una consueta abitudine, quella all’autocommiserazione, riesce a prendere atto della sua condizione e ripartire. Una ripartenza che si manifesta attraverso il viaggio, inteso non solo come chilometri percorsi ma come analisi di sé stesso e del mondo circostante.

“Hai ventisette anni, questa è la tua opportunità per stare al mondo, l’unica che hai. Puoi scegliere di essere felice, di sforzarti per realizzare i tuoi sogni, piccoli o grandi che siano; il domani è una parete bianca ancora da dipingere ed oggi è un giorno perfetto per iniziare a farlo. Gli amici, i parenti ed i conoscenti, saranno al tuo fianco solo per una parte del tragitto, ma il resto del percorso dovrai affrontarlo da solo. Le tue opportunità sono soprattutto le tue e puoi star certo che nella vita avrai rimpianti solo per quello che non sarai riuscito a fare”.

Sente Roma un luogo stretto, bigotto e assuefatto al mal costume italiano e decide di partire.

“La mia Roma, così bella e decadente, tanto solenne quanto peccatrice, inconsapevolmente santa e maledetta, sporca ed innocente, amata e dimenticata, brutalmente violata e poi restaurata, immensa e abbandonata, pisellaccia svergognata, prostituta decantata, corrotta e glorificata, fascista e repubblicana, imperiale e papalina, ma nonostante tutto…meravigliosa ed immortale.”

Nel libro racconta i suoi viaggi, fatti in ogni parte del mondo, nello specifico in: Thailandia, Perù, Stati Uniti, Lima e Messico.

Viaggi che saranno incontri, soprattutto con molti uomini, con i quali, nella maggior parte dei casi, stringerà rapporti amorosi. Questo ultimo aspetto ha suscitato in me molte perplessità; le scene erotiche omosessuali si susseguono senza sosta, quasi sempre vissute con uomini differenti e spesso ho considerato superfluo leggerle. Inoltre, per guadagnare qualcosa in più svolge massaggi “particolari” a pagamento e con i soldi guadagnati viaggia.  Mi sono chiesta: può realmente dare un insegnamento considerando che molti dei suoi viaggi sono stati possibili grazie a questo “lavoro”?

Ho apprezzato le scene descrittive dei luoghi visitati e gli incontri, totalmente liberi dalla componente sessuale, da cui è stato possibile trarre un insegnamento.

“È bello sapere che si può stare dignitosamente al mondo senza un programma da dover rispettare, dandosi del tempo per respirare a fondo, lentamente, ascoltare il suono dell’aria che inebria i nostri polmoni, uscire di casa e camminare ad un ritmo compassato, svuotare la mente dalle scorie accumulate, sedersi in riva al mare in compagnia di noi stessi e senza parole domandarsi…cos’è che mi rende felice? Cosa voglio veramente?”

La decisione di scrivere su carta l’esperienza di vita vissuta è stata da me apprezzata, soprattutto in quanto nascente parte da un bisogno iniziale: quello di trovare il proprio posto nel mondo.

“Ho sempre avuto la sensazione che mi mancasse un pezzo e non mi sono mai sentito a casa in nessun posto, neppure in casa mia. Forse è per questo che un giorno ho deciso di mettermi in cammino, di partire da solo alla scoperta della vita, in cerca della felicità e di quel famigerato posto nel mondo al quale tutti gli esseri umani aspirano.”

È possibile trovare all’interno del libro molte parole scritte come monito per gli altri; parole che incitano a cercare la propria dimensione e felicità, a non arrendersi di fronte ad un destino che all’apparenza risulta già scritto ma piuttosto a guardare oltre: oltre i doveri, le convenzioni e le abitudini.

“La vita è gioia, è amore, è meraviglia, è condivisione, è crescita continua e che non stiamo al mondo per angustiarci o per vivere giorni di sofferenza. Anche se elementi come il dolore, la sconfitta e la morte, sono parte della vita stessa, questi non sono in grado di dominarla, né di sopraffarla. L’universo è illuminato dalla stessa magica luce che si distende su ogni atomo conferendogli i colori; tutto è perfuso dal medesimo soffio vitale e questo, come una magica catena si propaga alla materia generando la scintilla della vita. Siamo tutti polvere di stelle.”

“La tua vera essenza, il tuo “Io”, è quel soffio magico che ogni tanto viene alla luce quando la mente razionale smette di fare rumore, è quella risata inattesa che deflagra lasciando di stucco la ragione, è l’amore incondizionato che non trova spiegazioni razionali, è la quiete dopo la tempesta, è la fine del tempo, è l’assenza della paura e della sofferenza, è l’esistere senza fine e principio, è la definitiva scomparsa della mortalità, è equilibrio e pienezza, è l’unicità del tutto.”

Tra gli aspetti negativi, oltre a quelli già affermati, non ho apprezzato moltissimo la scelta del linguaggio utilizzato: troppo colloquiale, mentre graficamente ha suscitato in me confusione la decisione di non andare mai a capo e di conseguenza nel momento in cui l’autore cambia argomento non avere un’evidenza di ciò. Inoltre, talune volte, spiega parole che tipicamente appartengono al lessico italiano e questo non è stato da me compreso; dà delucidazioni di termini quali: cavallone, lira, Google Maps.

In conclusione sostengo che è un libro suscitante interesse e curiosità, purtroppo l’errore maggiore consiste nel voler fornire al lettore un insegnamento verbale: l’autore sembra dimenticare che il miglior insegnamento è quello percepito senza la necessità di manifestazioni esterne. Lo scrittore avrebbe dovuto, a mio parere, raccontare la sua storia senza cercare troppe volte di utilizzare le parole per impartire una lezione di vita a chi legge: il lettore attento ne trarrà comunque un insegnamento!

“Il percorso intrapreso negli ultimi anni aveva avuto un forte impatto su di me. Ero cresciuto, avevo imparato a fare a meno di molte cose e a mettere la mia vita in due valigie. Avevo viaggiato in Asia, in Europa, nel nord e nel Sudamerica, i miei occhi avevano incrociato migliaia di altri occhi, avevo condiviso un pasto, un tetto, un letto, una tenda, i piaceri della carne o un semplice tratto del cammino con altri meravigliosi esseri umani, uomini, donne, giovani e anziani, ricchi e poveri. In un lasso di tempo relativamente breve avevo visitato gradi città, piccoli villaggi e campagne, avevo scalato le vette della cordigliera andina fino ai seimila metri, mi ero avventurato più volte per la selva amazzonica, prima spinto dal desiderio di conoscere e poi come volontario, i mosquitos avevano assaggiato ogni centimetro di pelle che riveste il mio corpo, mi ero ammalato in diverse occasioni e per tre volte avevo rischiato di morire, mi ero tuffato nella calde acque dell’Oceano Indiano e del Mar dei Caraibi e poi in quelle
fredde del Oceano Pacifico e dell’Atlantico. Il mio inglese era migliorato parecchio ed avevo persino appreso lo spagnolo senza studiarlo; avevo fatto amicizia con gente di ogni razza e cultura, avevo imparato a stare solo, a sentirmi bene con me stesso e questo mi aveva insegnato anche a stare bene con gli altri. Avevo viaggiato in lungo e in largo lasciandomi guidare dall’istinto, percorrendo un avventuroso cammino lastricato di sogni e solo dopo aver percorso tutta quella strada, mi ero finalmente reso conto di una cosa…se quello che ti manca non lo incontri dentro di te, probabilmente non lo troverai da nessuna parte.”

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