Recensione del romanzo “Caramelle al gusto arancia” di Valentina Orsini

Caramelle al gusto arancia di Valentina Orsini

Editore: Leucotea

Data di pubblicazione: 1 novembre 2015

Pagine: 116

Sinossi

L’aborto. Un tema delicato e misconosciuto, di cui poco si parla e mai con le dovute accortezze. “Caramelle al gusto arancia” nasce proprio da questa premessa. La storia di Anna, ragazza appena ventenne che sogna un futuro alla Lois Lane, non ha alcuna pretesa, solo il bisogno d’esser letta e condivisa. Affinché nessuna donna si senta più sola, umiliata. Perché non vi è reato più grande del giudizio e dell’indifferenza. Parlare con qualcuno, ritrovarsi in una storia che somigli un po’ alla nostra, aiuta a superare il lutto, il dolore.

Recensione

Un romanzo delicato ed intenso che tratta un tema complicato e oggetto di diatribe e pareri discordanti da sempre: l’aborto.

Cosa accade quando una ragazza con dei sogni da raggiungere ed un’intera vita che si dispiega dinnanzi a lei, rimane incinta?

Come si comporteranno gli altri? E cosa deciderà di fare lei?

Anna, la protagonista di questo breve romanzo, racconta la sua settimana: la terribile e dura settimana, quei 7 giorni prima dell’aborto. Giorni di ripensamenti, pianti, bugie e silenzi intorno. La settimana che non avrebbe voluto vivere e che sa che la cambierà per sempre, qualunque sia la sua scelta!

“Se vado di qua, tra nove mesi avrò un figlio, sarò madre e la mia vita cambierà, radicalmente. Di là invece, continuerò ad essere la Anna di ora. Laurea, lavoro, bicchieroni di caffè americano, Lois Lane, le serate con Carlotta, gli amori lampo in metropolitana…” e poi quel dettaglio che secca la gola al solo pensiero.

L’aborto.”

Il libro è interessante e reso ancor più veritiero dalla presenza di note, ad ogni fine capitolo, dedicate all’aborto: norme, dati reali ed etimologia dei nomi.

Nel romanzo emergono tutte le difficoltà di Anna e delle persone che le vivono accanto; quest’ultime sembrano non riuscire a comprenderla ma forse ciò non è sbagliato del tutto in quanto la decisione di interrompere una gravidanza è così intima e personale da rendere ogni parola superflua.

Le parole della scrittrice, al contrario, non sono futili ma con delicatezza e cognizione riescono a far comprendere al lettore quanta vita e sofferenza è presente nel solo pensiero di abortire!

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