Recensione dello spettacolo “Maestre d’amore” al Teatro Trastevere fino al 22 ottobre
Maestre d’amore
tratto da “Ars Amatoria” e “Remedia Amoris” di Ovidio
dal 19 al 22 ottobre 2017
Ideazione, Drammaturgia e Regia:
Compagnia PolisPapin
Con:
Cinzia Antifona, Valentina Greco, Francesca Pica
Oggetti di Scena: Domenico Latronico
Costumi: Cunegonda La piccola Costumeria
Canti e Suoni a cura di: Francesca Pica
Sinossi
“Godetevi la vita”: all’insegna del più edonistico fra i moniti ha inizio l’opera di Publio Ovidio Nasone nel capitolo dedicato alle donne che tratta l’arte dell’amore. Consigli, precetti, formule, suggerimenti senza veli e senza veti che rivivono nelle parole delle attrici PolisPapin in una sorta di decalogo minimo e fondamentale sull’antica e mai abbastanza conosciuta
ARS AMATORIA.
Uno spettacolo ironico, a tratti graffiante, volutamente ammiccante e sorprendentemente contemporaneo. Da ciò nasce uno spettacolo, che parla direttamente alle spettatrici senza escludere gli spettatori: gli uni e gli altri diventano i destinatari dichiarati di questo manuale indispensabile a tutti coloro che amano. Lo spettacolo, con musica dal vivo, vanta una serie di canzoni e jingle appositamente creati dall’attrice e musicista Francesca Pica, tra cui “Il coccodrillo egizio” che non manca di appassionare ogni singolo spettatore. Il lavoro, complesso ed originale, è stato svolto interpretando le parti più briose dei due testi di Publio Ovidio Nasone: Ars Amatoria e Remedia Amoris. Entrambe scritte oltre duemila anni fa, parlano ancora oggi ad ognuno di noi, uomini e donne del ventunesimo secolo, riuscendo a giocare sulle nostre debolezze, incertezze e fragilità, le stesse, oggi come allora. Alle tre Maestre dello spettacolo spetterà l’onore di impartire al pubblico gli insegnamenti del sommo Maestro, seguendo le varie tappe che caratterizzano la scoperta, lo sviluppo e gli sconforti dell’amore. L’atmosfera è intervallata da momenti leggeri e gag divertenti, fino a momenti poetici e intimistici, ammiccando alle Maestre della comicità come Bice Valori, Franca Valeri e Anna Marchesini.
Tre attrici che con bravura calcano il palco riportando alla luce i testi di uno dei poeti romani più importanti dell’epoca.
Le sue opere, tuttavia, nonostante lo scorrere degli anni continuano ad essere contemporanee e a fornire utili consigli sulla complicata arte di amare.
La scelta di interporre alla lettura dei testi momenti di giovialità attraverso l’ausilio di gag e di battute è stata la decisione giusta per far avvicinare al mondo del poeta anche chi è astemio all’argomento.
Le canzoni e i jingle sono adeguati alla trasposizione, in quanto riescono a far vivere allo spettatore un momento altro: non solo parole bensì musica e convivialità.
Come non amare la canzone “Il coccodrillo egizio”? Una melodia che entra nella testa e fa venire voglia di ballare insieme alle attrici sul palco.
Ma cosa è in effetti “Il coccodrillo egizio”? La soluzione repentina ad ogni problema, dall’aspetto estetico necessitante di miglioramento alla rivale da neutralizzare. La soluzione che tutti vorremmo per risolvere i tanti e molteplici aspetti dell’amore che provocano sconforto e dolore.
Tre Maestre d’amore che con maestria regalano una serata all’insegna del sentimento, che ancor di più sarebbe necessario nel mondo. Più contemporaneo di così?