Recensione dello spettacolo “SYRIUS” al Roma Fringe Festival

SYRIUS

Rosebuds (Dublino)

Di Karen Killeen e Romana Testasecca

Regia di Karen Killeen

Performance art: SYRIUS è la storia di Rasha, una giovane donna siriana costretta a lasciare il proprio paese per trovare rifugio in Europa. La vicenda narrata tutta attraverso il movimento e una colonna sonora che segue ogni fase del viaggio.

“Preghiamo per una Siria senza armi.”

“La Siria siamo noi”: questo è il biglietto che l’attrice diffonde nel pubblico.

Uno spettacolo da guardare per riflettere, elaborare e comprendere!

Uno spettacolo unico; unico perché non ha bisogno di parole e infatti l’attrice non ne pronuncia. Le pochissime parole udite, pronunciate da una voce registrata, sono i suoi pensieri e la lettura delle missive spedite al padre, mentre la vita diviene ogni giorno più dura: una vita che costringe ad abbandonare la propria terra natia e i familiari per cercare di sopravvivere e riacquistare un futuro migliore.

Un viaggio lungo 67 giorni; una traversata in mare per giungere alla meta: l’Italia.

Spettacolo indispensabile e vitale come l’aria; aria che in Siria diviene soffocante e intollerante a causa della guerra. Aria che il popolo siriano deve riavere e deve respirare; un respiro di aria pura e buona, però.

“La Siria siamo noi”: ripetiamolo come un monito ormai divenuto dirompente ed essenziale nella testa!

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