SETTIMO TORINESE – Infanticidio, tra orrore e incredulità emergono nuovi retroscena. Autopsia conferma: lesioni causate da trauma perfettamente compatibile con caduta dal balcone.

Valentina Ventura, madre 34enne, confessa agli inquirenti di aver abbandonato il figlio appena dopo il parto. Il piccolo Giovanni, trovato per strada in arresto cardiaco, è deceduto circa un’ora dopo l’intervento del 118 presso l’ospedale Regina Margherita di Torino.

Ritrovato nudo, all’alba, rivolto sul fianco accanto a uno straccetto intriso del suo stesso sangue.

Sì, si chiamava Giovanni.

Questo il nome che è stato dato al piccolo in ospedale dalle persone che hanno tentato in tutti i modi di salvargli la vita, di strapparlo via con forza dalle mani di un destino terribile e ingiusto, nella quale è stato gettato senza pietà dall’unica persona al mondo che avrebbe dovuto amarlo e proteggerlo incondizionatamente.

Certo, la TV ci offre spesso tragedie crude, surreali a causa dell’inaudita violenza con cui vengono messe in atto, ma ad episodi simili non ci si farà mai l’abitudine: l’infanticidio per mano di una madre va contro qualsiasi logica morale e naturale.

Il Procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, ha disposto il fermo per omicidio dopo 4 ore di interrogatorio – “Confronto non facile che ci ha lasciato interdetti per la normalità con cui la donna ha appreso le accuse”. La madre ha infatti accompagnato subito dopo il parto la figlia di 3 anni all’asilo come faceva tutti i giorni, interagendo con le insegnanti con sguardo assente, come non stesse vivendo in quel momento l’orrore che aveva appena colpito la sua famiglia, essendo stata sempre ferma nel negare a tutti la gravidanza, della quale ne era all’oscuro addirittura il marito.

L’ autopsia eseguita dal medico legale Patrizia Mazzucco conferma l’ipotesi investigativa secondo cui il bambino sarebbe caduto di testa, lanciato dal balcone del secondo piano della palazzina in Via Turati 2. È ancora chiarire se il padre del bambino sia il convivente della donna e si cercheranno tracce di quella malattia ereditaria di cui, secondo i racconti della donna, soffrono già il marito e la figlia. Si tratterebbe di una malattia degenerativa che colpisce i nervi a partire dalle gambe, portando poi alla paralisi. Sarà stato forse questo il motivo che ha spinto la donna a compiere un così insano gesto?

Certo è che si attendono ulteriori chiarimenti su questa triste vicenda che ha lasciato interdetti non solo i familiari, non solo Settimo Torinese, ma tutti coloro che ne sono in qualunque modo venuti a conoscenza.

Silvia Mallozzi

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