Sulle Ali della Radio: Gigi Ariemma, una delle voci storiche dell’etere nazionale

La radio è uno strumento meraviglioso di comunicazione, trasmissione di emozioni, messaggi, e colonne sonore che partono dalla evocazione di ricordi, fotografano la realtà presente ed attuale, progettano il futuro. Che siano notizie, dibattiti, trasmissioni musicali o intrattenimento, tutto è nato da lì ed ancora la gente ha voglia di ascoltare quella simpatica scatoletta con l’antenna, per immaginare, sentire davvero e sognare.

Ultimamente c’è stata una sorta di omologazione globale radiofonica, una radio è uguale all’altra, e girando la manopola risulta molto difficile individuare delle differenze fra le varie stazioni. I ritmi risultano velocissimi, i tempi sembrano ristretti, le informazioni di gossip e pettegolezzi si rincorrono senza un senso, con la classica conduzione a due che pare aver preso piede dappertutto. E poi si registra questa integrazione fra radio, televisione ed internet che sta pian piano cancellando il fascino delle casse parlanti.

Chi è cresciuto negli anni 80 si ricorda quanto era piacevole fantasticare sui volti di coloro che trasmettevano alla radio: una donna con una voce bellissima ci poneva molti interrogativi, e non avendo la rete diventava impossibile comprenderne le fattezze del viso. Parentesi nostalgica, perché il passato non è un museo chiuso, ma la possibilità di selezionare le esperienze migliori legate a ieri. Tuttavia, ancora l’amica in Fm con l’antenna in testa ci propone degli spazi e una programmazione di qualità, sia a livello di radio di flusso che a livello di trasmissioni dominate dal dialogo e dai pensieri. Una delle voci storiche dell’etere nazionale è quella di Gigi Ariemma, un vero appassionato di musica che con semplicità, garbo e  professionalità da tanti anni accompagna i viaggi, i compiti, il lavoro, e il ritorno in macchina di tanti italiani; da sempre non si limita ad annunciare o disannunciare un brano, ma lo commenta, lo contestualizza, ne carpisce il potere evocativo se fa emergere nuovamente dei ricordi e delle reminiscenze, lo proietta nell’attualità e nel futuro quando riguarda invece il presente. Romano di nascita, conoscitore del mondo anglosassone ma fortemente ancorato alla sua terra di origine, mescola bene la sua provenienza geografica e l’interesse per il mondo anglofono nei contenuti della sua trasmissione I Love the Weekend il sabato e la domenica dalle 17 alle 20 su Radio Capital.

Fin da piccolo coltiva l’affetto per la creazione di Marconi, e fra la fine degli anni 80 e gli anni 90 viaggia dalla locale Centro Suono fino ai network nazionali romani, Radio Rai, Radio Dimensione Suono, e Capital, con una parentesi milanese a Radio Deejay; qui tutte le sere dal lunedì al venerdì dalle 22 ha condotto All The Best, ovvero un contenitore con le situazioni migliori della giornata create dalla stazione di via Massena.

Lo ricordiamo anche a Radio Dimensione Suono, nella prima parentesi degli anni 90, fino al 95 e prima di tornare nel 99 in fascia serale,  per le sue prestigiose interviste realizzate all’interno dello spazio fra le 17 e le 20:30 quando accompagnava gli ascoltatori nella seconda parte del pomeriggio; mai banale, ma pronto a condividere con chi è dall’altra parte delle casse, informazioni musicali che riguardano il contesto geografico di appartenenza del gruppo o del cantante, le relative biografie, gli aneddoti relativi alle sette note, e le impressioni di coloro che selezionano e apprezzano la musica. Una delle caratteristiche che è in grado di catturare maggiormente l’emozione degli amanti del programma è la giusta miscela del passato, che non si limita a scartabellare i classici brani riproposti come un mantra da una compilation, ma va a ricercare anche successi che si sono persi nel tempo, non per mancanza di qualità, ma per scarsa programmazione nei media. Una medaglia di liberà sicuramente.

Nel programma del fine settimana su Radio Capital sceglie anche i messaggi più interessanti dei seguaci, evitando i classici pettegolezzi, concentrandosi, invece, sul senso del weekend, sia esso di rilassamento, di spostamenti su e giù per l’Italia, di divertimento, di film o di letture, o di lavoro. Perché dalla decisione del tempo libero si può comprendere appieno la diversità e la varietà dei gusti delle persone. Gigi Ariemma da sempre riesce a coniugare un tono pacato composto di pause, giuste tonalità e riflessioni ponderate con un estro brillante e curioso. Ogni brano, musica o disco viene commentato con classe, conoscenza del campo delle sette note, e analisi del testo, proprio al fine di catturare quel magico momento nel quale la profondità di un’armonia arriva al fruitore del viaggio sia esso mentale o reale, fra canzone e parole.

Colpisce la mancanza di esibizionismo visto che Ariemma fa, a mio giudizio, vera scuola di radio, anche nella decisione delle notizie delle quali parlare, delle lettere telematiche che vengono lette per dare spunti di svago e di ricerca di territori talvolta mai menzionati all’interno dello stivale. Da buon esperto di montagne ed escursionismo spesso ci rammenta anche le grandi rocce ed i luoghi naturali, con lo scopo di rilanciare il significato e l’essenza della montagna, che non va intesa solo come una meta per villeggiare, ma una filosofia, un punto di vista, una prospettiva. Non per nulla recentemente si è iscritto alla facoltà di Scienze della Montagna, forse perché il connubio fra testi e spartiti a volte ci fa volare sulle vette. Tornando al programma, il conduttore romano parla spesso di fotografie, quelle che il pubblico idealmente scatta nel fine settimana, e grazie a questo interessante stratagemma la fredda tecnologia può diventare una descrizione di situazioni, paesi, città e comportamenti. Essendo amante sia a livello enciclopedico che tecnico-musicale del pianeta delle sette note, oltre ad aver firmato delle splendide chiacchierate con artisti internazionali, grazie anche alla proprietà linguistica e all’ottima traduzione- trasposizione, figlia di una innata dimestichezza nell’ adattamento dei contenuti, ha seguito eventi musicali di prestigio, quali i Grammy Awards, i Music Awards, Pavarotti and friends, Live 8 e tanti altri ancora. Ricordiamo con nostalgia gli spazi fra le 20 e le 20.30 nel programma di Rds fra la fine degli anni 80 ed i primi anni 90 all’interno dei quali riusciva a tirare fuori le curiosità e le notizie migliori riguardanti la preparazione di dischi e dei concerti nei suoi dialoghi con i gruppi ed i cantautori di fama planetaria. Talvolta anche nelle mattinate del fine settimana instaurava piacevoli conversazioni con i musicisti e le ugole di casa nostra, la bella penisola, fra le 13 e le 13. 30.

Il lunedì su Capital fra le 23 e la mezzanotte conduce Supernova, un miscelatore che propone le novità discografiche, le emozioni dal vivo della musica indipendente, e le segnalazioni degli ascoltatori.

Senza dubbio Ariemma resta uno dei maestri incontrastati di tecnica radiofonica mostrando inventiva, entusiasmo e sano interesse per la vita, che costituisce il primo motore di chi lavora nel campo della comunicazione. Comunicare non rappresenta soltanto il lancio di un messaggio, ma la trasmissione di tutto quel mondo variegato che si sviluppa intorno alle parole che sono composizioni fatte di testi, sottotesti, contenuti e forma linguistica.

Spesso senza personalizzare, il difetto di alcuni, rivela aneddoti provenienti dalla capitale, passeggiate, artisti di strada, sensazioni, senza mai nascondere l’interesse e l’amore per le grandi vette e le montagne.

Una curiosità: nel suo passato a metà degli anni 80 anche un’esperienza a Radio Rai, con tutto il calcio minuto per minuto, perché quando si è professionisti lo si è a tutto tondo.

Il modo migliore per ascoltare la colonna sonora del nostro weekend è sintonizzarsi su Radio Capital il sabato e la domenica fra le 17 e le 20 con il capitano di bordo Gigi.

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