1520- 1483 Un percorso a ritroso per scoprire Raffaello alle Scuderie del Quirinale fino al 30 agosto.

Era Venerdì Santo quando, il 6 aprile 1520, a soli trentasette anni, muore a Roma Raffaello Sanzio proprio nel giorno del suo compleanno.

Oggi, a distanza di 500 anni, Roma celebra il Divin pittore con un’imperdibile mostra alle Scuderie del Quirinale.

La particolarità dell’esposizione sta nel ripercorrere a ritroso la straordinaria carriera di Raffaello, da quel 6 aprile 1520 alle origini.

La mostra si apre, nel salone d’ingresso, con i dipinti dell’800 del pittore francese Bergeret in cui viene rappresentato il letto di morte di Raffaello, attorno a cui si raccoglie tutta Roma, la stanza è dominata dalla Trasfigurazione, il grandioso dipinto che l’artista aveva da poco terminato.

La maestosa tomba del Pantheon, in cui riposa l’artista, è invece riprodotta in scala nella sala del primo piano.

1513-1520

Proseguendo lungo il percorso ci si troverà di fronte ad un tardo autoritratto di Raffaello insieme ad un amico, l’artista volge lo sguardo verso lo spettatore come se volesse invitarlo ad ammirare i suoi capolavori, infatti ecco che siamo introdotti nella sala al cospetto dei ritratti di Papa Leone X e di Baldassar Castiglione. Se l’incanto del ritratto di Papa Leone X è dato dall’attenzione alla rappresentazione di ogni singolo dettaglio come la campana o il prezioso manoscritto miniato, il ritratto del Castiglione si distingue per l’essenzialità che accentua l’intensità dello sguardo del soggetto rappresentato.

A questi anni prolifici, e ricchi di committenze, risalgono opere quali la Santa Cecilia di Bologna che stupisce per il suo misticismo, la Madonna del Divino Amore e la Madonna della Rosa, tutti esposti in mostra.

Due dei più celebri ritratti femminili dipinti da Raffaello sono la Fornarina e la Velata, si pensa che in entrambi i dipinti l’artista abbia ritratto Margherita Luti, la figlia di un fornaio di Trastevere di cui era profondamente innamorato.

In occasione della mostra i due dipinti sono esposti l’uno accanto all’altro e per noi spettatori è un’occasione imperdibile per confrontarli e cercare di capire se si tratti della stessa donna.

I due ritratti, inoltre, dialogano con una Venus Pudica facendoci soffermare proprio sul dettaglio della mano, con cui entrambe le donne, come Venere, coprono il senso; un gesto di pudore che rivela in realtà tutta la loro sensualità.

Altro grande committente degli anni romani è stato il Banchiere Agostino Chigi, che affida a Raffaello le decorazioni della sua Villa sulle rive del Tevere. In mostra si potranno ammirare alcuni splendidi studi preparatori di quegli anni.

1508-1513

Sotto il pontificato di Giulio II Roma vive un periodo di grande splendore. Sono proprio questi gli anni in cui Raffaello giunge nella Capitale distinguendosi per il suo indiscusso talento.

Risalgono a questi anni opere quali la Madonna dell’Impannata e la Madonna d’Alba.

1504-1508

Altre splendide Madonne presenti in mostra risalgono ai suoi anni fiorentini, tra queste la Madonna Tempi e la Madonna del Granduca; se la prima stupisce per l’infinita dolcezza dei volti della Madonna e del bambino che si sfiorano, sullo sfondo di un luminoso paesaggio, nella seconda, al contrario, la Madonna e il bambino emergono da uno sfondo scuro.

A chiudere la mostra è la sala dedicata al giovanissimo Raffaello. Qui sono esposti lo splendido ritratto della donna con il liocorno, realizzato dopo aver visto la Gioconda in corso di esecuzione nella bottega di Leonardo e il piccolissimo, quanto prezioso, Sogno del cavaliere.

A chiudere simbolicamente la mostra è l’iconico ritratto dell’artista in cui il volto di Raffaello è giovane e dominato da quella grazia tipica di tutta la sua produzione artistica.

Anna Carla Angileri

 

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