A Villa Medici la nuova stagione espositiva

Villa Medici

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Inaugurata il 29 febbraio e visitabile fino al 19 maggio la nuova stagione espositiva presso Villa Medici, l’Académie de France à Rome.

Tre le mostre, tra cui protagonista indiscussa un’antologia di 180 opere selezionate dalla raccolta di Art Brut della Collezione Decharme.

L’esposizione dal titolo “Epopee celesti” sottolinea con creatività le ingiustizie sociali ed economiche dell’attuale società. Dalle opere emergono figure immaginarie, mappature interiori, architetture come il mandir, il tempio induista e i palazzi barocchi. Un gioco di contrasti quello degli “uomini comuni all’opera” così definiti da Dubuffet. Tra le opere quelle di Adolf Wölfli, il più celebre esponente tra gli Outsider Artist e i lavori di Aloïse Corbaz, con le sue raffigurazioni di donne potenti e romantiche. Dubuffet ipotizzò che Aloise non fosse pazza piuttosto avesse una sua “follia” attraverso la quale creava uno straordinario universo visivo lontano dai cliché culturali. L’art brut e le sue creazioni meravigliose, tanto naif da sembrare realizzate da bambini, prodotte magistralmente da artisti spesso cresciuti in ospedali psichiatrici con le loro opere senza titolo, spesso non datate, alle volte senza autore. Collezionate da Bruno Decharme, che con grande tenacia ha costruito una delle più grandi collezioni di art brut a livello internazionale. Osservando le opere il pubblico è invitato a mettere in discussione ogni certezza.

Il marzo dell’arte a Villa Medici espone in contemporanea la mostra del giovane pittore torinese Guglielmo Castelli.

Sotto il ciclo Art Club #38 iniziata nel 2016 sotto la direzione curatoriale di Pier Paolo Pancotto, la serie Art Club presenta a Villa Medici il lavoro di artisti contemporanei internazionali, in uno spirito di apertura alle più svariate forme di creazione. Dai giardini di Villa Medici: nell’Atelier Balthus, nello Studiolo di Ferdinando de’ Medici e nella gipsoteca sono presenti le cinque opere di Castelli.  Oli su tela, dal titolo: I Believe in The Nights (2021); Buon Vento (2023); Le Jardin des Refusés e The mutiny’s space (2022), Dorofoco. Bonotto for A collection (2020), un arazzo realizzato con plastica riciclata e fili naturali. Colorato e sorprendente, ogni opera sembra contenere un enigma da risolvere. L’artista della scuola Torinese, laureatosi all’Accademia Albertina con il suo stile figurativo propone storie in continuo movimento, i quadri sembrano scene cinematografiche ed è forte la contaminazione non solo del cinema ma anche del teatro e della moda.

Infine il capolavoro di Manet “Le Citron” un prestito eccezionale dal Musée d’Orsay, il capolavoro dipinto nel 1880 dal maestro impressionista, a rappresentazione dell’agrume iconico nel mediterraneo un frutto giallo su un piatto di peltro scuro.

Un omaggio ai 150 anni dell’impressionismo, la scelta del simbolo del programma primaverile di Villa Medici, perché la presenza del limone, risveglia tutti i sensi e diventa ispirazione per la nuova stagione all’Accademia. C’è un forte richiamo tra il limone e gli spazi esterni della Villa come il grande giardino della tenuta acquistata nel 1576 da Ferdinando de’ Medici, dove crescevano in abbondanza aranci, limoni, melangoli e cedri. Erano coltivati dai giardinieri per preservarne il sapore e le giuste dimensioni. I frutti serviti sulla tavola del cardinale, i fiori e le scorze canditi, marinati oppure trasformati in oli profumati e distillati nella fonderia del palazzo.

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