Alex Wyse: “Rockstar è un urlo alla libertà, all’essere noi stessi” – INTERVISTA

Alex Wyse
Alex Wyse è tra gli artisti rivelazione della 75° edizione del Festival di Sanremo. Con il brano “Rockstar”(Artist First) ha raggiunto il secondo posto nella categoria “Nuove Proposte”.
In “Rockstar” Alex Wyse esplora la libertà come un ideale fragile e sfuggente, che si intreccia alla ricerca di identità e al bisogno di liberarsi dai vincoli emotivi.
Ho avuto il piacere di intervistarlo all’indomani della finale delle Nuove Proposte. Mi ha colpito immediatamente la delicatezza d’animo, la sensibilità artistica, la gentilezza nello sguardo in grado di raccontare, al di là delle parole, l’amore profondo per la musica.
- Ciao Alex. Inizio con una domanda scontatissima ma opportuna dopo la tua partecipazione a Sanremo nelle Nuove Proposte: come stai?
Sto bene, sono contento. È una vittoria essere arrivato fin qui, questa è una competizione grandissima, è un mettersi in gioco. La vita e tutto il bello però è dopo, è vedere le persone, i concerti, gli instore, arriva tutto dopo, in generale sono davvero contento.
- Come la stai vivendo questa folle settimana di Sanremo?
La sto vivendo bene. Beh, è strano perché è tutto concentrato, è tutta una corsa. È bello, è un filo stressante, però so di farlo per la musica e per il messaggio che porto con “Rockstar” sulla libertà. Sono contento di essere stanco di fare tante cose, perché vuol dire che ne sto facendo tante.
- “Rockstar“, come mi hai appena accennato, è un brano che parla di libertà ma, forse, quasi come un’aspirazione perché essere realmente liberi è complicato. Tu riesci a essere libero?
Il mio concetto di libertà è un po‘ l’inseguire chi siamo. “Rockstar” è un urlo alla libertà, all’essere noi stessi, al non farci troppo prendere dalle cose che si dicono attorno di noi. Tante volte, soprattutto con i social, ci sentiamo giudicati e tante volte vedo i miei coetanei o persone anche più grandi o più piccole perdersi dietro ai commenti. Alla fine non realizziamo che la vita è fuori, la vita è tutto questo, la vita sono le tue mani, il microfono qua davanti, il sole, la luce, il caffè. “Rockstar” parla di questo, è un invito a trovare le cose importanti, a inseguirle e a capire chi siamo.

- Come vivi i social?
Io li vivo un po‘ per quello che sono: io vivo e poi utilizzo i social. È come se fosse un gioco – come quando giochi alla Playstation, ci giochi due o tre ore massimo, e poi vai a fare altre cose nella vita. La vita è comunicare, è imparare guardando fisicamente le cose, andando fisicamente ai concerti e non guardandoli da lontano nello schermo. Per me è naturale, poi, ovviamente, leggo anch’io i giudizi, però è importante questo distacco per vivere la vita a pieno.
- Ritornando al concetto di libertà: a livello musicale, oggi, riesci a essere libero? Spesso i tuoi colleghi raccontano le difficoltà del mercato discografico…
Parlando per me e non per gli altri mi sono sempre sentito libero di fare quello che volevo ed è una filosofia che ho sempre mantenuto e seguito. Sono cresciuto pensando da solo. Questa mia crescita ha fatto sì che tanti pensieri esterni non entrassero nel mio modo di fare. Io penso di aver fatto sempre quello che Alex, Alessandro, voleva fare, quindi inseguire la musica e le parole che volevo inseguire.
- Ti senti cambiato rispetto alla tua partecipazione ad Amici o da quando hai iniziato a fare musica?
Sicuramente il cambiamento c’è nella crescita perché ho imparato tantissime cose. Ogni giorno imparo cose nuove, anche nelle interviste che sto facendo. Sono cresciuto molto, ho preso più dimistichezza con il palco e sto riuscendo a lasciarmi sempre più andare. Prima ero molto introverso, oggi ho trovato il mio lato estroverso. Al di fuori di questo sono sempre la stessa persona.
Nel frattempo si apre la porta della sua stanza di hotel 🙂
Alex – “Vedi la porta che si apre. Io ho questo problema in camera, ecco è passato un cane. Mi si apre la porta della stanza a caso. Una volta stavo dormendo e alle 3 di mattina sento un rumore, ho pensato ‘mi rubano’, mi sono alzato dal letto ma non c’era niente e nessuno.”

- Ti ho visto un po’ agitato sul palco in queste due serate sul palco di Sanremo…
È un palco importante che ho sempre sognato, quindi sì ero agitato, però nella mia testa non era agitazione ma più voglia di di trasmettere tutta l’emozione che avevo dentro. In realtà mi agita di più la parte dopo, quando finisci di cantare e c’è quella cosa lì, uno a fianco all’altro, vorresti scomparire e dire ‘non sono io, non ci sono, io non sono qua’.
- In quel momento che si pensa?
A niente. Parte quella musichetta, sei lì, vorresti dire ‘ehm scusate non sono io che voglio rimanere sul palco, io me ne sarei andato già via però sono qua’. Ti batte il cuore a mille perché ovviamente vorresti passare però, come dicevo prima, il concetto è esserci ed aver cantato ed è tutto dopo.

- Progetti futuri?
Ho appena annunciato l’instore tour e poi ci sono due live al Fabrique a Milano a maggio e a settembre all’Atlantico di Roma. Ci sarà un tour estivo, ho tante cose da fare. La parte dei live è quella che preferisco di più, lì sono emozioni gigantesche, non esiste il giudizio: è proprio andare in un posto senza internet, è bellissimo.
- Se avessi potuto duettare questa sera durante la serata delle cover quale artista avresti scelto con te?
Difficilissimo. Ti dico Elton John.
Alex Wyse: https://www.instagram.com/imalexwyse/
Date instore tour