Anche il cinema al Festival CUORE DI TOKYO/ Sei giorni con il nuovo cinema giapponese a Bologna, Teatri di Vita, 5-10 luglio

CUORE DI TOKYO

Sei giorni con il nuovo cinema giapponese

Film, documentari, animazione, cortometraggi al festival “Cuore di Tokyo” 

Bologna, Teatri di Vita, 5-10 luglio 2019

Un festival internazionale di reportage che ogni anno attraversa un diverso Paese è l’appuntamento dell’estate a Teatri di Vita, Bologna. Quest’anno il festival, arrivato alla sua 13esima edizione, approda al Giappone e prende il titolo di “Cuore di Tokyo”. Dal 5 al 10 luglio si articola il consueto programma ricco di spettacoli di danza contemporanea, cinema, concerti di musica elettronica, arte contemporanea, laboratori, incontri.

Il festival “Cuore di Tokyo” è organizzato nell’ambito di “Bologna Estate”, con il sostegno del Comune di Bologna e della Regione Emilia Romagna, e con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano e della Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia.

Anche quest’anno il festival ha ottenuto il riconoscimento della Effe Label, marchio di qualità della European Festival Association.

Il programma di cinema ospitato al festival negli spazi di Teatri di Vita, via Emilia Ponente 485, Bologna (www.teatridivita.it/cuoreditokyo – tel. 333.4666333), presenta tre lungometraggi, provenienti da vari festival da Cannes a Locarno, sette cortometraggi e un omaggio a Capitan Harlock. Inoltre è previsto un incontro con la regista Tujiko Noriko condotto da Giampiero Raganelli, in occasione della prima del suo film “Kuro”.

Si inizia con Radiance (Hikari, 2017, 101’) di Naomi Kawase, versione originale, sottotitoli italiani venerdì 5 luglio (ore 22).

Lo splendore dell’esistenza sprigiona dalla sofferenza, quella che accomuna Misako, la ragazza che  scrive le audio-descrizioni dei film per ciechi e ipovedenti, e Nakamori, il maturo fotografo che sta perdendo la vista. Un’opera che spinge sul pedale del sentimento così come sul primissimo piano nel tentativo di scrutare i piccoli slittamenti del cuore. Spiegando che la cecità fisica e quella interiore possono essere superate. Come è scritto nella motivazione con cui ha ricevuto a Cannes il Premio della Giuria ecumenica, il film “esplora la responsabilità, la resilienza, la speranza e la possibilità, anche per chi è al buio, di vedere la luce”.

Naomi Kawase nel 1997 si è imposta al Festival di Cannes con Moe no suzaku, vincendo la Caméra d’or per la miglior opera prima. Sempre a Cannes ha vinto nel 2007 il Gran premio speciale della giuria con Mogari no mori, e nel 2017 il Premio della Giuria ecumenica con Hikari. Successivamente, ha realizzato nel 2018 il film Vision.

Hold your breath like a lover (Iki o koroshite, 2014, 85’) di Kohei Igarashi, prima italiana, versione originale, sottotitoli italiani, sabato 6 luglio (ore 22).

Ultime due notti prima del Capodanno 2018 in un impianto inceneritore: in grandi spazi e uffici disordinati si muovono impiegati, operai e guardiani, vivi e morti, apparentemente senza alcuna reale funzione. Una labirintica Fortezza Bastiani in perenne attesa: un cane si aggira segretamente; Yanais toglie le decorazioni natalizie e le sostituisce con quelle di Capodanno; Gou sfida Ken ai videogiochi; Adachi si accontenta di guardarli per ammazzare il tempo… Uno sguardo generazionale sui giovani e le loro relazioni,. La suggestiva atmosfera rarefatta, l’eccellente cura visiva, i segni e i simboli sono gli ingredienti di un’opera prima di pregio, poetica e ispirata.

Kohei Igarashi, nato nel 1983, dirige il suo lungometraggio d’esordio, Voice of rain that comes at night nel 2008. Dopo Hold your breath like a lover, che è stato presentato al Festival di Locarno nel 2014, ha realizzato nel 2017 Takara – La notte che ho nuotato.

Kuro (2017, 84’) di Joji Koyama e Tujiko Noriko, prima italiana, versione originale, sottotitoli italiani lunedì 8 luglio (ore 22). Romi, una donna giapponese che vive a Parigi, lavora in un bar karaoke. A casa, nei sobborghi, si prende cura del suo amante paraplegico Milou. Per passare il tempo, gli racconta una storia che allude a un periodo trascorso insieme in Giappone. Presto, intrecciando storia personale, aneddoti e miti, la storia prende una piega nera. Un film suggestivo e straniante, che si sviluppa in due percorsi diversi – la narrazione quasi affabulante e la visione di nature morte e vita quotidiana – e risucchia lo spettatore in un’atmosfera di intensa trepidazione, sospeso tra un’evocazione narrativa quasi kafkiana e una descrizione di realismo poetico a cui abbandonarsi.

Joji Koyama è regista e artista grafico. Ha realizzato cortometraggi, opere di animazione e video musicali, vincendo premi al London Short Film Festival e ai British Animation Awards. Ha pubblicato due libri grafici, Plassein e per Penguin Books Elsewhere. Tujiko Noriko è regista di cortometraggi, musicista elettronica sperimentale e cantante.

Lunedì 8 luglio alle ore 21 è previsto un incontro con la regista condotto da Giampiero Raganelli.

Arcipelago Giappone, selezione di sette cortometraggi per raccontare il Giappone contemporaneo in modi diversissimi tra loro, versioni originali, sottotitoli italiani, domenica 7 e martedì 9 luglio (ore 22).

Signature di Kei Chikaura (2017, 14’), prima italiana. Breve ritratto di un giovane immigrato cinese a Tokyo. Presentato al Festival di Locarno e di Toronto; premiato a Kiev, Bristol, Seul.

A branch of a pine is tied up di Tomoyasu Murata (2017, 17’), prima italiana. Emozionante e magico film d’animazione sullo tsunami come occasione di nuova vita.

Kyo-netsu di Yuji Mitsuhashi (2017, 17’), prima regionale. Raffinato racconto senza parole su routine quotidiana e macabra violenza erotica. Presentato al Toronto International Film Festival.

Tezutsu – Fire Flower Town di Tatsuya Ino (2017, 13’), prima italiana. Documentario che racconta i fuochi d’artificio di Toyohashi, tramandati da 450 anni. Premiato al Greenwich Film Festival.

Grand bouquet di Nao Yoshigai (2018, 15’), prima italiana, è un’affascinante visione onirica sul femminile, presentata in prima mondiale alla Quinzaine des réalisateurs al festival di Cannes meno di due mesi fa.

Old Narcissus di Tsuyoshi Shoji (2017, 22’), prima regionale, è la storia di un uomo di 70 anni che non riesce ad accettare l’età e rincorre giovani ragazzi nei sobborghi. Premiato al Sapporo Short Fest 2018, al Rainbow Reel Tokyo e allo Shanghai Queer Film Fest.

Dear My (Im)possible Baby (2015, 30’), prima italiana. Documentario sulla mostra di Ai Hasegawa in programma durante il festival, tra arte, computer grafica, biotecnologia e diritti lgbt.

Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza (Waga seishun no Arcadia, 1982, 130’) di Tomoharu Katsumata, versione originale, sottotitoli italiani, mercoledì 10 luglio (ore 22).

Uno dei film più amati dai fan di Capitan Harlock, prodotto dopo lo straordinario successo della serie televisiva. La guerra contro gli Umanoidi di Illumidus è perduta, la libertà una chimera. Un valoroso guerriero torna stanco ma indomito sul suo pianeta occupato: il suo nome è Harlock. Le città sono in rovina e i governanti corrotti non hanno esitato a rendersi all’invasore. Ma c’è ancora qualcuno che combatte per la libertà: Maya, la voce della resistenza Zoll, il mercenario di Tokarga deciso a vendicare il suo popolo Esmeralda, la misteriosa piratessa spaziale…

Durante la giornata saranno proposti i primi episodi della serie “Capitan Harlock” nell’ambito della giornata dedicata ai 40 anni della serie, in versione originale con i sottotitoli italiani; un incontro con ospiti; e una mostra con le opere autografe di Leiji Matsumoto, creatore di Capitan Harlock.

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