Biblioteca: luogo di cui si è sentita la mancanza.

In questi ultimi due mesi ho sentito immensamente la mancanza della biblioteca.

Della biblioteca come luogo di cultura, come spazio per le idee, come zona studio e, soprattutto, come luogo dove trovare alcuni degli oggetti più affascinanti e misteriosi: i libri.

Mi sono mancati i giri a vuoto che facevo tra i vari corridoi in cerca delle lettere e numeri per trovare i libri da studiare, o i dizionari da consultare, o i manuali per la preparazione ai test d’ingresso all’Università o semplicemente di alcune letture che volevo fare per mio interesse.

In particolare, la biblioteca comunale a Trento ha da qualche mese inaugurato uno spazio per i libri tradotti in lingue straniere, anche extra-europee. Pur non parlando arabo o turco o cinese, mi affascinava vedere come la cultura non ha barriere e come si possa godere dello spettacolo di un libro aperto, anche se non si riconoscono le parole.

Mi sono mancati i prestiti mensili e la possibilità di rinnovarli, perché magari si vuole leggere lo stesso libro un’altra volta o perché un mese non basta per leggere 600 e più pagine.

Mi sono mancate le donazioni che facevo alle biblioteche, i banchetti che invitavano a scambiarsi i libri gratuitamente, mi sono mancate le battute con i bibliotecari e i loro continui richiami al silenzio quando entravano i bambini.

Mi è mancata la possibilità di avere accesso alla cultura in poche parole.

Probabilmente mi piacciono ancora i libri stampati, visto che non leggo e non scarico e-book; probabilmente sono molto nostalgica visto che mi piace l’idea che esista un luogo in cui le persone sono letteralmente circondate dai libri, come una specie di riserva naturale protetta in cui gli esseri umani sono al tempo stesso estranei e ospiti graditi.

Mi sono mancate le avventure e le riflessioni che vivevo con gli occhi dei personaggi di autori di fantascienza, fantasia, distopia, dramma, racconti biografici e storici.

Mi sono mancate le parole e la capacità di leggerle, mi sono mancati gli spunti letterari che, dopo aver terminato un libro, ti conducono a dieci altri libri analoghi nel genere, ma diversi nel contenuto.

Mi è mancata l’intelligenza che proviene dai libri.

In poche parole: mi è mancata la sensazione di un libro tra le mani.

Sono contenta che invece per milioni di italiani il Covid-19 abbia portato più libri, più cultura e più voglia di leggere di prima. Sono contenta che milioni di italiani si siano attaccati ad uno schermo per leggere e non solo per fissare. Sono contenta che si sia trovato il tempo per leggere e si sia riscoperta la bellezza della lettura.

Se questa pandemia ha da insegnare qualcosa, quella cosa è anche la lettura che forse era caduta nel dimenticatoio, ignorata da troppo tempo.

E per i nostalgici della biblioteca come me, tenete duro: tra un po’ si riapre e, nel rispetto delle norme, non si avrà più la mancanza delle lettura.

Martina Seppi

Immagine: Foto di congerdesign da Pixabay

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