Boris Johnson conquista gli exit poll: si riaprono le trattative per la Brexit

Vittoria del partito dei conservatori di Boris Johnson: il rieletto Primo Ministro Britannico conquista gli exit poll con più del 40% dei consensi del Paese, mentre crolla il partito laburista con il 32%. Vittoria anche del processo Brexit, con una netta maggioranza conservatrice che molto probabilmente porterà a casa l’accordo definitivo per il divorzio tra Londra e Bruxelles. Anche l’UE si è definita pronta ad un accordo per chiudere definitivamente il lungo capitolo del Referendum pro-Leave.

La buona notizia è quindi la luce in fondo al tunnel delle contrattazioni, la cattiva è il probabile esito di questa luce per i cittadini europei che vivono nel Regno Unito: già con l’ultimo trattato proposto da Johnson si parlava di introdurre l’obbligo di visto e passaporto per i cittadini europei anche per le semplici visite turistiche in Gran Bretagna e, ovviamente, per motivi di studio e di lavoro.

I cittadini europei, che attualmente non hanno il passaporto britannico, vedranno quindi aumentare la burocrazia (e i costi) per entrare nel Regno Unito, una prospettiva che di certo non allieta molti. Anche se ciò fosse, gli esiti della Brexit potrebbero essere ancora peggiori: uno dei motori della campagna del Leave, che ha poi decretato la sua vittoria, è il fattore immigrazione, percepita come una variabile imposta da Bruxelles e sulla quale la Gran Bretagna non aveva abbastanza sovranità. Andrebbe comunque ricordato che la Gran Bretagna non ha firmato il trattato di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini europei e che molta immigrazione nel Regno Unito proviene da Stati fuori dall’Unione Europea , i quali devono già presentare i dovuti documenti per entrare nello stato britannico. Tuttavia, i flussi migratori nel Mediterraneo hanno spaventato l’elettorato britannico che sembrava quasi intenzionato ad una chiusura totale verso qualsiasi persona che arrivasse sul loro territorio, inclusi i cittadini europei. Dunque, il fatto di dover presentare visto e passaporto per lavorare, studiare e visitare il Regno Unito è senza dubbio molto più equo della prospettiva di non poter più entrare nel Regno Unito (o di esserne cacciati via) semplicemente perché stranieri.

Ovviamente si attende la proposta finale di accordo, però mi sembra già qualcosa per cui vale la pena tirare un sospiro di sollievo.

Martina Seppi

Immagine: Foto di DANIEL DIAZ da Pixabay

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