Calcio e diritti tv: valore, negoziazione, durata, piattaforme. Una guida

diritti

diritti

Quello dei diritti televisivi sul calcio è sempre un tema molto dibattuto, soprattutto in Italia. Da qualche anno a questa parte riuscire a seguire tutte le partite di una singola squadra è diventato molto più difficoltoso perché più canali e piattaforme sono riusciti ad accaparrarsi la possibilità di trasmettere un determinato numero di partite, relative magari ad una specifica competizione. Come se non bastasse, il boom del digitale ha offerto nuove soluzioni per le trasmissioni e oggi basta anche un semplice dispositivo portatile per guardare una partita in tutta tranquillità. Per quanto riguarda la Serie A, oggi il palinsesto di ogni giornata di campionato è interamente disponibile solo sull’app DAZN, che gode anche della Serie B e di altri campionati, ma che non trasmette la Champions League.

A ottobre 2023 l’assegnazione dei diritti tv è avvenuta mediante una votazione dall’assemblea che riunisce i rappresentanti delle 20 società di Serie A: sono stati 17 i voti favorevoli. La suddivisione delle partite è rimasta invariata rispetto al passato e sono sempre 7 i match che la piattaforma trasmette in esclusiva, lasciandole solo 3 a settimana a Sky. Attualmente la Serie A incassa circa 930 milioni di euro a stagione per la vendita dei diritti: quasi 100 milioni in più rispetto alla cifra garantita da Sky e Mediaset nel triennio che andava dal 2012 al 2015. Un dato che però sembrerebbe destinato a scendere a 900 milioni per il prossimo futuro. Di questi, 700 vengono pagati dal solo DAZN.

Il nuovo periodo di validità dei diritti dura 5 anni e terminerà nel 2029. Ciononostante, la concorrenza tra le varie tv e piattaforme resta più che evidente. Sebbene Sky non vanti più la supremazia di un tempo, continua a trasmettere complessivamente 800 partite all’anno tra calcio italiano ed estero, limitandosi però il più delle volte a garantire solo il meglio di altri campionati. Più di recente si è fatta avanti anche Amazon Prime, che trasmette la Supercoppa Europea e una singola partita di Champions a settimana, tutto in esclusiva. Rimane da capire come cambieranno eventualmente i programmi a partire da settembre, dato che dalla stagione 2024/2025 la Champions League conoscerà un nuovo format. Una novità che porterà ad un aumento del numero delle partite.

Anche alcune realtà più piccole, comunque, contribuiscono al grande calderone dei diritti tv. Si pensi ad esempio a NOW Tv, una piattaforma di streaming la cui proposta è paragonabile a quella di Sky, ma che è accessibile solamente via internet. Mediaset Infinity +, invece, trasmette 100 incontri di Champions a stagione. Raccapezzarsi tra le varie vie percorribili rischia però diventare molto complicato alla lunga. Per riuscire a guardare già solo tutta la Serie A e tutta la Champions League è necessario sottoscrivere 3 abbonamenti.

Fino alla fine degli anni ‘70 la vendita di diritti televisivi in relazione al mondo del calcio non era minimamente contemplata. Basti pensare che la stampa e anche le tv private erano libere di transitare negli stadi liberamente, senza dover chiedere alcuna autorizzazione per riprendere e trasmettere gli eventi sportivi. Oggi, invece, la situazione è totalmente cambiata a livello commerciale ed esistono persino canali tematici di proprietà dei club, che offrono contenuti esclusivi. In Italia uno dei più iconici è quello dell’Inter, che peraltro secondo le quote sulla vittoria dello scudetto quest’anno ha la strada spianata verso la conquista del tricolore. Sono proprio le big a prendersi le fette più grandi della torta quando si tratta di suddividere gli introiti dei diritti. A differenza di quanto accade in Premier League, questi ultimi non possono contribuire a colmare il netto divario tecnico tra le squadre di vertice e le formazioni più provinciali.

Iscriviti alla newsletter settimanale per rimanere aggiornato su tutti i nostri articoli!