Recensione dello spettacolo “CALL CENTER 3.0”, al TEATRO DEI SERVI fino al 10 marzo

foto gruppo ok

MAURO ATTURO                         NICOLA CANONICO

               per Problem Solving           &            per Good Mood

Presentano

CALL CENTER 3.0

Scritto e diretto da Roberto D’Alessandro

Con

Franco Oppini, Milena Miconi, Luca Capuano, Karin Proia, Pietro Genuardi, Roberto D’Alessandro e Cecilia Taddei

Chi di noi non ha mai ricevuto una telefonata da un Call Center?  Sembrava essere una delle tante per Giovanna che l’ultimo giorno dell’anno si ostina a raggiungere il suo obiettivo di fine produzione ed invece compone un numero di telefono che coinvolgerà in un episodio dal risvolto tragicomico l’intero Call Center.  Tutto, in questa storia, sembra essere fuori dall’ordinario. Protagonista della vicenda è appunto un call center, anzi no, la sua proprietaria Luisa, anzi no, la sua proprietaria col suo compagno Mario, anzi no… la vera protagonista è l’ultima nuova assunta, Giovanna, con il suo tutor Filippo, anzi no, protagonista è la disperazione di un licenziato, uno a cui dà di volta il cervello e decide di farla finita trascinandosi dietro più gente che può, così il mondo impara. Protagonista vero è Giorgio, un uomo che fatica a rapportarsi con il mondo che gli cambia continuamente davanti agli occhi. La donna delle pulizie e una guardia giurata completano i personaggi di questa storia.

Un mondo migliore è possibile, in questo Occidente precarizzato, socialmente polverizzato? Viviamo in una civiltà prossima alla dissolvenza, eppure anche ciò che sembrerebbe irrecuperabile può diventare un’occasione per rendere le persone migliori. E così Luisa, illuminata proprietaria e manager della società, crea intorno a sé un mondo dove le persone stanno bene, e riesce a redimere anime disperate come Giovanna e come Giorgio, complici i suoi fedeli collaboratori, Mario e Filippo. Come è possibile una storia del genere? È possibile solo se nel cuore delle persone alberga l’amore, quello che nasce e quello che finisce, quello che c’era e quello che ci sarà. CALL CENTER è una commedia di situazione, dove l’umanità dei personaggi e i loro rapporti, tra contrasti, speranze, desideri, illusioni animano una notte di San Silvestro che resterà impressa per sempre nelle loro anime. Una commedia brillante, a tinte un po’ tragiche, un po’ rosa, con un finale da ultimo dell’anno: a fuochi d’artificio perché infondo Un mondo migliore è davvero possibile.

Recensione

Uno spettacolo gradevole e a tratti divertente. Uno spettacolo che tratta un tema attuale: quello del lavoro, dei call center e del desiderio di una vita normale.

Sulla scena troviamo personaggi diversi e con vissuti differenti.

Giovanna, interpretata da Milena Miconi, la quale emerge per bravura, è un ex prostituta ed una donna in cerca di normalità e sicurezza: elementi che trova nel suo lavoro all’interno del call center.

Filippo, interpretato da Franco Oppini, è un personaggio, che a mio avviso, convince molto nelle parti divertenti e meno nelle scene in cui tenta di approcciare Giovanna con scarsa eleganza: questo, forse, deriva dalla consapevolezza dell’ex lavoro di Giovanna che lo porta ad essere sgradevole nell’approccio.

L’addetto alla sicurezza, Domenico, “italo – calabrese”, è interpretato da Roberto D’Alessandro: ha il sogno di cantare e poche possibilità nel realizzarlo. Il suo è un ruolo marginale ma altrettanto fondamentale all’interno della dinamica.

Il general manager Mario, interpretato da Luca Capuano, è innamorato del CEO della società, alias Luisa (Karin Proia) la quale non sembra comprendere il suo desiderio di “altro”; un altro che sia passione, ideale e ricerca della propria felicità.

Teresa, (Cecilia Taddei) donne delle pulizie, di origine rumena, sarà colei che determinerà la vicenda e scatenerà l’imprevisto. L’imprevisto avrà la voce e il volto di Giorgio (Pietro Genuardi), il quale entrerà in modo preponderante nel micro cosmo del call center scompigliando gli equilibri, disturbando i suoi abitanti e sconvolgendo la notte di Capodanno.

La pièce acquista maggiore valore nella sua seconda parte, divenendo più dinamica ed interessante. Si susseguono, infatti, dialoghi ed azioni che rendono l’opera meno “scontata”.

Lo spettacolo vuole rappresentare un mondo del lavoro diverso, in cui vige il rispetto dell’individuo e delle sue capacità. Forse prevale una visione idilliaca o si porta semplicemente in scena una speranza ma uscendo dal teatro si ha il sorriso sul volto e questo, probabilmente, è l’importante.

Dal 22 febbraio al 10 marzo

TEATRO DEI SERVI

Via del Mortaro, 22 – Roma

1° settimana Venerdì ore 21, Sabato ore 17.30 e 21, Domenica ore 17.30

II e III settimana da Martedì a Venerdì ore 21, Sabato ore 17.30 e 21, Domenica ore 17.30

Prezzi: platea 24 euro Galleria 20 euro

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