Childfree: le donne che scelgono di sterilizzarsi per non avere figli. Arrivato dall’America, ora il movimento si sta diffondendo in Italia. Non mancano le polemiche.

Dal movimento femminista degli anni 70′ molte cose sono cambiate per le donne, in Italia e nel mondo e, sebbene a persistere sia ancora quell’idea nient’affatto originale di ostacolare e discriminare i progressi della liberazione femminile (come non ricordare la recente campagna comunicativa del Ferility Day promossa dal Ministero della Salute) si è  giustamente riconosciuto che la donna non deve essere più soltanto moglie e madre e che anche lei ha diritto alla realizzazione personale ed all’affermazione sociale.

Che cosa significa essere Childfree? Il termine indica un modo piuttosto recente di vivere e pensare la femminilità: la decisione di non avere figli. Spesso chi non vuole avere figli è esposta in continuazione a congetture sui motivi: una donna che arrivata alla soglia dei trent’anni ama vivere ancora come Cyndi Luper in Girls Just Want To Have Fun, viene considerata da chi invece, i figli li ha, una forma di vita amorfa. Eppure le donne dovrebbero poter essere libere di rappresentare non solo e non più un ruolo biologico, si dovrebbe poter essere libere di dire senza ipocrisia che mettere al mondo dei figli è un impegno enorme e richiede sacrifici che non tutte siamo destinate a voler compiere: essere madre dovrebbe poter essere una scelta e non una definizione.

Il processo di emancipazione (almeno quello ipotetico) ha portato nel corso del tempo ad un graduale inserimento della donna nelle attività riservate in passato prevalentemente agli uomini: totale partecipazione all’esercizio delle professioni, partecipazione alla vita politica, partecipazione alla vita sociale e amministrativa. Allora, perché una donna che ha superato la soglia degli anta, viene subissata da domande inquisitorie sul desiderio di procreare?  Non è da tutte emozionarsi all’idea si farsi sanguinare i capezzoli, sottrarre il sonno (quello pacifico e giusto). Credo si possa ammettere quel piccolissimo (minimizzo per i più sensibili) spazio fortemente negativo dell’evento: l’idealizzazione comune della maternità come esperienza totalizzante. Perché? La realizzazione del sé dovrebbe prescindere da quanti figli riusciamo a mettere al mondo; basterebbe pensare ad esempi come Rita Levi Montalcini e Margherita Hack che hanno preferito il creare al procreare.

Le donne che vivono all’insegna del Childfree purtroppo vengono molto spesso tacciate di egoismo narcisistico ma è sempre vero che donare la vita sia realmente un atto supremo di generosità?

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