“Ciao Mega, arrivederci”. L’addio ad Antonio Megalizzi, il suo lavoro fa riflettere sull’importanza dell’Unione Europea.

Giovedì 20 dicembre ore 14:30. La città di Trento si ferma a commemorare il giornalista Antonio Megalizzi, studente all’Università di Trento e da tre anni impegnato fisso a Strasburgo per il progetto di radio europea Europhonica.

A parlarne al funerale è un suo collega e amico che racconta di come Antonio lavorasse dalle 6:30 alle 21 ogni giorno, sempre in giro per i corridoi del Parlamento Europeo a caccia di interviste. Un ragazzo “Mega”, il suo soprannome scolastico ricordato da un’amica che, con voce rotta, ha enfatizzato più volte che quel “Mega” si riferiva alle doti speciali di Antonio nello spiegare la politica ai compagni di classe, nella sua convinzione di diventare giornalista e nelle sue doti di persona veramente fuori dal comune.

Il suo amore per l’Unione Europea stride molto con il clima di divisione e ostilità all’interno e nei confronti della stessa, sentimenti avversi che vengono dimostrati quotidianamente da diverse voci politiche europee. Nell’Italia di Salvini, delle lettere di Babbo Natale e nella sorte incerta della Brexit in Gran Bretagna, l’impegno di Antonio sembra venire da un altro pianeta, una forza motrice che sprona a credere nel progetto comunitario, partendo dalle sue fragilità. La sua dedizione mi ha spinta ad interrogarmi su cosa rappresenti questa Unione per noi giovani. Se da una parte si è quasi vittime di un groviglio di informazioni che descrivono l’Unione Europea come un grande baraccone burocratico che impone le sue leggi, dall’altra lo sforzo di Antonio di sfatare questi falsi miti e la sua costante ricerca di nuovi metodi per spiegare a tutti noi cosa fosse realmente l’Unione Europea fanno pensare che bisogna informarsi bene prima di parlarne, o meglio sparlarne. Certo, ci sono innegabili limiti, buchi legislativi e interessi di alcuni Paesi forti in gioco e non è facile innamorarsi dell’Unione Europea e attivarsi per difenderla. Tuttavia, l’informazione di qualità resta il modo migliore per individuare gli ingranaggi bloccati e adoperarsi per ripararli piuttosto che per romperli. In questo, Antonio è stato un grande pioniere, grazie alle sue doti di impegno, interesse e spirito di indagine unite al suo desiderio di unirsi in un vero continente europeo senza barriere, l’Unione come antidoto a frizioni, conflitti e divisioni all’interno e fuori dalla famiglia europea. E proprio come la famiglia di Antonio piange la morte violenta del figlio, così l’intera comunità di Trento e dell’Europa piange la giovane promessa di una crescente passione verso la nostra Unione Europea, qualche giorno prima di Natale, il 20 dicembre alle 14:30.

Martina Seppi

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