Corsa alle presidenziali americane: il Super Tuesday.
Il Super Tuesday ha visto la ribalta di Joe Biden contro gli altri cinque candidati democratici per la corsa alle presidenziali di novembre in cui verrà eletto il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.
I giochi non sono ancora del tutto fatti per il partito Dem, dato che a luglio ci sarà la nomina effettiva del loro candidato: per ora, Joe Biden e Bernie Sanders sembrano i potenziali rivali.
Ex-vice di Obama, Biden è stato il più votato in 10 dei 14 stati: Texas, Virginia, North Carolina, Alabama, Massachusetts, Tennessee, Minnesota, Arkansas, Oklahoma e Maine (fonti ISPI). L’elettorato di Biden si compone di over 45, moderati e afroamericani, ma suo desiderio è anche coinvolgere altri gruppi sociali, come giovani, latini e progressisti.
Dall’altra parte della barricata ci sarà ancora Donald Trump, forte dei consensi sulla situazione economica, estremamente carismatico ed attrattivo su temi ipersensibili in America, come la protezione dei confini dai clandestini del Sud America, il protezionismo come difesa dell’economia americana e il ritiro delle truppe americane da guerre reputate non prioritarie per la sicurezza degli States. Inoltre, Biden si dovrà scontrare con un tipo di retorica schietta e diretta che caratterizza Trump, una retorica che si basa sulle paure, ma anche sul malcontento dell’elettorato americano. Nonostante Trump abbia affrontato e affronti tutt’ora polemiche, proteste e impeachment, resta ancora estremamente popolare in America.
Non è inoltre da escludere che gli americani decidano di dargli altri 4 anni di fiducia così da completare il ciclo massimo di 8 anni e poi tirare le somme dell’era Donald Trump.
Se si ragiona più a lungo termine, viene da chiedersi quale eredità Trump lascerà al partito dei repubblicani, che l’attuale Presidente ha sempre più polarizzato e trasformato in un partito populista, anti-establishment, che guarda a sé stesso e non ha particolare sensibilità per la diplomazia e alleanze politiche.
Nonostante i recenti sondaggi diano il consenso di Trump al 44,5% contro il 50% di Biden, la storia ha il brutto vizio di ripetersi e lo spettro della presunta vittoria di Hilary Clinton potrebbe fare di nuovo capolino. Infatti, i sondaggi da soli danno un’istantanea del gradimento dell’elettorato, ma non tengono in considerazione i famosi Swing States, stati che storicamente non sono né repubblicani né democratici e che possono riservare sorprese inaspettate, come la Clinton ha sperimentato.
È ancora presto per tirare le somme. In fondo, siamo solo al Super Tuesday.
Martina Seppi