“Dieci minuti” di Maria Sole Tognazzi: la recensione

Dieci minuti - credits: Luisa Carcavale

Dieci minuti - credits: Luisa Carcavale

“Dieci minuti”, nelle sale dal 25 gennaio, è un film diretto da Maria Sole Tognazzi, co – sceneggiato insieme a Francesca Archibugi, liberamente ispirato al libro di Chiara Gamberale, in cui debolezza e potenza si mescolano creando l’idea della sceneggiatura.

“Dopo aver letto il romanzo Per dieci minuti di Chiara Gamberale ho incontrato Francesca Archibugi, con cui ho iniziato a parlare di quanto questo libro contiene un’idea potente” – dichiara la regista.

Dieci minuti -  credits: Luisa Carcavale
Dieci minuti – credits: Luisa Carcavale

Potenza e sofferenza perché il tema centrale del film è l’abbandono. Un dramma esistenziale al cui centro si trova la giovane protagonista Bianca (Barbara Ronchi), di origini siciliane, trasferitasi a Roma ai tempi dell’università. Sono passati molti anni per la giovane studentessa fuorisede che adesso abita in una villetta residenziale con il suo compagno Niccolò (Alessandro Tedeschi). Diciotto anni di convivenza, una vita borghese, semplice, agiata, l’equilibrio di un lavoro, ma forse tutto ciò non è un punto d’arrivo. Depressa, assorta in pensieri astratti, stanca di ogni cosa, anche delle proprie passioni, Bianca non si rende conto che sta perdendo tutto.

Una vita persa attraversata da una malinconia incolmabile.

Dieci minuti -  credits: Luisa Carcavale
Dieci minuti – credits: Luisa Carcavale

Un dramma moderno, non facile da risolvere se non fosse per la terapia proposta dalla burbera dottoressa Brabanti (Margherita Buy). Un trattamento innovativo, una cura d’urto: dieci minuti al giorno la paziente dovrà fare qualcosa che non ha mai fatto nella vita. Travolta da continui imprevisti, Bianca si avvicina alla sorellastra Jasmine (Fotinì Peluso) che non ha mai incontrato prima, giacché il padre ha sempre tenuto ben separate le due famiglie. Jasmine non è la sola novità. Lentamente, nel gioco dei dieci minuti, Bianca imparerà ad aprire lo sguardo al prossimo, conoscere i propri limiti, oltrepassarli, soffrire, fino alla rinascita.

credits: Luisa Carcavale
credits: Luisa Carcavale

Il film incolla lo spettatore allo schermo, anche grazie all’aspetto tecnico dei continui passaggi temporali, causati dall’annebbiamento della protagonista.

credits: Luisa Carcavale
credits: Luisa Carcavale

Passato, presente e un possibile futuro basato sulla scelta di star bene. Il film potrebbe essere indirizzato a un pubblico femminile ma in realtà come sottolinea la regista è rivolto a tutti: “un film che parla a tutti, chi non ha vissuto una separazione, un dolore o una rottura? Dieci minuti non è solo rivolta alle donne”.

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