Django Unchained: “quel negro che fa la differenza”

“Io sono quel negro su 10 mila”.

Django Unchained, film del 2012, diretto e scritto da Quentin Tarantino, racconta proprio la storia di quel “negro” che riesce a riprendere in mano la sua vita e togliersi di dosso le catene della schiavitù.

Il film è ambientato nel 1858 in America e racconta un pezzo della storia americana e non solo, assurda e triste: lo schiavismo. Lo racconta in modo a tratti brutali e a tratti surreali, tipici di Tarantino.

I personaggi principali, Django e il dottor King Schultz vengono interpretati brillantemente da Jamie Foxx e Christoph Waltz, e da subito conquistano il pubblico.

Leonardo DiCaprio nel ruolo Calvin J. Candie perde un po’ della sua naturale bellezza, suscitando ribrezzo e disgusto per quanto negativo sia il suo personaggio: un negriero di lottatori mandingo, oltre ad essere un ricco latifondista.

Ciò che rende la storia ancora più originale e coinvolgente è la ricerca della moglie di Django, venduta a Candie e il viaggio che i due protagonisti compiono per cercare di farla diventare libera, fingendosi due negrieri in cerca di lottatori.

La moglie, una splendida Kerry Washington, nel ruolo di Broomhilda von Shaft, rimane molto marginale come presenza nel film, eppure quasi tutta la trama sarà sviluppata intorno alla sua figura. La storia tra Django e Broomhilda, nel film, sarà assimilata alla leggenda di Sigfrido (il guerriero che non conosce la paura, alla ricerca della sua Brunilde, imprigionata in un sonno forzato dal potente e avido Wotan, quello che Sigfrido non sa essere suo nonno).

Tarantino in merito alla citazione nel film ha detto: “Quando ho iniziato a scrivere il film avevo ben chiaro chi fossero i miei personaggi e sapevo in che modo volessi far andare la loro storia. È però successo che sono andato a trovare il mio amico Christoph (Waltz) il quale mi ha portato a vedere L’anello del Nibelungo di Wagner a teatro. È un dramma in quattro parti e la prima sera, colpa di un impegno, non ero potuto andare, così la seconda sera a cena prima dello spettacolo Christoph mi ha fatto un riassunto della prima parte. Sembrava una storia intorno al fuoco, era perfetto. Quando poi ho visto l’opera ho notato quanto somigliasse alla storia che stavo scrivendo, a quel punto ero già arrivato circa a metà della sceneggiatura, anche perché il caso voleva che avessi già scelto il nome di Brunilde per la moglie di Django”.

Film che merita di essere visto in quanto fa comprendere ancora di più un pezzo di storia  di cui il mondo si è fatto colpevole.

Guardando il film ho percepito non solo il dolore vissuto dagli schiavi in quegli anni ma il dolore che giornalmente vivono in alcune parti del mondo le popolazioni vittime della guerra. Il contesto è differente ma il dolore è simile: imprigionati in un mondo che non si è scelti con un destino già segnato.

A volte però quel “negro” su 10 mila può fare la differenza e rappresentare il simbolo di una possibile libertà; perché l’uomo non si arrende finché non è finita davvero!

Voto: 8

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