Esplosione a Beirut: la dinamica non è ancora chiara. Il Libano ha aperto un’indagine nazionale

Beirut

Le immagini dell’esplosioni sono scioccanti: una prima esplosione squarcia il cielo con un boato, seguita da una seconda che causa uno spostamento d’aria percepita a diversi isolati di distanza e una nube bianca. Sembra un tornado che sbuca dalla terra, che si avvita su sé stesso distruggendo case, schiacciando macchine e causando (dati del 7 agosto) 154 morti, 5.000 feriti e più di 300.000 sfollati.

In un Paese dove il tasso di inflazione ha raggiunto il 250%, il debito pubblico è al 170% del PIL e un libanese su due è a rischio povertà (dati dell’ISPI), la tragedia di martedì 4 agosto getta ancora più nello sconforto un territorio ancora segnato dalla guerra civile e dal conflitto con la Siria.

Un tempo il Paese dei cedri, del vino e di un’economia florida, il Libano è oggi una terra che fatica a riprendersi, sede anche del famoso gruppo terrorista Hezbollah.

La dinamica dell’esplosione è ancora poco chiara: verso il tardo pomeriggio di martedì 4 agosto un carico di circa 2750 tonnellate di nitrato d’ammonio prende fuoco, causando una completa distruzione del porto di Beirut, rovesciando una nave da crociera ormeggiata e rilasciando sostanze tossiche nell’aria. Questo almeno era quanto riportato dai giornali fino a qualche giorno fa, quando è saltato fuori l’elemento di un deposito di armi nella zona portuale che avrebbe aggravato i danni causati dalla prima esplosione. Ieri sera, tuttavia, anche questa tesi è andata in crisi, quando il leader del movimento terrorista di Hezbollah, Hassan Narsallah, ha negato uno stoccaggio di armi nella zona del porto.

Non è dunque ancora chiara la dinamica del disastro a Beirut, tuttavia, il Libano ha aperto un’indagine nazionale per indagare sull’accaduto, mentre ha respinto l’ipotesi di un’inchiesta internazionale. Questo perché il presidente libanese Michel Aoun ha avanzato l’ipotesi che queste esplosioni siano state causate da “un’aggressione esterna, con l’ausilio di un missile, di una bomba o di un altro mezzo“. Spunta, quindi, l’ipotesi di un attacco terroristico contro il Libano. Israele ha negato ogni tipo di coinvolgimento con l’esplosione e persino Hezbollah ritiene che si sia trattato di un incidente: sta di fatto che anche il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dei dubbi sulla natura accidentale dell’esplosione. Per ora si calcola ancora il bilancio dei morti, dispersi e feriti, aspettando i risultati dell’inchiesta.

Martina Seppi

Immagini: Foto di djedj da Pixabay

Iscriviti alla newsletter settimanale per rimanere aggiornato su tutti i nostri articoli!