“Estate strana”: versi di David Taglieri

Riunioni di scrittori sotto un sole d’estate
il distanziamento era logico, banale, ripetuto fino alla nausea, ma era l’unico antidoto ad ansie immotivate.
La cultura non si poteva fermare
anche lì fra un sentiero di montagna ed un’ipotesi balneare.
E mentre in città si respirava solitudine
che acuiva lo smarrimento della pandemia
nelle località vacanziere l’entusiasmo era contenuto.
Perché scappare non era servito
perché un sentimento di rabbia e delusione non si era affievolito…
viaggio di andata e viaggio di ritorno
senza una meta precisa
ma a metà di un obiettivo.
L’obiettivo di una fotografia
che immortalava una speranza
dato che il realismo per quanto duro
conteneva un cielo in una stanza.
E mentre la politica incomprensibile tentava nell’impresa di gestire l’esistente
era in attesa la gente
di una soluzione per respirare di nuovo senza una mascherina
e vivere intensamente il presente.
Sacrificio minimo
di fronte agli impegni dei sanitari in sala operatoria
molti si facevano l’autoscatto invece, per esaltare una gloria piena di boria.
Notizie di vaccini si avvicendavano
disegnando in un piccolo quadro di vita, un momento contradditorio, inspiegabile, strano…
all’improvviso su un mare sconosciuto un gabbiano iniziò ad intonare una canzone
era l’inizio preciso per eliminare il torpore
e ricominciare a stringere un’emozione.

 

Immagine: Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

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