ETTORE FILIPPI – VERSO SERA: è uscito l’album d’esordio del cantautore trentino co-prodotto da Roberto Segato

ETTORE FILIPPI

“VERSO SERA”

È L’ALBUM D’ESORDIO DEL CANTAUTORE TRENTINO CO-PRODOTTO DA ROBERTO SEGATO

Sospeso fra conscio e inconscio in bilico tra l’affidabilità di un post-rock “jazzato” e l’inafferrabilità di suoni acidi e distorti, arriva il primo intenso lavoro da solista dell’ex componente della band RSU.

“Verso sera” rappresenta il luogo spazio-temporale della riflessione, dell’analisi di ciò che si è fatto e di ciò che per vari motivi non abbiamo portato a termine, delle vittorie e delle sconfitte. Delle prese di posizione, dei programmi d’intenti, ma anche dell’abbandonarsi al declinare del giorno.

Musicalmente, la scelta stilistica guarda ad una compresenza di materiali che si rifanno a generi diversi. Da atmosfere tra progressive e ambient contemporanee a momenti più “acidi” e di tensione post rock che accolgono punte di sonorità jazz.

TRACK BY TRACK

CADDERO LE STELLE

Il brano racconta dello smarrimento di una civiltà, difronte alla perdita improvvisa ed inaspettata dei propri punti di riferimento, quando tutti gli strumenti che fin lì avevano saputo guidarla, non le permettono più di decifrare una realtà mutata e impenetrabile.

LA SERA DEL FAUNO

Dopo il pomeriggio estatico-sensuale del fauno di Mallarmé, qui il suo perdersi nello specchio riverberato della sera. Dalle passioni oniriche alla realtà trasfigurata nell’abbandono dello sguardo panico sul mondo. La musica disegna un ambiente inizialmente statico, fatto di suoni in lontananza, attraversato da “folate” di luce, che via via trova nel momento dell’unione del satiro con il tutto la sua espressione dinamicamente più ampia. Il flauto, come nel “prelude” di Debussy, rappresenta lo strumento iconico di questa figura mitologica.

LA SERA, IL RACCOLTO

Il poeta, che soffia ombre di voci nella sera. Cadono gocce, si formano torrenti che risalgono i monti. Le parole disseminano di fiori il cielo. Questo s’apre, rivelando la fonte a cui ci si disseta per vivere pienamente, liberi. Il brano inizia con un crescendo timbrico-armonico, sottolineato dalla lenta progressione del piano che si apre ad uno spazio sonoro ampio e dinamico. Quest’idea viene ripetuta, amplificandola anche armonicamente, nell’intento di sottolineare l’allargarsi dell’orizzonte.

LA PARTITA

Sottotraccia la partita tra il cavaliere e la morte ne “il settimo sigillo” di Bergman. Però qui è contro la vita e le sue avversità che ci troviamo, più o meno consapevoli, a giocare. La posta in gioco è la sopravvivenza ai propri errori, alle proprie debolezze, anche con l’inganno dei sogni, se vogliamo.  Ma con i pugni in tasca. Come per il brano d’apertura del disco, in questo pezzo – che rappresenta una sorta di “a capo” nella struttura dell’album – il materiale sonoro viene elaborato nel rapporto tra staticità e massimo dinamismo timbrico-sonoro; il tutto – nelle intenzioni – reso ancora più aspramente.

UNA STAGIONE ALL’INFERNO

Una preghiera laica della sera… La consapevolezza di una fragilità, umana ed esistenziale. Un sentimento che credo diffuso, durante le riflessioni faccia a faccia con la propria caducità. Una preghiera che non chiede assoluzione, ma che fa tesoro di quei momenti di calore umano, qua e là disseminati nel cammino. Coi piedi laceri, ma sorridendo alla notte pagana…Una prospettiva sonora che, nelle intenzioni, rimanda alla musica di Cave (hammond, campane).

SERE DI MAGGIO

La sera dell’infanzia, della scoperta e di quel saper vivere “qui ed ora”, che caratterizza la dimensione del fanciullo. Il suo ricordo, che lenisce le ferite, ma che rimane anche segno indelebile, finanche monito di cosa siamo stati e di cosa siamo fatti. Musicalmente il brano più disteso, che porta una leggerezza compensativa nello sviluppo di questo lavoro.

CREPUSCOLO

È un commiato, una eco musicale, e il suo riverberarsi: il tentativo di dilatare lo spazio temporale prima dell’arrivo dell’oscurità.

Autoproduzione

BIO

Ettore Filippi vive e lavora a Trento.

Compie i primi studi musicali da bambino suonando la tromba; da autodidatta impara a suonare le tastiere. All’età di vent’anni inizia la prima esperienza con gruppi musicali della zona nell’ambito del pop rock italiano, prima come tastierista, poi come cantante. La sua esperienza in quell’ambito culmina con il gruppo degli RSU, di cui è co-fondatore e cantante, delineandone la linea musicale e occupandosi della creazione dei testi. Questa collaborazione lo porta a esibirsi in diverse situazioni in ambito italiano, proponendo un sound che guarda in parte al crossover, in parte ad influenze industrial (NIN, Young Gods..). Nel frattempo si iscrive al corso di canto lirico, presso il conservatorio della città.  Spiccano, nei primi anni 90 le partecipazioni come finalisti ad Arezzo Wave e Rock Targato Italia. A Milano il gruppo apre il concerto dei Rage against the machine. A ridosso della firma del contratto con una major, abbandona il gruppo, che autonomamente proseguirà seguendo un proprio percorso musicale. Inizia così un nuovo corso caratterizzato dallo studio del canto e successivamente della composizione. Si diploma in canto e, a metà anni 2000, si laurea con lode in Composizione e linguaggi musicali del ‘900, sotto la guida del M° Cosimo Colazzo. Durante questo periodo alcune sue composizioni vengono eseguite durante festival di musica contemporanea (Mondi sonori, Festival contemporanea Lucca). Nel 2004 vince il primo premio al concorso di composizione “Val Sassina”, col brano “Natale 1833” su testo del Manzoni. Parallelamente continua con l’attività di cantante, dedicandosi all’esecuzione di brani tratti dal repertorio liederistico di area tedesca e francese (Strauss R., Schubert, Schumann, Fauré, Debussy ed altri), nonché ad alcune rappresentazioni in forma di concerto di opere di Paisiello, Mozart, Donizetti, Orff.

Negli ultimi anni è riemerso, tuttavia il bisogno di sondare, in prospettiva nuova, il mondo della musica cosiddetta non colta, riallacciando le fila con un sentire musicale, lasciato un po’ bruscamente. Il suo album d’esordio, “Verso sera”, co-prodotto con l’amico Roberto Segato, dà corpo a questo progetto, caratterizzato da una trasversalità tra i generi, prospettiva da sempre sostenuta e proposta.

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