Europei – “Un’estate italiana” a Wembley: il riscatto di Italia ’90 tra calcio e spartiti.

Un'estate italiana

Un'estate italiana

È stata una grande emozione veder trionfare agli Europei un gruppo compatto, determinato, appassionato, sotto la guida del ct Roberto Mancini; una sensazione di ritorno al passato, attraversare una tale atmosfera, accompagnati dal brano ‘Un’estate italiana’ di Edoardo Bennato e Gianna Nannini: questa fu la colonna sonora della manifestazione sportiva di Italia ’90.

Chi l’ha vissuta sa che anche quella fu una grande nazionale, tradita dalla sfortuna dei rigori e dalla sorte nemica in semifinale e sa bene quanto quella canzone ci riporti a ricordi di grandi serate legate a una compagine straordinaria che infiammò Roma, ma allo stesso tempo ci rammenti uno spiacevole epilogo nella notte di Napoli contro l’Argentina di Maradona. E se parliamo di Napoli arriviamo a descrivere uno dei personaggi della musica italiana più poliedrici, innovativi e rivoluzionari nel modo di importare, nella nostra penisola, testi e musiche di denuncia e di proposta – proposizione.

Edoardo Bennato, classe 46, rock, blues, folk, attaccato alle proprie origini ma con la volontà di cambiare in positivo la sua città: ironia, intelligenza, cultura popolare e immaginario ancorato alla realtà, una realtà che sogna e che resta con i piedi per terra.

Come dimenticare Il Gatto e la Volpe, LIsola che non c’è o Sono solo canzonette: la ricerca dei vizi, dei vezzi e delle cattive abitudini che non rappresentano in maniera autodistruttiva solo il carattere italiano ma, in una visione totale, il genere umano. Come lasciare nel dimenticatoio Un giorno credi, l’esatta narrazione dell’attesa dell’equilibrio e della consapevolezza, quando uomini e donne sono portati a passare da momenti di estremo entusiasmo a intervalli di bassa autostima e di umore che finisce sotto i piedi.

Viaggiamo sul binario della bella Italia e giungiamo a Siena dove incontriamo la toscanissima Gianna Nannini, classe ’54,  potenza, cuore, anima: caratteristiche che ha trasposto sulle sue composizioni, fra le più belle Sei nell’anima, Ogni tanto, I Maschi. Gianna ha fatto della passione rock e di un approccio alla vita profondo e coinvolgente una cifra della sua produzione musicale.

Da un’idea di Giorgio Moroder, compositore della musica diUn‘estate italiana’, che vide in loro una coppia professionale che poteva vergare il testo delle sue note e trasformare in voci le sue intenzioni, nacque questo piccolo grande capolavoro che è stato riscoperto dopo 31 anni.

Potenza, determinazione, ottimismo, e gioia più (mat) cultura, ironia, intelligenza e saggezza hanno codificato una formula che non ci ha mai abbandonato in questi anni e che diventa un mantra, una carica musicale espressiva, una soundtrack pronta a rafforzare i nostri Azzurri, a dar loro la possibilità di esprimere il meglio delle loro doti agonistiche, a farne una bandiera unica. Negli spogliatoi e negli allenamenti quel canto deve aver portato bene, oltre a stringerli in un unico grande abbraccio. Un inno alla gioia che in connubio con l’Inno nazionale ci ha fatto capire quanto il binomio musica – sport connetta anima, cervello e fisico.

Artisti sul palco, artisti sul campo.

Abbiamo percepito quasi un riscatto, a livello di risultato, del terzo posto mondiale nel ’90.

Chi lo sa se il mister e il suo assistente amico Gianluca Vialli avranno pensato, oltre a Wembley, a quella serata maledetta di Napoli. Sicuramente avranno cementato ancor di più un’amicizia che ha attraversato gli anni ed i campi.

Il calcio e la musica possono fare anche questo: rievocare un passato, far rinascere delle situazioni, riscattare le sconfitte, apprezzare le gioie anche dentro ai dolori.

E quella canzone, Un’estate italiana, per tanti di noi ha rappresentato quel filo del tempo che attraversa luoghi, anni, cambiamenti di vita, rivoluzioni esistenziali. Passaggi di maturità, passi nel cammino della vita, percorsi che riprendono una direzione dopo la svolta, curvando con il tempo, assecondandolo, ma anche tentando di intervenire sulle sue impennate.

La grande macchia blu che ci sovrasta, i nostri negli spogliatoi pronti ad entrare in campo, gli sguardi fra i tifosi, e il vento che accarezza le bandiere: dei concetti universali che 30 anni dopo tornano a Roma, con Londra sovrastata da un sorriso a forma di stivale.

Perché il calcio e gli spartiti non hanno attraversato invano i decenni.

Vedere un bambino entusiasta e in attesa con una bandiera immensa è già presagio affascinante di una notte magica.

Allora guardi in alto il cielo e ringrazi il buon Dio per quella colonna sonora, per questa musica che fa festeggiare i campioni, per quella e questa nazionale.

Una canzone non cambierà le regole del gioco, ma ci insegnerà a vivere con intensità le emozioni e a non sottovalutare le notti magiche…

 

Foto di 3D Animation Production Company da Pixabay 

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