Festa del Cinema di Roma – “Rheingold” di Fatih Akin con Emilio Sakraya: la recensione

Rheingold
“Rheingold”, diretto dal regista Fatih Akin, ha esordito al Festival di Amburgo per poi essere presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022 e arrivare nelle sale tedesche il 27 ottobre con Warner Bros Entertainment Germania.
Il film è tratto dal libro “Alles oder Nix: Bei uns sagt man, die Welt gehört dir” (Tutto o niente: come si dice, il mondo è tuo) pubblicato nel 2015 da Giwar Hajabi alias Xatar e racconta il suo drammatico e avventuroso percorso di vita.
Xatar è oggi un imprenditore tedesco, editore, rapper e produttore. È fondatore e proprietario delle etichette Alles oder Nix Records, Kopfticker Records, Groove Attack TraX e Goldmann Entertainment.
“Rheingold” racconta la sua storia, dall’infanzia in Iran al suo arrivo in Germania.
Tre uomini vengono arrestati in Siria nel 2010 per il furto di un carico d’oro in Germania, tra questi vi è Xatar, ovvero Giwar Hajab.
“I miei primi ricordi sono in prigione”: da queste poche parole inizia la narrazione della sua storia familiare e personale.
“Tuo padre compone ancora?”: gli chiede il suo carceriere. Si comprende immediatamente come ciò che appare una storia già definita e ineluttabile può essere in “costante cambiamento”.
Xatar, vero nome Giwar Hajabi, è nato da genitori curdi nel 1981 a Sanandaj, in Iran.
I suoi genitori sono entrambi musicisti: suo padre è il professore di musica Eghbal Hajabi (Kardo Razzazi) mentre la madre Rasal (Mona Prizad) suona nella stessa orchestra. L’intera esistenza precipita quando la famiglia è costretta a fuggire a causa della prima guerra del Golfo.
La guerra distrugge la sua vita e quella dei genitori. Giwar nasce tra le bombe e i suoi ricordi sono in prigione ma grazie al talento del padre riescono a trasferirsi a Parigi, dove inizialmente abitano in un campo profughi.
Successivamente si spostano a Bonn in Germania dove è più facile per il padre trovare lavoro come musicista.
Ma la vita di chi è costretto a fuggire è un’esistenza di costante riscatto e Xatar, che cresce imparando a suonare il pianoforte e osservando ogni giorno la madre pulire l’appartamento della sua insegnante, attende il suo “momento”, la sua “occasione”. Così come il padre che solo dopo 10 anni di attesa riesce a esibirsi a teatro come direttore d’orchestra.
Il momento di riscatto del genitore coincide anche con il suo abbandono: il padre innamoratosi di un’altra donna lascia la famiglia.
Giwar comprende immediatamente che ormai è giunto il momento di prendersi cura dei suoi cari e attraverso piccoli espedienti, come la vendita ai compagni di scuola di film porno, incomincia a racimolare il denaro.

L’esistenza di Giwar cambia profondamente: dalla vendita di materiale pornografico passa alle risse e alla droga.
Giwar deve imparare a vivere la strada ed è qui che il suo nome si trasforma in Xatar, ovvero “pericoloso”.
Nel frattempo, tuttavia, la musica continua a fare parte della sua vita. Abbandonato il pianoforte si avvicina al mondo rap.
La vita di Xatar è un’esistenza di arresti e truffe ma è anche una vita in cui l’amore per Shirin (Sogol Faghani), conosciuta durante l’adolescenza, si fa sempre più forte.
Shirin rifiuta il suo amore, comprende il pericolo. Xatar, tuttavia, non è solo un delinquente ma è anche un uomo che ha sofferto, che vuole il suo riscatto e che è stato abbandonato da un padre troppo assuefatto al sogno della musica per riuscire a stare accanto alla famiglia.
Il furto dell’oro, fatto per pagare i debiti con il cartello dopo la perdita di un carico di droga, sarà la sua occasione, quella di trasformare una vita che pur apparendo già segnata è in costante “divenire”.

Nel 2009 Xatar e i suoi complici rubano 1,7 milioni di euro. Condannato a 8 anni di prigione, Xatar registra in cella l’album n. 415.
L’album, completato e integrato dai contributi di rapper come Farid Bang, Nate57, Celo & Abdi, Capo ed Eko Fresh, entra nelle classifiche degli album tedeschi al numero 19, in Svizzera raggiunge il numero 23 e in Austria il 52.
Xatar è contraddizione e umanità.
La musica è la sua salvezza, il riscatto tanto desiderato e finalmente trovato e scoperto.
Akin dirige in modo magistrale una storia di grande potenza espressiva che si manifesta nell’utilizzo delle immagini, nella colonna musicale che accompagna l’intero film e nella sceneggiatura.
Rheingold è un film che totalizza lo spettatore: l’interpretazione degli attori, con Emilio Sakraya nel ruolo principale, è perfetta.
Sakraya riesce con straordinaria e matura profondità a divenire Xatar mentre il regista mescola i generi. L’heist movie si unisce al dramma familiare e sociale per una rappresentazione degna della storia raccontata.
Regia: Fatih Akin
Attori: Emilio Sakraya, Kardo Razzazi, Kazim Demirbas, Mona Pirzad, Karim Günes, Meto Ege, Greta Sophie Schmidt, Ilyes Moutaoukkil, Sogol Faghani, Uwe Rohde, Jesse Albert, Julia Goldberg
Paese: Germania, Olanda, Marocco, Messico
Durata: 140 min
Sceneggiatura: Fatih Akin
Fotografia: Rainer Klausmann
Montaggio: Andrew Bird
Musiche: Ralf Kemper
Produzione: Bombero International in co-produzione con Warner Bros. Film Productions Germany, Palosanto Films con Rai Cinema, Lemming Film.