“Hamelin” di Tonio De Nitto a Castel Sant’Angelo: la recensione
Castel Sant’Angelo ha ospitato il 24 luglio “Hamelin”, liberamente ispirato alla fiaba “Il Pifferaio Magico” dei Fratelli Grimm.
L’opera, drammaturgia e regia di Tonio De Nitto, con Fabio Tinella, fa parte della rassegna “sotto l’Angelo di Castello: danza, musica, spettacolo” a cura di Anna Selvi.
Lo spettacolo si rivolge a un pubblico di bambini e adulti: attraverso l’ausilio delle cuffie la storia si “sdoppia” e una voce narrativa racconta di scomparse, epidemia e invasione di topi, mentre i più piccoli si lasciano avvolgere dallo stupore.
Cosa è accaduto a Hamelin? Perché quella ridente cittadina è diventata ospite di silenzi e degrado? Cosa è successo ai bambini di Hamelin? Lo spettacolo, attraverso la figura del Pifferaio, prova a raccontare questo mistero, a scoprire la sua storia.
Il Pifferaio arriva sulla scena con il suo carretto portatore di sorprese e marionette, interagendo con il pubblico e dando alla storia una doppia “significanza”. Da un lato narra una storia di fantasia, dall’altra racconta la figura dell’attore, cercando di far emergere una riflessione sul ruolo dell’artista nella società di oggi. Figura spesso osteggiata, vittima di vessazioni e deriso, nonostante il suo vivere è pervaso della nobile arte e dalla bellezza.
“Hamelin” sicuramente è un’opera che rapisce gli occhi dei più piccoli ma l’intento di renderla “altro” per i grandi serviva davvero? Forse no. Non è necessario sempre rendere manifesto un pensiero ma, piuttosto, la vera riuscita si rivela quando uno spettacolo regala diversi piani di lettura senza manifestarli così chiaramente.
I burattini che dialogano in romano e in napoletano sono un’espediente ben riuscito (due lingue perfette per creare divertimento) eppure creano anche smarrimento: il piano spaziale e temporale sembra svanire totalmente, anche a causa di frasi sentite e risentite (Teatrino m’hai provocato e mo’ te magno).
Onorevole l’intento dello spettacolo, molto ben fatto il carretto del Pifferaio, bravo l’interprete nel suo ruolo, ma forse bastava semplicemente raccontare una storia per bambini e scoprire la meraviglia.
Con Fabio Tinella
drammaturgia e regia Tonio De Nitto dramaturg Riccardo Spagnulo musiche originali Paolo Coletta voiceover Sara Bevilacqua
sound designer Graziano Giannuzzi
scena Iole Cilento luci Davide Arsenio costumi Lapi Lou
puppet Michela Marrazzi
produzione Factory Compagnia Transadriatica, Fondazione Sipario Toscana Spettacolo vincitore del Premio Eolo AWARD 2023 e del Premio FESTEBA