“Il giardino segreto”: versi di David Taglieri

Il contadino, fra un quaderno di carta, un bicchiere di vino, il sigaro che disegnava oceani e il suo rastrello inseparabile cercava un senso alle cattiverie riservate da quel gruppo di bulli al suo amico artigiano.

Cercava nel giardino segreto le parole da scrivere a Nick, ma la penna si fermava perché non si capacitava della crudeltà del volgo, ricco di banconote e noia, privo di emozioni e nobiltà, quella d’animo.

Ragionava per analogia e comprendeva che il bullismo di quella persona in particolare, donna poi, in antitesi alla divina femminilità, derivava da conflitti irrisolti, frustrazione, dolore, paura, aggressività. Di certo non la voleva giustificare perché anche il loro amico Franz, massacrato dalle invidie, nel suo ufficio era circondato da crudeltà masturbatoria. Ma lui ci costruiva storie, non distruggeva come la suddetta.

Ed allora chiuse gli occhi ed iniziò a respirare, lento, lento, lento e gli tornarono in mente le parole di Angelino: dai il meglio, comportati bene, e per tutto il resto fregatene, stai regalando tempo prezioso a gente che non ha coscienza e che l’esame interno non se lo farà mai.
E così mandò un wup a Nick, convocandolo in giardino per una birra per parlare a voce, perché la carta meritava altre storie.

Mentre Angelino controllava i lavori da molto in alto…

 

Immagine: Foto di Bruno /Germany da Pixabay

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