Il segreto del successo di Star Wars: perché è davvero un poema epico cinematografico

Il 12 aprile scorso è uscito il primo trailer di “Star Wars episodio IX – The Rise of Skywalker”. Ovviamente, in pochi giorni ha già ricevuto milioni di visualizzazioni e ha alimentato a dismisura l’attesa dei fan per l’uscita del film, prevista per il dicembre del 2019.

Si andrà così a concludere la terza trilogia di una delle saghe di maggior successo nella storia del cinema. Nove film, più alcuni prequel/sequel come corollari, che hanno cambiato per sempre il modo di trattare la fantascienza al cinema. E che soprattutto hanno segnato profondamente intere generazioni di appassionati, incidendo in modo potente nell’immaginario collettivo e nella cultura occidentale.

Molti non capiscono perché le persone si siano legate fino a questo punto a “Star Wars” e ai suoi personaggi. Forse perché si concentrano soltanto sulle astronavi o sui mostri e pensano che questi siano gli elementi essenziali del suo successo.

In realtà, la forza della saga creata da George Lucas risiede in tutt’altro. E riguarda qualcosa di più profondo. Non che l’ambientazione dei film non abbia comunque un suo peso. Così come il talento di tutti i professionisti coinvolti nella loro realizzazione.

Ma il segreto del successo di Star Wars sta nel suo carattere fondamentalmente epico. Infatti, nella saga di “Guerre Stellari” è possibile ritrovare tutti gli elementi del poema eroico.

La protasi

Innanzitutto, ogni film di Star Wars comincia con un’introduzione scritta a scorrimento verso l’alto. Essa inizia sempre con la frase “In una galassia lontana lontana” e riassume il contesto in cui si svolgono gli eventi narrati dalla pellicola in questione.

Questo tipo di sequenza introduttiva è diventato col tempo un marchio di fabbrica di Guerre Stellari. E ricorda tantissimo la protasi dei poemi epici, che aveva lo scopo proprio di far entrare al meglio il pubblico nelle vicende che ci si apprestava a raccontare.

L’importanza dei valori trattati

Un altro tratto caratteristico della saga è l’importanza data ad alcuni valori basilari anche nei poemi epici, come amore, coraggio, onore, perdono, altruismo,  conoscenza e autocontrollo. Infatti, nei relativi film è spesso riscontrabile una tendenza ad accentuare la centralità di questi aspetti, che i protagonisti perseguono con invidiabile coerenza.

E così, Yoda cerca di insegnare a Luke come controllare la propria rabbia ne “L’impero colpisce ancora”. E quest’ultimo si lancia con coraggio contro la Morte Nera in “Una nuova speranza”. Così come fa Obi Wan Kenobi contro Darth Vader, pur di salvare i propri cari. E ancora il giovane Skywalker perdona il padre al termine de “Il ritorno dello Jedi”, nonostante tutta la sofferenza che aveva provocato.

Per questo, ciò che emerge da Star Wars è un inno al bene e ai suoi valori, che devono sempre trionfare alla fine contro il male. Scontro quasi manicheo, rappresentato egregiamente dai concetti di “lato chiaro” e “lato oscuro” della Forza. Oltre che nei due opposti schieramenti: l’Impero/Primo Ordine e la Resistenza, capitanati rispettivamente dai Sith e dagli Jedi.

L’eroismo dei personaggi

In ogni poema epico, i personaggi principali si fanno promotori di azioni coraggiose ed imprese impossibili, come dei veri e propri eroi.

Anche in Star Wars, questo risulta un elemento ricorrente. Infatti, nessuno dei protagonisti si tira indietro di fronte alle difficoltà o al pericolo. Anzi. È proprio in quel momento che di solito trovano la forza di andare avanti e ribaltare le sorti del conflitto.

Basti pensare a quando Luke e Han Solo vanno a salvare la Principessa Leia da Jabba the Hutt ne “Il ritorno dello Jedi”. O a quando Skywalker sacrifica la propria vita pur di distrarre Kylo Ren e permettere a Rey e gli altri di scappare in “Gli ultimi Jedi”.

La figura del vecchio saggio

Un altro tipico personaggio dei poemi epici è il vecchio saggio. Alcuni esempi, in tal senso, sono costituiti da Nestore nell'”Iliade”, il mago Merlino ne “I cavalieri della tavola rotonda” e il mago Atlante nell'”Orlando furioso”.

Anche in Star Wars questa figura compare più volte durante la saga. Prima nelle vesti di Obi Wan Kenobi. Poi in quelle di Yoda. Infine, in quelle dello stesso Luke Skywalker. Sono personaggi fondamentali nell’economia della storia, perché danno i consigli e gli insegnamenti necessari per far crescere i relativi eroi. E permettere loro di affrontare al meglio gli ostacoli che gli si parano davanti durante il proprio tragitto.

Il trascendente

Nei poemi omerici, a muovere le fila della storia ci pensano soprattutto le antiche divinità greche. Sono loro, infatti, parteggiando per un personaggio piuttosto che per un altro, a determinare spesso gli accadimenti e il loro esito.

In Guerre Stellari, non ci sono ovviamente figure del genere. Ma c’è pur sempre, al centro della scena, un fortissimo elemento trascendentale, costituito proprio dalla “Forza”. Questa energia nascosta ed intrinseca a tutti gli esseri presenti nell’Universo, che gli Jedi riescono apparentemente a controllare, ma da cui sono inevitabilmente attratti e sospinti. È lei a guidare e ad unire tra loro tutti i personaggi, costituendo il vero “motore immobile” del racconto di George Lucas.

Il tema della guerra e del viaggio

Un ulteriore punto di contatto tra i poemi omerici ed i film di Star Wars è quello della centralità attribuita a due temi spesso ricorrenti, ossia quello della guerra e quello del viaggio.

Come troiani e greci nell’ “Iliade”, anche la Resistenza e l’Impero ai affrontano continuamente durante Star Wars, dando vita a scontri sensazionali sia individuali che collettivi. Non a caso uno dei simboli della saga è rappresentato dalle spade laser, poderose armi futuristiche usate da Jedi e Sith.

Allo stesso modo, come Ulisse nell’ “Odissea”, pure molti personaggi ideati da Lucas affrontano lunghi e pericolosi viaggi. Lo fa prima di tutti Luke, quando in “Una nuova speranza” lascia la propria casa per seguire la richiesta di aiuto della Principessa Leia. E lo fa anche Han Solo per aiutarlo. Così come, nelle trilogie successive, lo fanno Anakin per diventare uno Jedi e Rey per scoprire dove si trova Luke Skywalker.

Tutti loro si mettono continuamente in gioco, in giro per l’Universo, per trovare qualcosa o per scappare da qualcuno. Guidati sempre dalla Forza e dalla volontà di salvare il mondo.

Le espressioni ricorrenti

Nei poemi omerici, spesso si ritrovano delle espressioni ricorrenti. Frasi ripetute dai personaggi o dal narratore, che caratterizzano determinati tipi di scene o di concetti.

Pure in Guerre Stellari è possibile individuare qualcosa di simile. Per esempio, di frequente gli Jedi usano dire “Che la Forza sia con te” oppure “Usa la Forza”. Così come sono diventate celebri alcune interlocuzioni di Yoda. Espressioni ormai talmente radicate nella coscienza collettiva da essere citate dalle persone anche normalmente nei discorsi di tutti i giorni.

Gli intrecci familiari ed amorosi

I poemi epici sono pieni di complicati intrecci amorosi e familiari. Ad esempio, Elena si innamora di Paride, ma è moglie di Menelao, che dichiara guerra a Priamo, re di Troia e padre dello stesso Paride. Le vicende sentimentali, quindi, sono al centro della narrazione, conferendole una vena di maggior umanità.

Pure in Star Wars, si evince la centralità di questo elemento. Non a caso, Luke è fratello di Leia e figlio di Darth Vader, allievo di Obi Wan Kenobi e nonno di Kylo Ren, che è il primo genito di Han Solo e della stessa Leia. Tra l’altro, queste relazioni non sono sempre chiare all’inizio e finiscono per essere svelate solo in seguito, spiazzando inaspettatamente lo spettatore.

Insomma, una continua serie di intricatissimi rapporti personali e interfamiliari, che costituiscono sicuramente la parte più romanzata e sorprendente della saga.

Il fine epico

L’ultimo aspetto comune tra l’epica e Guerre Stellari è il loro fine ultimo. Infatti, entrambi offrono una propria visione del mondo, da tramandare ai posteri.

È questo l’elemento più profondo delle tre triologie ideate da George Lucas. Il loro intento narrativo principale non è quello di raccontare un mondo fantascientifico, pieno di mostri, alieni e guerrieri. Ma è quello di narrarci le gesta di un manipolo di eroi, che cercano disperatamente di salvare l’Universo e i valori in cui credono.

Perciò al centro della saga, più che le battaglie e le astronavi, ci sono l’amicizia e la fratellanza che lega tutti i protagonisti dei film, a volte anche dopo la loro morte. Quella Forza invisibile che unisce tutti quanti noi e ci permette di affrontare ogni sfida che la vita ci mette davanti. Sempre uno accanto all’altro, contro tutto e tutti. Indipendentemente da dove proveniamo o verso dove stavamo andando.

Leonardo Gilenardi

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