“Il vizio della speranza” di Edoardo De Angelis: “vince chi resiste all’inverno”
ATTILIO DE RAZZA e PIERPAOLO VERGA
Presentano
IL VIZIO DELLA SPERANZA
un film di
EDOARDO DE ANGELIS
con
PINA TURCO,
MASSIMILIANO ROSSI, MARINA CONFALONE,
CRISTINA DONADIO e con MARCELLO ROMOLO
CAST TECNICO
REGIA EDOARDO DE ANGELIS
SOGGETTO
SCENEGGIATURA
EDOARDO DE ANGELIS
UMBERTO CONTARELLO
EDOARDO DE ANGELIS
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA FERRAN PAREDES RUBIO
MONTAGGIO CHIARA GRIZIOTTI
MUSICHE ORIGINALI ENZO AVITABILE
SCENOGRAFIA CARMINE GUARINO
COSTUMI MASSIMO CANTINI PARRINI
SUONO IN PRESA DIRETTA VINCENZO URSELLI
AIUTO REGIA GIUSEPPE EUSEPI
CASTING COSTANZA BOCCARDI
PRODUTTORE ESECUTIVO LINDA VIANELLO
PRODOTTO DA ATTILIO DE RAZZA
PIERPAOLO VERGA
EDOARDO DE ANGELIS
UNA PRODUZIONE TRAMP LIMITED
O’ GROOVE
in collaborazione con
MEDUSA FILM
DISTRIBUZIONE
VENDITE INTERNAZIONALI
DURATA
MEDUSA FILM
TRUE COLOURS
90’
CAST ARTISTICO
MARIA PINA TURCO
PENGUE MASSIMILIANO ROSSI
ZI’MARI MARINA CONFALONE
ALBA CRISTINA DONADIO
FATIMAH ODETTE GOMIS
BLESSING JULIET ESEY JOSEPH
RAMONA MARIANGELA ROBUSTELLI
NATALIA JANE BOBKOVA
HOPE YVONNE ZIDIOUEMBA
DOTTORE MARCELLO ROMOLO
TINA DEMI LICATA
VIRGIN NANCY COLARUSSO
MARCOLINA IMMA MAURIELLO
SINOSSI
Lungo il fiume scorre il tempo di Maria, il cappuccio sulla testa e il passo risoluto.
Un’esistenza trascorsa un giorno alla volta, senza sogni né desideri, a prendersi cura di sua madre e al servizio di una madame ingioiellata. Insieme al suo pitbull dagli occhi coraggiosi Maria traghetta sul fiume donne incinte, in quello che sembra un purgatorio senza fine. E’ proprio a questa donna che la speranza un giorno tornerà a far visita, nella sua forma più ancestrale e potente, miracolosa come la vita stessa. Perché restare umani è da sempre la più grande delle rivoluzioni.
“A me non mi uccide nessuno”
Recensione
“Perché anche la speranza è un vizio che nessuno riesce mai a togliersi completamente.” Giorgio Scerbanenco
La speranza, questa la protagonista del film, nelle veci di Maria (PINA TURCO), giovane donna dagli occhi tristi.
Un film, quello di De Angelis, contraddistinto dalla miseria, quella nera, bruciante, fatta di vite sbagliate, di destini avversi e di ricordi sofferenti.
Maria, come una moderna Caronte, traghetta povere donne, per farle partorire in modo che i bambini nati vengano dati in adozione a famiglie disposte a pagare. Donne, le partorienti, che non possono o non vogliono tenere il nascituro e che vogliono regalargli una vita, forse, migliore. Zi’ Mari (MARINA CONFALONE), è colei che vive di questo traffico, ma è anche simulacro di pensieri e titubanze: osteggia la libertà ma la fa attuare.
Maria, che non può e non deve rimanere incinta a causa di una violenza subita nel giorno della sua prima comunione, attende un bambino e ciò che lo spettatore vedrà è la risoluzione di questa gravidanza: deciderà di tenerlo e rischierà la vita oppure abortirà?
È proprio in questo momento che nasce la speranza, la speranza che induce ad un atto di coraggio, la speranza dalle ali nere come pece che emerge, nonostante tutto. Emerge come le onde di quel mare che lambisce la casa di Maria e della popolazione che vive sulle sue sponde. Un mare che diviene rifugio e accadimento di vite ai margini.
La speranza esiste, vive negli anfratti, nelle stanze umide, nei muri scrostati, negli occhi che cercano un domani e forse lo trovano in altri occhi, quelli di Carlo Pengue (MASSIMILIANO ROSSI), occhi buoni di un ex giostraio in lotta con un’esistenza negata. La speranza si palesa negli occhi di chi inizia a credere che il timore si supera, è come“la paura quando sai che è passata”.
Le musiche di Enzo Avitabile meritano una menzione speciale: rendono l’opera eternamente poetica, la bruttura diviene bellezza e la malinconia e il rimorso struggente speranza.
“E’ una iastìma sta parola amore”
“In questo film vince chi resiste all’inverno, vince chi ha la pazienza di aspettare che qualcosa cambi e quando qualcosa cambia riesce, come nel caso di Maria, ad agire.” EDOARDO DE ANGELIS
“Riuscire a scrivere, a girare e a realizzare un film fortemente lirico in qualcosa che di per sé non è solo opposizione ma è nemico della lirica” UMBERTO CONTARELLO
“Mi è sembrato lampante come l’andamento della storia assomigli, non volendolo, ad una parabola. Questa parabola, come tutte le parabole, ha un cuore antichissimo, quasi arcaico.” UMBERTO CONTARELLO
“Anche nell’orrore di Alba c’è un monito ed un incantamento” CRISTINA DONADIO
“Questo personaggio è un uomo buono, è lo specchio più piccolo della protagonista. Sono due personaggi che è come se aspettassero che qualcosa succede”. MASSIMILIANO ROSSI