Intervista a Jeson: “ho sempre avuto solo un sogno, la mia musica”

Jeson

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Dopo la collaborazione con Marco Mengoni, che lo ha scelto come featuring per il brano “Lasciami indietro”, incluso nel progetto “Materia Prisma”, Jeson torna con “Solo un uomo”. 

L’artista e cantautore romano arriva a una nuova tappa del suo percorso artistico sempre in crescita, che racchiude i suoi brani in un progetto più ampio, sempre mantenendo un’attitudine internazionale. “Solo un uomo” si conferma un progetto che attinge a suoni R&B, con moltissime influenze di generi musicali diversi, tra cui rap, pop, atmosfere Gospel, oltre a twist di elettronica. Il mood è fortemente intimo e personale, incentrato sul racconto che Jeson, nome d’arte di Daniele Fossatelli, romano classe ’98, fa della sua vita e delle esperienze che ha vissuto fino ad ora, dividendole in capitoli per riflettere meglio su se stesso attraverso la musica e per trasmettere il valore importante dell’accettazione di se.

  • “Solo un uomo” è una nuova tappa del tuo percorso artistico: ci racconti come nasce l’EP?

“Solo un uomo” è nato lavorando a dei singoli in maniera del tutto casuale, non avevo idea di cosa stessi cercando, volevo seguire solo il flusso di scrittura e cercare di improntare un sound in cui riconoscermi.

  • “Solo un uomo” è anche la focus track del progetto, un brano che racconta l’accettazione di sé. Da artista e da uomo hai vissuto momenti in cui “accettarsi” e “riconoscersi” si è rivelato complicato?

Sì e lo sarà sempre. Col tempo impari a comprendere che certe cose che fanno parte di te non puoi sceglierle, puoi solo accettarle per come sono.

  • Le aspettative proprie e degli altri spesso soffocano ed è importante ritagliarsi un posto in cui rifugiarsi dal mondo esterno. Tu hai un luogo fisico o mentale in cui riesci a ritrovare la tua essenza?

Spesso quando sono in studio mi sento come in una bolla quindi credo che per ora sia quello il posto in cui più posso avvicinarmi a me stesso.

  • L’album attinge a sonorità R&B, con moltissime influenze al rap, pop, atmosfere Gospel, oltre a twist di elettronica: chi sono gli artisti che ami e ai quali ti ispiri?

Ascolto molta musica e sì, ho degli artisti che sento più di altri, ma non mi ispiro al loro percorso, mi affeziono più al brano. Più di una volta ho scoperto canzoni di artisti poco conosciuti che mi hanno fatto provare emozioni così forti da prenderli come ispirazione.

  • Hai collaborato con Marco Mengoni nel brano “Lasciami indietro”: come nasce la collaborazione e che sensazioni ti porti con te da questa esperienza?

Inizialmente lavoravo a quel brano come autore, la decisione di includermi come artista è stata giustamente di Marco. Ancora oggi se ci penso mi sento grato, sono contento che un artista come lui abbia visto qualcosa in me, di quell’esperienza mi porto dietro un bel ricordo. Marco è una bellissima persona.

  • Sei nato a Roma, precisamente nel quartiere Cinecittà: la città influenza la tua musica?

Sì, Roma ha sempre influenzato la mia musica, credo sia normale che il posto in cui cresci ti forma a essere la persona che sei. Devo molto a questa città.

  • Sogno nel cassetto?

Ho sempre avuto solo un sogno ed è quello di cui stiamo parlando: la mia musica.

  • Domanda di rito: dovessi identificarti in un’opera d’arte chi saresti?

Non mi viene nulla al momento, ma il cuore mi dice che sarebbe un film, ne guardo molti.

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