Intervista a Moder: “se non si riparte da grandi sogni e grandi PAROLE, rischiamo di tramutarci in subumani”

Lanfranco Vicari alias Moder è un rapper di Ravenna, inizia a scrivere rime nel 2000, fondatore del collettivo “Il lato oscuro della costa” con il quale inizia a girare l’Italia su treni notturni e macchine di fortuna. La passione per musica e parole lo porta ad occuparsi di organizzazione e direzione artistica (al Cisim nella frazione multiculturale di Lido Adriano), a mescolarsi ad esperienze teatrali con il Tetro delle albe, ad occuparsi di Laboratori di scrittura, a costruire collaborazioni con musicisti. Dal 2011 finita l’esperienza coi Lato oscuro, ri-inizia un nuovo percorso, questa volta solo fatto di tentativi falliti, notti a scrivere di nebbia paludi e provincia. Da questo percorso nascono “Niente da dirti” (mixtape), “Sottovalutato” (ep) e il primo album solista “8 Dicembre”. La dimensione live è sempre stata fondamentale per Moder portandolo a fare 200 palchi del tour di “8 dicembre”, dai centri sociali, ai pub, alle aperture di americani (Talib Kweli, Promoe, Dj Premier, Oddisse) ai grandi festival. Si sono interessati a lui Deejaytv, Mtv, gli Arcade Boyz, Genova per Voi, Redbull…

  • “Ci sentiamo poi” è il tuo nuovissimo lavoro prodotto insieme a Duna. Come nasce e cosa racconti all’interno dell’album?

Nasce dall’esigenza di portare la mia musica a un passo successivo, volevo fare canzoni, non solo strofe e spero di esserci riuscito. I pezzi sono 16 ho provato a raccontare l’amore, la morte, il tempo, l’adolescenza, la responsabilità, la provincia, la paternità, l’Italia, il futuro rubato, l’alcol, la droga ho sminuzzato gli anni e ho provato a cucire insieme le parole.

  • Le tue canzoni sono influenzate da molteplici ispirazioni, che vanno dalla letteratura, al cantautorato, al rap. Chi ti ispira all’atto di creare?

Non saprei rispondere, a volte basta un volto, a volte una frase, un film; altre la noia, il foglio bianco, il bisogno di riempire con qualcosa certi spazi.

  • Hai mai risposto “ci sentiamo poi” per poi pentirtene amaramente?

Quasi sempre, vivo una vita complicata, corro spesso dietro al tempo, alle cose da fare, ai sogni, e quel “Ci sentiamo poi” a volte ha coinciso con rapporti mai recuperati.

  • All’interno del disco sono presenti collaborazioni con Murubutu, Claver Gold, Stephkill e Dj 5L. L’ambiente musicale è in grado di far nascere amicizie artistiche vere?

In questo caso sì, reputo le persone che hai citato amici nel vero senso della parola. Soprattutto con Claver, Murubutu e 5L ho condiviso molto, certe esperienze ti segnano e saldano i legami, con Steph invece non ci sentiamo spesso ma artisticamente abbiamo sviluppato un legame già dal disco precedente, lo ringrazio perché non si tira mai indietro. Bisogna però stare attenti nella musica l’ambiente friendly rischia di farti credere in rapporti inesistenti, è un mondo veloce fatto di rapporti veloci, gli amici se hai un percorso lungo si contano sulle dita di una mano, inoltre spesso questa cosa della musica può far arrugginire amicizie che credevi stabili, mi è successo di non salutare più amici storici, la musica non è sempre un collante. L’arte apre porte che se non sai richiudere possono fare molto male.

  • Tra le canzoni che compongono il nuovo disco ce ne è una che ha una storia particolare o a cui sei legato particolarmente?

Difficile sceglierne una sola…

Direi “Birre in lattina” perché rappresenta nel bene e nel male il mio ultimo anno, “Dall’altra parte” perché ancora mi fa paura ascoltarla, scriverla è stato come fissare troppo a lungo l’abisso, chiudo con “Quando torni a casa” perché ho scritto alle mie figlie tutto ciò che volevo dir loro, non sono sicuro di riuscire, senza la musica, a dire quelle cose.

  • “Non ne posso più” è il primo singolo dell’album. Di cosa “non ne puoi più” della società odierna?

In realtà credo che ogni tempo abbia i suoi “Non ne posso più”, ma se devo dire una roba che proprio non sopporto è questa sorta di nascondiglio che sono diventati i social, dove si incrimina, si moralizza, si mortifica chiunque. Odio chi colpisce nascondendosi, ho letto cose scritte da nonni e genitori che sono paragonabili a degli atti di bullismo. Questa moralità sottesa in un pianeta di mostri mi disgusta, l’umanità ha costruito grandi cose ma mi pare sia l’epoca dei molluschi, del piccolo, del limitato, del miserabile, se non si riparte da grandi sogni e grandi PAROLE, rischiamo di tramutarci in subumani.

  • Qual è il tuo rimedio da ciò che ti crea fastidio ed insoddisfazione?

Scrivo, organizzo concerti, progetto, mi do da fare. Sono romagnolo, contrastiamo tutto lavorando.

  • Un sogno nel cassetto?

Troppi, ma forse quello di sostenere la mia famiglia con tranquillità e con più tempo.

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