Intervista a Sista: "la vita che stai facendo ti rende felice?"

In radio “Formiche”, il nuovo singolo di Sista, nome d’arte di Silvia Gollini. Con una carriera ventennale alle spalle come corista e autrice per noti artisti italiani, Sista ha consolidato la sua reputazione con testi significativi e un timbro vocale distintivo.

“Formiche”, arrangiato, mixato e masterizzato negli studi della Mad Records da Marco Gollini che ha curato anche la regia del videoclip, si distingue per la sua critica incisiva verso un’esistenza sempre più mediata da aspettative irrealistiche e superficiali.

Attraverso il videoclip, girato in una fabbrica di manichini di alta moda, Sista esplora la tematica della standardizzazione, offrendo una prospettiva unica sulla perdita di autenticità. “Formiche” emerge non solo come un inno all’individualità ma anche come una riflessione acuta su come la cultura moderna spesso ci spinga verso un ideale di successo distante dalla nostra essenza umana naturalmente e meravigliosamente imperfetta.

Buonasera Silvia, grazie per l’intervista. “Formiche” è il tuo nuovo singolo, un brano che è una riflessione sulla contemporaneità. Ci racconti come nasce il testo?

Ciao Miriam, piacere di conoscerti. Il testo nasce con parole mirate con lo scopo di centrare subito il messaggio per chi ascolta. Fermati, rifletti, la vita che stai facendo ti rende felice?

Il singolo è una critica alla società attuale eppure verrebbe da chiedersi se il passato appare migliore proprio per la sua caratteristica di tempo trascorso. Gli esseri umani non sono sempre gli stessi?

L’uomo si ritiene superiore tanto da comandare il pianeta e modificarlo. Ora la domanda è se il futuro e la società che ha costruito ha reso le nostre vite migliori, le cose positive rispetto alle conseguenze negative di ciò che gli essere umani hanno desiderato e conquistato a qualsiasi costo.

La ricerca di perfezione può indurre all’omologazione: come sviluppare un pensiero critico?

Penso che una buona autostima ti protegge dagli stereotipi, dagli influencer, dai corpi improbabili della chirurgia estetica sbagliata, dai continui modelli impossibili dei social. Il videoclip di “Formiche “è girato in una fabbrica di manichini apposta per lanciare una freccia alla ricerca della bellezza impossibile.

Da artista come vivi l’attuale mercato musicale? È possibile distanziarsi dalle sue logiche se si vuole vivere di musica?

Oggi il mercato musicale è coerente con l’era dell’apparenza che attraversiamo, numeri, streaming, visualizzazioni, Like, Royalty. Non la vivo bene come alcuni, anche noti, che hanno deciso di tirarsene fuori, e credo sia possibile restare in piedi vivendo lo stesso di musica, sono quelli che fanno la musica migliore perché l’hanno protetta.

Sei felice? Domanda del brano che io pongo a te.

Cerco di mettere in tasca un po’ di felicità ogni giorno, nelle piccole cose che piccole non sono, credimi, almeno tre al giorno: è lì la felicità, nelle cose semplici e le devi proteggere meglio che puoi ogni giorno dalle distrazioni, dallo stress, dalle dinamiche della società attuale e da questa politica assente.

Hai un passato da corista: che ricordi hai di quel periodo e quali gli artisti che ti sono rimasti più impressi?

Sicuramente la mia prima tournée con Alex Britti nel 2001. Avevo fatto già tanta gavetta ma naturalmente la prima volta su alcuni “palchi” come 1° Maggio, Stadio Olimpico, Arena di Verona non la scordi, come le prime volte che incontri grandi artisti negli hotel o dietro le quinte. Un giorno nello stesso hotel tappa di un Festivalbar per caso mi ritrovai in piscina accanto a Pino Daniele, un emozione grande, immensa di fronte ad un gigante.