Intervista a Stefano Farinetti, in arte Neno. Da Amici al sogno di suonare al Gay Pride.

Stefano Farinetti, in arte Neno, nasce a Torino il 13 Novembre del 1998. Inizia a cantare all’età di 5 anni e porta avanti gli studi in parallelo con la sua passione per la musica. Frequenta il liceo scientifico G. Segrè a Torino, dove si diploma nel Luglio del 2017, e durante il periodo del liceo, continua a studiare canto e pianoforte e a partecipare a concorsi canori regionali e nazionali. Tra questi Il Festival Estivo, il Tour Music Fest, il Torino Music Contest e il Best Voice Festival, classificandosi spesso primo o conquistando il premio della critica. 

Nell’Ottobre del 2016, partecipa allo stage per cantanti presso il CET di Mogol e porta avanti gli studi presso l’Università di Torino, seguendo il corso di laurea in Scienze della Comunicazione. 

La sua passione per la musica è così forte che lo spinge a triplicare i suoi sforzi…di giorno studente e musicista, la sera cameriere nei ristoranti della collina torinese.

Grazie ai primi guadagni produce i suoi primi brani inediti insieme ad Andrea Mancini, in arte Andy Mancini, che diventa il suo produttore artistico. Da questa collaborazione nascono alcuni brani tra cui Inadeguato, con cui si aggiudica il premio per la miglior performance e il premio come vincitore del Bma, Bologna Musica d’Autore, celebre contest organizzato dalla storica etichetta discografica Fonoprint

Il 16 Novembre 2019 entra a far parte del talent show Amici di Maria De Filippi, distinguendosi per il suo timbro vocale caldo e intenso capace di interpretare con credibilità brani internazionali così come classici di Lucio Dalla e di altri artisti italiani. Il talento di Stefano colpisce sia pubblico, sia la critica chiamata a giudicare le esibizioni dei concorrenti nel corso delle puntate.

Il percorso ad Amici si conclude per Stefano Farinetti nell’ultima puntata del pomeridiano, ad un passo dal serale del programma.

Uscito dalla scuola riprende il suo nome d’arte, Neno, e inizia a lavorare per costruire il suo futuro discografico.

  • Buonasera Stefano. “Meglio star da soli” è il tuo singolo, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare ad “Amici 19”. Come nasce il brano?

Meglio star da soli nasce per caso in una giornata d’estate. Stavo uscendo per un appuntamento, arrivato alla macchina mi sono accorto che avevo dimenticato le chiavi, rientrato in camera ho preso la chitarra e ho iniziato a scrivere questa canzone. Poi l’ho continuata e ci ho messo parecchio per finirla, soprattutto per trovare un ritornello che mi piacesse. La stesura finale è venuta fuori in studio.

  • Ti sei ispirato ad una persona o ad una situazione vera per comporla?

Scrivo canzoni quando qualcosa mi tocca particolarmente o quando vivo una situazione “particolare”. In quel periodo, appunto, vivevo una storia un po’ complicata e ho scritto questa canzone pensando ad un tradimento. Di conseguenza nel pezzo c’è sia tristezza che leggerezza.

  • Quando è meglio stare da soli e quando no?

Visto il periodo, credo che sia meglio star da soli quando c’è la volontà di allontanarsi dagli altri per stare un po’ con sé stessi. Nei rapporti interpersonali, invece, penso che sia sbagliato cercare negli altri quello che ci manca, perché prima di star bene con qualcuno bisogna star bene con sé stessi.

  •  Il singolo si caratterizza per un mood riconoscibile e coinvolgente grazie alla tua voce che è sicuramente originale. Durante Amici 19, tuttavia, hai avuto delle difficoltà nel rapporto con i tuoi insegnanti di canto. Rifaresti tutto uguale o credi di avere sbagliato in qualcosa?

No, devo dire sono contento di com’è stato il percorso ad Amici. Per quanto riguarda il rapporto con i prof: erano più loro ad avere problemi con me che io con loro. Alcune cose che mi sono state dette, soprattutto da Zerbi, sono state parecchio costruttive, ho cercato di seguirle e mi hanno aiutato. Dagli altri professori ho ricevuto critiche poco costruttive e, secondo me dettate più dal gusto personale… per farti un esempio mi dissero in un’esibizione che ero stato calante, per poi al serale dire che la tecnica non poteva decretare l’esito di un’esibizione, due pesi due misure insomma. Sono comunque contento di quello che è stato, ho lavorato tanto e bene e sono uscito con maggiore consapevolezza dei miei mezzi.

  • Ad un certo punto del percorso è sembrato che avessi perso la motivazione. Interiormente un’esperienza come Amici cosa suscita?

Sì, è vero c’è stato un periodo molto duro durante quei mesi, che solo verso la fine sono riuscito a superare, mi dispiace molto per questa cosa, ma ciò che ho capito ad Amici è che siamo umani e non possiamo sempre decidere quello che proviamo. A volte siamo tristi quando non vorremmo, ma bisogna accettarlo. Il percorso dentro alla scuola è importante, non solo per il miglioramento artistico, ma perché ti fa crescere come persona. Sei sempre sovrastato da tantissime emozioni e devi essere in grado di reggerle.

  • Il tuo nome d’arte è Neno. C’è un motivo specifico nella scelta?

Il mio nome d’arte è in realtà un soprannome che ho fin da bambino. Una mia amica di infanzia non riusciva a dire il mio nome e allora mi chiamava Neno, quando ho pubblicato il mio primo brano “Inadeguato”, ho deciso di utilizzare questo nome d’arte. Richiama quel bambino che già da piccolo sognava di fare musica.

  • Hai già in programma dei progetti futuri, nonostante l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo?

Ho terminato il prossimo brano, sarà coerente con i precedenti ma, al tempo stesso diverso. Spero di riuscire presto ad andare in studio per registrare la versione definitiva. Se tutto va bene dopo metà maggio potrebbe già uscire.

  • Hai un sogno nel cassetto, uno di quelli considerati “impossibili”?

Il sogno impossibile di tutti gli artisti è di fare un concerto in uno stadio, vedremo se un giorno accadrà… intanto mi basterebbe poter iniziare a suonare live finita questa situazione. In realtà ho anche un altro sogno… Suonare al Gay Pride, in passato mi è stato detto che la mia musica non è adatta, che ci vuole un certo tipo di canzoni… io con la mia musica voglio arrivare a tutti, voglio che tutti cantino e possano rivedere nelle mie storie le proprie storie. E quale posto migliore per farlo se non in mezzo a gente che ama, canta e vive senza nessuna forma di pregiudizio.

Grazie mille
Neno

 

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