Intervista ad Alessandro Curti: “i miei romanzi possono incrementare la possibilità di riflessione”

“Alessandro Curti è un educatore, pedagogista e scrittore. Si è occupato del disagio minorile prima in comunità e attualmente in interventi educativi scolastici, domiciliari e aggregativi. Collabora inoltre con diversi progetti di formazione. Nel 2015 esce per C1V Edizioni il suo primo romanzo Padri Imperfetti, seguito nel 2016 da Mai più sole e nel 2017 da Sette note per dirlo, scritto a quattro mani con Cinzia Tocci. Siamo solo piatti spaiati (C1V, 2018) è il suo quarto romanzo.”

Di seguito l’intervista.

  • “Siamo solo piatti spaiati” è il suo nuovo romanzo. Può spiegare al lettore il soggetto del libro?

Il mio ultimo romanzo racconta la storia di Davide, un adolescente “normale” con una vita “normale” che per un avvenimento che potrebbe capitare a chiunque si ritrova catapultato in un mondo che nemmeno sapesse esistere fatto di ragazzi molti diversi da lui e adulti di cui non si fida. In questo nuovo contesto, lontano dalla sua famiglia d’origine, dovrà necessariamente guardare il mondo con occhi differenti da quelli che ha sempre usato e inizierà il suo percorso di crescita accompagnato da Andrea, un adulto che non conosce e di cui non si fida. Ma per il quale, anche se non riesce a capire subito il perché, nutre un rispetto che non ha mai provato prima.

Il viaggio che percorrerà in questo nuovo contesto, metafora del passaggio dall’adolescenze all’età adulta, sarà caratterizzato da molte emozioni che Davide imparerà ad affrontare e a gestire.

  • “Siamo solo piatti spaiati” possiamo dire che è la conclusione dei precedenti romanzi oppure avrà un seguito?

Idealmente “Siamo solo piatti spaiati” è la chiusura di una trilogia che ha come protagonista Andrea, l’educatore, composta dai precedenti “Padri imperfetti” e “Mai più sole”.  Dico che lo è idealmente perché i tre romanzi affrontano il grande tema del cambiamento osservato da tre differenti punti di vista: i padri, le madri e i figli.

In realtà Andrea di storie da raccontare e da vivere ne avrebbe molte altre e quindi nulla è detto: magari l’educatore non è andato in pensione ma si è solo concesso una lunga vacanza.

  • In tutti i libri vi è il personaggio di Andrea come ha delineato la sua figura?

Andrea è il mio alter ego, l’educatore “perfetto” che mi piacerebbe essere (anche se sono consapevole che questo non è possibile e che la perfezione è un mito irraggiungibile, oltre che una gran noia nella vita reale). Per costruire questo personaggio mi sono ispirato a me stesso cercando di migliorarmi per rendere Andrea più interessante di quanto io possa essere e perché possa (da bravo educatore qual è) insegnare qualcosa anche a colui che lo ha creato.

  • I suoi libri traggono origine dal suo lavoro di educatore e pedagogista. Pensa possono essere strumenti altamente utili per un genitore in difficoltà?

In educazione non esiste una ricetta preconfezionata che possa essere valida per tutti, una sorta di “formula magica” con cui risolvere ogni problema. Compito dell’educazione è offrire nuove esperienze che possano aumentare la quantità di strumenti a nostra disposizione per attraversare ogni tipo di esperienza. Per questo i miei libri non possono essere considerati “utili” per genitori in difficoltà, perché se si aspettano di trovare una soluzione ai loro problemi stanno commettendo un errore di valutazione. I miei romanzi possono però essere di supporto, possono mostrare che le difficoltà possono essere affrontate e superate, possono incrementare la possibilità di riflessione. Che davvero non è poco.

  • Ha già un prossimo progetto?

Dopo aver pubblicato quattro libri in quattro anni mi sono ripromesso di prendere del tempo prima di ricominciare a scrivere. I miei romanzi hanno bisogno di tempo ed energie perché il mondo li possa conoscere. Inoltre ci sono molti altri progetti che ruotano intorno come la produzione di un fotoromanzo digitale che racconta le vicende di Sette note per dirlo, la progettazione del concorso letterario per studenti basato sulla lettura di Siamo solo piatti spaiati (come già è successo con Padri imperfetti e Mai più sole) che li trasforma da lettori a scrittori e la trasposizione di Sette note per dirlo e Siamo solo piatti spaiati in sceneggiature per delle fiction tv. Già questo sarebbe sufficiente. Però quando un’idea comincia a prendere forma nella tua testa non si può lasciarla scappare quindi la risposta (ahimè) a questa domanda è sì: sto cominciando a lavorare a un nuovo romanzo del quale però non posso ancora svelare nulla. È ancora un’idea embrionale che sto sviluppando in tutti i suoi aspetti ma è un lavoro articolato perché lo sfondo non sarà precisamente quello del mondo ai giorni nostri.

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