Intervista ai Verganti: Atlantide è il leitmotiv dell’album

“Distacco” è stato il primo brano dei Verganti che ha anticipato l’album d’esordio “Atlas”. Un disco con una tematica molto particolare; infatti al suo interno viene raccontato la storia dell’arrivo degli alieni sulla Terra e del Diluvio Universale che sommerse Atlantide, costringendo un gruppo di atlantidei a fuggire via mare verso nuove terre da colonizzare, oltre che la storia d’amore tra un re alieno e una donna umana.

La band è composta da: Adolfo Pacchioni (composizioni, chitarre e cori), Gianni Vazzana (tastiere e cori), Gigi Morello (batteria e arrangiamenti ritmici), Giulia Cardia (voce solista e cori), Paolo Bellardi (basso), Savino De Palo (voce solista).

  •     “Distacco” è stato il singolo che ha anticipato il disco. Come mai è stato deciso questo brano e come è nata la sua stesura?

Noi facciamo Rock progressivo, un genere che non è considerato “adatto” alle radio commerciali, che vivono su palinsesti veloci, di facile ascolto. Il “Distacco” appariva come il brano più papabile in quanto strutturato nella forma canzone e di immediata fruizione. L’album “Atlas” contiene una grande storia d’amore fra un Dio alieno e una donna terrestre. Il “Distacco” è il brano che meglio trasmette l’immenso amore e il profondo dolore per l’imminente separazione. La stesura del brano è nata ascoltando la Madame Butterfly di Puccini, un compositore a mio parere modernissimo, con una vena melodica tipicamente italiana.

  •  “Atlas” è il nome dell’album. Da cosa trae origine il titolo del disco?

Tutto nasce dalla lettura di un vecchio libro “L’enigma di Atlantide”. In un capitolo si accenna a teorie secondo le quali i fondatori di Atlantide fossero di fatto una colonia di alieni provenienti dallo spazio. Su quello spunto ho iniziato a immaginare una storia. Tempo dopo, esce un altro libro fondamentale “LA BIBBIA NON PARLA DI DIO”, scritto su basi storiche e scientifiche da Mauro Biglino, studioso e traduttore di lingue antiche. Questo secondo libro rappresenta una rilettura della Bibbia nella lingua originale in cui è stata scritta e afferma che la Bibbia non è un libro religioso o spirituale, ma un libro “storico”. Ciò confermava ciò che stavo immaginando e trascrivendo in musica.

  • Che sonorità troverà l’ascoltatore all’interno dell’album?

Da un punto di vista strettamente musicale, Atlas rappresenta il tentativo dei Verganti di proporre musica “colta” in un mondo prettamente “usa e getta”. Un obiettivo che, rispettando i canoni del rock progressivo, utilizza la melodia del cantato italiano come valore costante in tutti i pezzi. Questa scelta rende la proposta dei Verganti accessibile a un vasto pubblico, pur senza coercizioni di stampo “commerciale”. L’ album è suonato e interpretato, ricercando il sound analogico degli anni ’70, guardando a gruppi come i New Trolls di Concerto Grosso, alle Orme e agli Uriah Heep degli esordi, ma potrei citarne molti altri… Chitarre Gibson vintage, amplificatori Marshall, organo Hammond, pianoforte sono il sostegno strumentale del sound dei Verganti, senza ovviamente tralasciare parti di synt tra cui anche l’uso del famoso Moog.

  • Avete un desiderio come band che vorreste realizzare?

Atlas è un disco auto-prodotto, così come tutto il lancio del disco e la promozione sono frutto di grande lavoro personale e investimento da parte dei membri del gruppo. Per il secondo album – che rappresenterà il seguito della storia iniziata con Atlas, già in fase avanzata di composizione – ci piacerebbe trovare un’etichetta discografica che possa supportarci e aiutarci a farci conoscere meglio attraverso un’efficiente distribuzione discografica ed esibizioni live.

CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCKwv2EYcA-rf8wEUclLRN3Q?view_as=subscriber

FACEBOOK: https://www.facebook.com/verganti/

Iscriviti alla newsletter settimanale per rimanere aggiornato su tutti i nostri articoli!