Intervista al cantautore Cassio: “profondamente affascinato da tutto ciò che nasce storto”

Cassio (ph Cristina Altieri)

Cassio (ph Cristina Altieri)

Cassio è forse il modo in cui Simone Brondi riesce a stare al mondo senza sentirsi del tutto perso, raccontandosi e raccontando delle camere più scure in cui ha vissuto e che dentro di lui ancora vivono.

Il suo sound si muove tra influenze che ricordano la scena indipendente e rock dei primi 2000, spaziando fino a sonorità e approcci più moderni, con l’utilizzo dell’elettronica, di beat coinvolgenti, dell’autotune e una forma di scrittura che abbraccia quella del cantautorato più contemporaneo, crudo e meno tradizionale.

“Stazione” è il nuovo singolo di Cassio, in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale, distribuito da Virgin Music Group Italy.

Il nuovo singolo di Cassio, che anticipa l’EP “Felice a ½”, è una fotografia dolceamara di un ragazzo che si perde nei suoi pensieri mentre cammina in una stazione, considerandola come luogo di rifugio per matti ed emarginati che nessuno guarda, un po’ per paura, un po’ perché, in fondo, della vita altrui non interessa mai nulla a nessuno.

Cassio, cantautore livornese, racconta una storia un pezzettino alla volta, rispettando il dolore di chi vive una vita ai margini, perchè un po’ matto ed emarginato si sente pure lui. E alla domanda “i matti sanno di essere matti?” inizia a pensare che, anzi, un po’ matti lo siamo anche tutti noi.

  • Buonasera Simone, grazie per la disponibilità. “Stazione” è il tuo nuovo singolo, un flusso di pensieri che diventa musica: come nasce?

Buonasera a voi, è un piacere. “Stazione” è nata di mattina, mi ero svegliato presto per andare a votare per quelle scandalose ultime elezioni dove ha stravinto la destra, dopo aver buttato al cesso il mio voto sono andato in stazione per prendere un treno. Era uno di quei giorni dove hai come le antenne dritte, era uno di quei giorni dove scavi dentro e fuori dal tuo corpo. Arrivato a destinazione l’avevo già scritta quasi tutta.

  • Nel brano ti chiedi “perché tutti i matti vanno alla stazione?” e tu stesso vaghi in una stazione: in fondo siamo tutti matti o c’è chi riesce a vivere nella sua tranquilla normalità?

Immagino che il senso della canzone sia esattamente questo. Passiamo una vita a classificare le persone, a giudicarle, il tutto senza sapere un cazzo di loro. Eppure non sta scritto da nessuna parte cosa sia veramente giusto e sbagliato, non sta scritto da nessuna parte che voi o io siamo persone “normali”. Generalmente le cose normali mi annoiano a morte e fondamentalmente credo di essere profondamente affascinato da tutto ciò che nasce storto. Le persone fuori di testa mi piacciono un po’ perché non temono il giudizio e un po’ perché probabilmente un po’ mi ci rivedo, le osservo e cerco di tirarci fuori qualcosa di bello.

ph Cristina Altieri
ph Cristina Altieri
  • In “Stazione” affronti anche la tematica politica, cantando “qualcuno li avrà pure messi i fascisti al governo”: a pochi giorni dalle elezioni, cosa credi spinga le persone oggi a rifugiarsi in alcuni ideali piuttosto che in altri?

Credo che gli esseri umani si rifugino sempre in cose astratte per paura, qualcuno va in chiesa ed altri trovano sicurezza negli ideali, giusti o sbagliati che siano. Fondamentalmente si cerca riparo sotto qualcosa che appare più grande di noi, e questo ci permette di non prendersi grosse responsabilità ma di poter dire allo stesso tempo il cazzo che si vuole… Come se a qualcuno importasse.

  • Ti senti rappresentato dalla società?

Non direi proprio.

  • “Dentro di me esiste un condominio di persone, una parte di queste sono semplicemente versioni estreme di me, altre sono proiezioni” hai dichiarato. A chi sei più affezionato e chi ti terrorizza in questo condominio di “altri da sé”?

Io sono del segno dei gemelli, chi è di questo segno forse capirà che la mia affermazione non è uno sdoppiamento di personalità, piuttosto una guerra interna, costante. Niente mi fa paura in questo condominio, è solo faticoso vivere odiandosi per ogni cosa.

ph Cristina Altieri
ph Cristina Altieri
  • La solitudine è compagna o nemica delle tue giornate?

Bella domanda.

Credo che sia un male necessario, come la noia. Credo che imparare a stare da solo sia importante quanto imparare a legarsi le stringhe. Ci sono volte dove nel condominio la solitudine è gradita e apprezzata, come un regalo, come un ritaglio di tempo da utilizzare per vomitare quello che ho dentro, e altre dove è una condanna.

  • “Se De André avesse avuto la demenza senile avrebbe potuto scrivere una canzone come Stazione” scrivi sotto il video su YouTube: è un cantautore con il quale sei cresciuto?

Non proprio, l’ho scoperto quando ero già relativamente grande.

  • Hai cominciato a suonare da giovanissimo per poi affrontare un periodo buio: da quell’oscurità sei oggi uscito oppure ci convivi?

Ci convivo.

A volte fisiologicamente, a volte violentandomi. È il mio “oscuro passeggero” che ogni tanto mi spinge sull’altalena.

  • Dal dolore si esce migliori oppure ci piace pensarlo per dare un senso alla sofferenza?

Dal dolore non si esce, ci si convive, come un quadro in salotto. A volte lo guardi e ti ricordi chi sei, altre volte lo guardi e ti gira il cazzo.

  • Cosa sogni?

Sogno di avere una vita normale.

  • Domanda di rito: dovessi identificarti in un’opera d’arte chi saresti?

Sicuramente sarei un quadro qualunque di Francis Bacon.

Cassio

https://www.instagram.com/cassiomusic

https://www.facebook.com/cassiomusicofficial

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