Intervista all’artista e producer Anzj: “sogno da sempre e vivo nel sogno”

Credito: Lorenzo Bonanni Anzj

Credito: Lorenzo Bonanni Anzj

Continua per Anzj, artista e producer milanese, la strada artistica inaugurata alla fine del 2023, che anticipa una nuova direzione musicale. “Fever Dream” (Columbia Records/Sony Music Italy) è il suo nuovo singolo: un viaggio sonoro unico che esplora le profondità dell’inconscio attraverso suoni avanguardisti e liriche suggestive.

Sono la sperimentazione, una chiara attitudine da producer e l’unione tra generi musicali diversi a caratterizzare la musica di Anzj, in uno studio continuo, che lo porta a spingersi oltre i suoi limiti rendendolo estremamente originale. L’artista vuole dar voce a ciò che accade intorno a lui, creando immaginari sempre nuovi. I suoi brani non sono circoscrivibili ad alcun genere, ma spaziano dall’hyperpop al pop elettronico con accenni all’avant-garde pop, restando sempre coerenti con il suo stile, unico e attraversato da una forte impronta introspettiva.

  • “Fever Dream” è il tuo nuovo singolo disponibile dal 5 aprile. Un viaggio sonoro in cui la melodia e il testo vivono in simbiosi: come nasce il singolo?

Avevo letteralmente la febbre e mi stavo annoiando a casa, era febbre abbastanza alta di quel tipo che ti confonde ma comunque ti permette di capirci ancora qualcosa. Sono sempre stato affascinato da come corpo e psiche si interfacciano ed era una buona occasione per avanzare qualche riflessione a riguardo.

  • Realtà e fantasia nel brano e nel video si fondono: è una dimensione, quella onirica, che senti tua anche nella vita personale?

Moltissimo, sogno da sempre e vivo nel sogno. Una frase che sento spessissimo dalle persone che mi stanno vicino è sulla falsa riga di: “Va bene sognare ma questa è la vita vera”. Mi fa ridere, ovvio che è la vita vera ma cosa significa che quindi non posso spingermi un po’ più in là? Boh, non capisco.

Credito: Lorenzo Bonanni

  • L’artwork di “Fever Dream” si lega al racconto artistico e concettuale iniziato con il brano “Rallenti il tempo”, uscito a novembre 2023, e ne continua la narrazione grafica, presentando al centro della cover una figura evanescente rappresentata in un contesto diverso. Definiresti questa figura rappresentazione di te stesso o altro da te?

Sono io, espando il mio dominio verso l’esterno. Non sono più riflesso di altra luce, ma inizio a illuminarmi dall’interno. Penso sia sinonimo di consapevolezza, anche se ammetto che abbiamo raggiunto questa estetica in maniera intuitiva e non puramente concettuale.

  • Pur non amando personalmente le definizioni, soprattutto in ambito artistico, come racconteresti la tua musica a chi non la conosce?

Faccio quello che mi diverte fare, cercando di scontrarmi il più possibile con i miei limiti sia canori che di produzione musicale. Non è facile perché non ho linee guida da seguire, e penso si senta nelle mie produzioni. Però quando un brano viene bene è estremamente gratificante.

  • Sei molto giovane ma la passione per la musica ti accompagna fin da bambino: quali gli artisti che hanno influenzato la tua arte?

Ho ascoltato tanta musica classica che ha sviluppato in me un certo gusto per alcuni tipi di armonie, oltre a questo sicuramente ho vissuto a pieno nel 2012/2014 il periodo “trap city” su YouTube e l’EDM di soundcloud. Oltre a questo, posso dire che cerco sempre di stare nel mio senza provare a emulare nessuno.

Credito: Lorenzo Bonanni
Credito: Lorenzo Bonanni
  • Milano che ruolo ricopre nella tua musica?

Milano fa schifo, sto cercando di costruire gli strumenti necessari per potermene andare senza sentirmi in colpa. Cosa che questa città sa fare molto bene.

  • Progetti futuri?

Sto finendo il mio album di debutto.

  • Domanda di rito: se dovessi identificarti in un’opera d’arte chi saresti?

Impero della luce di Magritte.

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