Intervista all’attore Enzo Attanasio: un amore incondizionato per l’arte!

Ho avuto il piacere di intervistare Enzo Attanasio, attore professionista, che con grande disponibilità e umiltà ha risposto alle mie domande e curiosità.

Le sue esperienze lavorative sono molteplici: dal teatro, al cinema e alla televisione. Tra le ultime la partecipazione alla serie televisiva “I bastardi di Pizzofalcone”, andata in onda su RaiUno con protagonista Alessandro Gassman.

Di seguito l’intervista.

  • Ti ringrazio per avermi concesso questa intervista. La prima domanda che voglio porti è: come è nato l’amore per l’arte?

Sono io che ringrazio te Miriam e ti auguro buona fortuna ed in bocca al lupo per la tua carriera di giornalista. Ho amato l’arte ed in particolare la recitazione sin da piccolo. Guardavo in tv Stanlio e Olio e sognavo di essere in una delle loro deliziose comiche, poi il grande Totò e Charlie Chaplin immenso, universale. A 9 anni poi scoprivo Eduardo, e da quel momento credo di aver scelto di diventare un attore. Ho iniziato a recitare già dalle elementari, piccole esperienze televisive nelle allora nascenti tv locali, poi il teatro amatoriale nell’oratorio Salesiano di Portici, tanto amore e la voglia di scoprire una grande bellezza: il teatro. Inizio da professionista a 24 anni, però voglio precisare per i lettori che iniziare “da professionisti” significa avere contributi versati come attore! Lavorare in contesti professionali e professionistici! Oggi troppi dicono “faccio teatro, cinema, televisione” … cosa assai diversa è essere un professionista che vive di questo! Scusa lo sfogo.

  • Quale è stata la tua formazione artistica?

Sono un autodidatta, fiero ma non felicissimo del mio percorso. Nel ’97 a 24 anni, all’inizio della carriera, stavo per partecipare al provino di ammissione all’Accademia del Teatro Bellini, ritengo sia stata la migliore scuola di teatro in Campania, una vera scuola. Per uno strano episodio poi non mi iscrissi al provino, ancora oggi me ne dolgo. Per un attore ed un lavoratore in genere è importante avere una “casa”, una famiglia. Da allora infatti sono rimasto un cane sciolto, senza padri né padrini, senza familiari importanti o amicizie influenti. Fuor di retorica e dopo 20 anni di carriera ti dico che questo ha pesato ma va bene così. Rimango orgoglioso di quel poco che sono riuscito a fare da solo.Ho studiato profondamente il teatro di tradizione partenopeo con particolare attenzione alla drammaturgia eduardiana. Mi permetto di ricordare che a questa sono legate indissolubilmente la conoscenza storica e tecnica della commedia dell’arte e di tutto il teatro comico fino ai primi del novecento ed oltre. Mi sono innamorato di Groucho Marx e fratelli ed infine il mio modello di comicità e pensiero, Woody Allen. Ovviamente ho studiato il teatro ed il cinema dalla loro nascita fino ai grandi autori contemporanei. Mi dichiaro con massima onestà intellettuale propenso ad un teatro che ricerchi nuovi linguaggi capaci però di sortire gli splendidi effetti di sempre: emozionare, far riflettere, divertire. Un teatro che rispetti e “frequenti” la tradizione ma non come cosa morta, imbalsamata. Questo lo detesto. Ho studiato con cura tutto il cinema italiano dal dopoguerra ad oggi, con particolare attenzione ai maestri della commedia all’italiana. Ho studiato e fatto esperienza con maestri quali Aldo Giuffrè, Bruno Garofalo, Giacomo Rizzo.

  • Hai incontrato difficoltà nella tua carriera e ci sono state volte in cui hai pensato di mollare?

Ho incontrato difficoltà economiche, per mantenermi e mantenere la mia famiglia. Ancora oggi è difficile farcela. Ti dico una cosa con ironia ma anche vera, sotto sotto: noi attori in questo momento storico abbiamo quasi un piccolo vantaggio, la crisi ha reso tutti i lavori più precari, noi ce lo siamo già scelto precario di natura il nostro lavoro, anzi la definizione giusta è intermittente. Ecco, diciamo che adesso ci avete raggiunti! Ah ah ah In molti oggi vivono la condizione lavorativa che più o meno noi viviamo da sempre. Non mi sono fermato e non lo faccio certo adesso che ho un figlio di 8 anni, Alessandro, devo fare tanto per lui. Ho pensato di mollare qualche volta dal 2011 in poi. Da allora è diventata molto dura farcela quotidianamente. Faccio belle cose e ne sono felice, la vera difficoltà sono le risorse finanziarie quotidiane.

  • Hai avuto la possibilità di lavorare con molti artisti. C’è qualcosa che hai imparato da queste collaborazioni?

Molte cose. Credo di aver appreso l’umiltà ma anche la futile vanità, da colleghi e maestri, piccoli e grandi artisti.  Ho imparato e sto imparando la “misura”. Credo sia tutto in questa semplice parola. E tante altre cose più o meno importanti. Da ogni artista riceviamo un dono, sono grato a tutti quelli che ho incontrato e continuo ad incontrare sul mio cammino.

  • Hai un’esperienza in particolare che è rimasta impressa nel cuore?

Tre anni di tournèe in tutta Italia con il musical “C’ERA UNA VOLTA SCUGNIZZI”, la prima grande edizione, con un successo davvero di quelli straordinari, grazie a Claudio Mattone e a Bruno Garafolo. Ho conosciuto un mito che si chiama Gino Landi (se non sapete chi è cercate su Google!) tanti grandi talenti, i miei compagni di scena, con in testa un vero artista e amico, Sal (Da Vinci). Fra di loro c’era anche una minorenne molto promettente, la mia “piccola” Serena Rossi. Non dimentico poi gli anni bellissimi passati con il mio amico e maestro Giacomo Rizzo, le belle esperienze con Gianfranco e Massimiliano Gallo. Ma vorrei dire di un provino importante vinto e che non ho potuto poi accettare: fui scelto da Tullio Solenghi e Matteo Tarasco per uno spettacolo con la Compagnia Lavia Anagni! Andai a Roma senza crederci troppo, fui scelto subito ma avevo già dato parola (non avevo però firmato alcun contratto) a Giacomo Rizzo che mi aveva anche dato un ruolo importante e allora rinunciai.  

  •   Come è nata l’idea di creare il club Cibo e Spettacolo? 

Nel ’99, sempre agli inizi della mia carriera, su suggerimento di Gaetano Liguori, regista e direttore artistico del teatro Totò, che per primo mi fece lavorare da professionista, in una coproduzione con la Puglia, adattamento per il teatro del famoso film con Totò, “Signori si nasce” (nel ruolo che fu di Carlo Croccolo), pensai di fondare un piccolo spazio teatrale a Portici, lo chiamai Teatro Bellavista, una bomboniera di 90 posti, tirato su con la fatica fisica e lo sforzo finanziario della mia famiglia, dei miei genitori Angelina e Giovanni ai quali devo tutto. Per fortuna in un paio d’anni gli impegni di lavoro non mi permisero di seguire personalmente le sorti del teatrino, allora ebbi l’idea di coinvolgere mio fratello Francesco, chef di professione ed un amico di sempre, Marco D’Antonio, artista fotografo, appassionato musicofilo e con buona esperienza nella gestione di ristorazione, così nacque l’idea di “Cibo e Spettacolo”. Il teatrino diventò una sorta di cafè chantant con tavoli a lume di candela al posto delle poltrone. L’idea piacque al pubblico e continua a piacere dopo 17 anni. Il coinvolgimento del pubblico è davvero totale ed originale grazie ad un’animazione musicale divertente e particolare ma soprattutto quella teatrale che battezzai con il nome di Attori per una sera. Ogni week end da allora, dal 2001, come per incanto, gruppi di amici ci chiamano per prenotare il loro tavolo e venire a giocare con noi, diventare protagonisti delle parodie di classici del teatro o grandi film o favole. Questo è Cibo e Spettacolo, un club, non un ristorante ma l’unico posto dove si può mangiare, cantare e diventare ATTORI PER UNA SERA. Vi aspetto a Portici, mia adorata città natale.

  • Stai seguendo anche altri progetti al momento?

Desidero spiegare che il club è la mia seconda attività sebbene mi diverta molto e sia assolutamente parte di me, mi piace intrattenere il pubblico che ci viene a trovare. Il mestiere d’attore mi vede impegnato tutti i giorni con due progetti importanti che seguo da anni: Nerosesamo Teatro e Cinema, gruppo artistico del quale faccio parte insieme a Claudio Lauri (regista e sceneggiatore/drammaturgo), Luca Saccoia (attore e regista), Luchino Lombardi (attore/mimo) e Andrea Bocchetti (filmaker e filosofo). Insieme cerchiamo, come ti dicevo, di portare avanti un’idea di teatro e cinema che sia originale ma non astrusa e incomprensibile. Abbasso la sperimentazione quando questa non è vera ricerca, viva il teatro vivo, antico e moderno, sempre. Amiamo il cinema “non preconfezionato”, un cinema che ci sorprenda, con ironia, magari con poesia, ma senza cercarla a tutti i costi. A teatro forse ci siamo riusciti almeno con uno spettacolo, L’ANIMA BUONA DI LUCIGNOLO, che ha riscosso un ottimo successo di critica e pubblico. Altro progetto che mi sta a cuore è Il teatro del Sorriso, la mia piccola produzione con la quale da 5 anni porto in giro spettacoli e stage ma anche mattinate per le scuole e laboratori per ragazzi. Il mio spettacolo del cuore è BACCALÀ di Eduardo De Filippo, da me adattato, diretto e interpretato. Nel 2012 Luca De Filippo volle concedermi il permesso di mettere in scena questo poemetto straordinario e sconosciuto al grande pubblico. Da allora lo porto in giro in spazi piccoli e grandi, in tutta Italia. Ringrazio ancora Marco Zurzolo per avermi concesso le sue musiche bellissime e inedite, le scene di Tonino Di Ronza e i costumi di Annalisa Ciaramella. Da anni studio la figura e l’opera eduardiana, evitando accuratamente la retorica e i luoghi comuni, quindi ho voluto passare queste mie conoscenze a tante persone attraverso uno stage, Eduardo sconosciuto che porto nelle scuole di recitazione e nelle scuole in genere.

  • Desideri e progetti futuri?

Negli ultimi 5 anni ho partecipato con piccoli ruoli a diversi film e fiction, con Alessandro Gassman, con Maurizio Casagrande, scelto da Alessandro Siani, dal maestro Roberto Faenza, con Peppe Lanzetta, con Mariangela D’Abbraccio ed altri. Adesso stiamo cercando con i miei compagni di Nerosesamo di girare il nostro film. Mi piacerebbe poter avere belle occasioni nel cinema, belle storie da raccontare quindi personaggi intensi da disegnare. In teatro cerco le stesse emozioni ma devo ammettere con molta amarezza che diventa sempre più difficile fare l’attore “di teatro”, avere una tournèe con tante piazze e date in tutta Italia. E pensare che era proprio questo uno dei motivi che mi spingeva a voler fare questo “mestiere”, venti anni fa, questa cosa bellissima di girare e conoscere tanti luoghi della nostra bella Italia, laddove c’è un teatro portare la propria arte, regalare un sorriso. Spero si possa fare davvero qualcosa per il teatro che come sempre è in condizioni molto gravi ma non morirà, per fortuna.

 

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7 thoughts on “Intervista all’attore Enzo Attanasio: un amore incondizionato per l’arte!

  1. Sei davvero un grande!! Ho letto l’intervista e ti auguro di realizzare i tuoi progetti. Sono orgogliosa di averti conosciuta e di aver interpretato un piccolo ma importante ruolo al tuo fianco. Teresa

    1. grazie a te Teresa cara, sei troppo buona con me ma accetto con piacere le tue parole. Ti auguro una vita piena di sorrisi, insieme alla tua bella famiglia

  2. Ti seguo da quando hai mosso i primi passi nel mondo teatrale e la tua grande modestia e umiltà artistica è pari alla tua bravura che cresce continuamente; ho avuto diverse volte di essere tuo spettatore e sono uscito sempre carico di emozioni! Con sincero affetto Costantino

  3. attori si nasce …. e tu ??? lo nascesti !!!.. premierei la tua spontaneita’, l’umilta’ ma soprattutto la capacita’ di far divertire gli altri …con nientaltro che qualita’ innate ..complimenti !

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