Intervista all’attrice Giulia Mombelli in scena al Teatro Di Documenti con “Da qui non è mai uscito nessuno”

Credito Paola Sallustro - Giulia Mombelli
Un monologo divertente, che attraverso un linguaggio ironico e vivace, consegna agli spettatori una serie di domande sulla contemporaneità e qualche risata amara stretta tra i denti.
Di chi sono le scelte che facciamo? Sappiamo discernere quello che ci piace da ciò che ci disgusta? Oppure ci aggiriamo disorientati tra gli scaffali dei supermercati e delle nostre esistenze, riempiendo il carrello di ciò che ci troviamo davanti agli occhi?
In scena al Teatro Di Documenti l’11 e il 12 gennaio alle 20.45 “Da qui non è mai uscito nessuno” scritto e diretto da Alessia Cristofanilli con Giulia Mombelli.
Abbiamo intervistato Giulia Mombelli.
- Buonasera Giulia. Sarai in scena al Teatro Di Documenti l’11 e il 12 gennaio con “Da qui non è mai uscito nessuno” scritto e diretto da Alessia Cristofanilli. Cosa vedrà lo spettatore?
“Da qui non è mai uscito nessuno” è uno spettacolo molto attuale, contemporaneo. Parla di cose che credo ci tocchino un po’ tutti, attraverso un linguaggio particolare costruito un po’ su misura del personaggio e con delle belle intuizioni tematiche dell’autrice Alessia Cristofanilli. Conosciamo la signora U, una donna piena di dubbi e contraddizioni alle prese con una sua particolarissima patologia, un disturbo da eccesso di domande che la portano a ingolfarsi e a bloccarsi ogni volta che vede cose che non capisce. È una storia che cerca anche con leggerezza di parlare di tematiche complesse quali il consumismo e la liberà di scelta.
- Come nasce la collaborazione con Alessia?
Ho conosciuto Alessia a un laboratorio di drammaturgia diretto da Lucia Calamaro. La regola era che non potevi leggere tu quello che scrivevi, e Alessia, per caso o forse no, ha scelto me per leggere le prime pagine di quello che poi sarebbe diventato lo spettacolo “Da qui non è mai uscito nessuno”. Per me è stato un incontro con una scrittura che mi ha risuonato dentro da subito tantissimo. Dopo il laboratorio, stimolate anche da Lucia, abbiamo continuato a lavorarci e piano piano si sono aggiunte preziosissime collaborazioni: Alberto Bellandi, Eleonora Ticca per le scene e Nika Campisi per i costumi.
- Il monologo ha per protagonista la signora U, un personaggio a tratti “scomodo” che cerca di ribellarsi alla società consumistica. Quanto è difficile oggi non lasciarsi “assuefare” dal consumismo?
Ho amato da subito la signora U, è impossibile non empatizzare con lei. Lei è preda del consumismo. Lo critica, ma ne è vittima, come tutti noi, chi più chi meno. Perché è molto difficile prenderne veramente le distanze. Te ne devi andare. Devi fuggire. Forse nella jungla non lo so. Oppure portare avanti la tua battaglia rischiando però di diventare rigido e ideologico.
- Shopping compulsivo: hai mai avuto esperienza personale del fenomeno?
Ho due figli di 12 e 15 anni… e ho detto tutto. È un inferno. I giovani sono un bersaglio facile del consumismo, nati e cresciuti in un’era totalmente digitale, si nutrono come fosse il “verbo” di tante assurdità che passano su internet. Lo shopping compulsivo è compensativo. In una società sempre più performante e veloce, dove la fragilità è proprio mal vista, è come se possedere oggetti o comprarsi vestiti ti desse la sensazione di essere migliore, di essere più forte. Di essere integrato. Sono dei palliativi che ti fanno stare meglio per un poco. E intanto si arrichiscono altri…
- Il centro commerciale sicuramente può essere metafora della società attuale: fagocitante e spesso priva di valore. Quali sono le piccole azioni quotidiane da fare per esprimere la propria individualità?
E vero, nel nostro piccolo possiamo fare moltissimo per non farci fagocitare del tutto, e lo dobbiamo fare pensando a noi e al nostro pianeta. Il consumismo rappresenta il principale nemico della tutela ambientale. Se si producono sempre nuovi beni, oltre ai costi della produzione, bisogna considerare che ciò che si possedeva diventa un surplus, uno scarto, magari non solo perché è vecchio o rotto, ma perché è superato e non più di moda, quindi iniziare provando a non credere più alla pubblicità che ti convince che hai bisogno di quella cosa lì. Fare attenzione a ciò che compriamo in generale. Anche valutando il materiale di cui è fatto l’oggetto per esempio. Fare attenzione ai rifiuti ecc. ecc.
- Sei un’artista che lavora non solo in teatro ma anche in televisione e al cinema. Peculiare il ruolo del Magistrato Anna Pardieri in Boris: ci racconti come è stata l’esperienza? Qualche aneddoto?
Boris è stata un ‘esperienza fantastica, e unica, perché un set così pazzo e allegro non è facile incontrarlo e perché ha lanciato uno stile, un nuovo modo di fare commedia. Mi sono divertita moltissimo. Sono davvero geniali. Difficile isolare un aneddoto in particolare, era un continuo. E poi va detto che al di là del divertimento era comunque un set molto impegnativo perchè il programma era molto denso e non si poteva perdere tempo.
- Progetti futuri?
Tra le altre cose mi sto dedicando ad un mio testo teatrale al quale sto lavorando da un po’ di tempo e mi piacerebbe portarlo presto in scena. Chissà. Ti terrò aggiornata.