La festa Scudetto della Juve è il perfetto funerale di questa Serie A

Sono quasi le 20:00 di sabato 20 aprile del 2019. All’Allianz Stadium di Torino, l’arbitro Pasqua ha appena eseguito il canonico triplice fischio, decretando la fine di Juventus-Fiorentina.

I bianconeri hanno vinto 2-1, conquistando così gli ultimi punti necessari per vincere lo scudetto. La Juve, quindi, è diventata matematicamente Campione d’Italia per l’ottava volta consecutiva.

Le telecamere vanno prima sulla panchina juventina, con i giocatori pronti a scattare e a invadere il campo per festeggiare. Addirittura Cuadrado salta sulla schiena di Allegri per spruzzargli in testa uno spray rubato poco prima al quarto uomo.

Ma poi, inevitabilmente, staccano su Ronaldo. Il fenomeno venuto da Madrid per riportare finalmente la Champions League nella bacheca bianconera è lì, solo, al centro del campo, con bel un sorriso stampato in volto apposta per l’occasione.

Infine, tutti i calciatori si riuniscono in mezzo al prato di gioco per saltellare ed esultare per una vittoria certamente strameritata e poderosa. Dopo una cavalcata che li ha visti sempre in testa alla classifica, senza mai un momento di incertezza.

Si chiude così il campionato di Serie A 2018/2019. Con una festa tanto esibita e movimentata quanto forzata e inopportuna.

Sì, perché tutti i giocatori della Juventus sapevano già da mesi di aver vinto questo scudetto. E la maggior parte di loro ne ha vinti pure troppi negli ultimi anni. E sa bene che l’unico vero obiettivo della loro stagione era quello di vincere in Europa. Mentre proprio in campo europeo bianconeri hanno fallito miseramente solo qualche giorno prima, nonostante il grande Cristiano Ronaldo.

Ma allora cosa c’è da festeggiare? C’è almeno un motivo con cui giustificare i saltelli, la schiuma e i sorrisi?

Ebbene, forse sì. Bisogna ribaltare la prospettiva però. Infatti, per dare un senso a questa festa, la si deve guardare facendo un passo indietro e considerandola nel suo complesso.

La Juventus, la squadra nettamente più potente e ricca d’Italia, ha appena ribadito il proprio strapotere sul calcio italiano. E lo ha fatto in modo indiscutibile e incontrastato, senza possibilità di appello. Lasciando in molti la forte consapevolezza che questo dominio sia destinato a durare ancora per diversi anni.

Ok, ora è tutto più chiaro. I bianconeri non stanno esultando per lo scudetto vinto. No, questo non avrebbe davvero senso. Perché, in realtà, stanno celebrando la morte di questa Serie A.

La Serie A di Claudio Lotito al comando. Quella dei Preziosi e dei Campedelli, che cercano solo di fare plusvalenze invece di rinforzare le proprie squadre. Dei trucchi finanziari per tirare a campare. Dei presidenti stranieri che vanno e vengono senza un minimo controllo. Della Lega calcio senza presidente per anni e senza un serio progetto di crescita da decenni.

Quella degli allenatori cacciati alla prima difficoltà. Degli stadi sempre più vecchi e vuoti. Dei giovani calciatori italiani mai valorizzati. Del risultato prima di tutto. Del tatticismo esasperato e del controgioco. Dei numerosi fallimenti in campo internazionale. Dei tifosi discriminati senza un motivo. E dei tifosi razzisti invece mai puniti.

Insomma, la Serie A degli ultimi anni, che ci ha fatto considerare normale non vedere un minimo di competizione per il primo posto in classifica. E che non sembra avere la minima intenzione di cambiare o di porsi il problema di doverlo fare.

Perché, in fondo, non conviene a nessuno provare a farlo. Finché la Juventus continuerà a vincere senza storie, gli altri saranno autorizzati a restare mediocri e a fare serenamente i propri comodi.

E allora è per questo che ora la Juve è in festa. Sta banchettando in onore della defunta Serie A. Di questo campionato italiano che ormai è morto. E che, di questo passo, cadrà sempre più in disgrazia, superato a destra e a sinistra da tutti gli altri.

Fuori dall’Allianz Stadium, mentre i tifosi bianconeri sfilano per le strade di Torino, viene adesso esibita la scritta #wonderful. Anche se di “wonderful” non c’è proprio niente purtroppo. In alto, invece, c’è la gigantografia dello scudetto italiano, con il numero 37 sopra.

In realtà sarebbero solo 35. Ma la società juventina ormai da anni conta anche quelli giustamente revocati per Calciopoli, senza che nessuna autorità calcistica italiana le dica nulla.

In fondo, questo è più che comprensibile, perché stupirsi? Eppure lo abbiamo già detto, mi sembra. Il calcio italiano è finito. E questo è il funerale organizzato gentilmente in suo onore dalla Juve. Che, è ufficiale, ormai può fare davvero quello che vuole in Italia.

Sì, perché la Serie A è morta, e la Juventus da anni sta solo banchettando sulle sue ceneri.

Leonardo Gilenardi

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