La sposa invisibile di Marcello Veneziani

La rotta della Sposa Invisibile si inoltra nei paesaggi fatti di aria amore, e mare, fra le vie assolate dalla luce del giorno e le stelle che popolano la notte, fra venti di malinconia, considerata una tenera amica, non sempre fedele alleata, ma sempre sale della conoscenza.

L’animo che nell’oscurità cerca più tenacemente la luce perché soltanto nella notte fonda le stelle brillano di luce propria; La Sposa Invisibile di Marcello Veneziani, (pp. 168 Fazi Edizioni), rappresenta un viaggio di  amorosi sensi fra donne metafisiche, talvolta anche  carnali ed effimere, in una ricerca però che premia la devozione per l’ anelito verso le nozze dell’anima, il banchetto che deve realmente coinvolgere congiungendole anima e corpo: il primo amore, la madre perduta, la Madonna, la sapienza, la fidanzata attraente, l’approssimazione della vita.

Un testo a metà strada fra poesia, saggio, speculazione filosofica e prosa di grande spessore.

Romantici gli scenari, sfondi divini ad altezza d’uomo, di campagne, nature rurali, odori di terre e di mare che conducono per mano il lettore nella rilettura dell’esistente, in chiave umana, ma con brevi ed estemporanei cenni autobiografici.

Nel dipingere l’anima nei tratti femminili, Veneziani non dimentica riferimenti alla vita di grandi scrittrici come Cristina Campo, Marina Cvetaeva, Simone Weil, Maria Zambrano.

Aforismi, perle di saggezza, filosofia e poesia ballano a ritmo di danza nel concerto dedicato alla sposa invisibile. Nella rottura dei rapporti coniugali e amorosi in generale prevalgono due movimenti caratterizzati dallo sdoppiamento di malinconia: quello che frena, e quello che incita ad andare a vele spiegate.

Definire la sposa invisibile vuole dire nominare il primo amore perduto, l’originario rimpianto, l’anima introvabile, la madre lontana tanto interiore quanto inaccessibile, la Madonna che miracolosamente si mostra pur restando invisibile, la sorella in clausura che ha fatto voto di rendersi invisibile al mondo o la prostituta che presto cambierà radicalmente la sua esistenza e che già dentro di sé sente forte i frutti del mutamento.

Può essere la verità impossibile a presentarsi nuda e cruda.

Oggi l’imperativo è agire sulla base del non pensiero e se invece si ripartisse dalla vita per arrivare alle parole, e poi quelle stesse parole producessero azioni, buone nuove ed intelligenti?

Bisogna avere il coraggio di risposare la Musica, donna ed arte dell’invisibile che, fa a meno di luoghi corpi e figure, abita anime e sfere celesti, ed è in grado di individuare il luogo sorgivo della vita dove il poeta è l’innamorato deluso e il filosofo il disamorato curioso.

Maria Zambrano dice che il poeta è sedotto dalle molteplicità apparenti del mondo, il filosofo ricerca invece unità e verità; ad un certo punto del tragitto poesia e filosofia si incontrano laddove avvertiamo la carenza di qualcosa, il concetto di privazione. Quando qualcuno ci lascia, rimane più vero perché più inaccessibile.

Amore e Verità sono due vertigini che se coincidenti rivelano l’Assoluto, e ci portano a ricercare quella sposa invisibile fatta di femminilità, quel territorio sensibile e materno dove la libertà e la ricerca del vero tentano di andare di pari passo.

Sposa Invisibile è madre terra perduta per gli esuli che soffrono la lontananza, il paese che ci si porta dentro, negato allo sguardo rimosso dal cuore; anche la mancanza è sposa invisibile, perché nella lontananza e nella solitudine si rafforza la passione dell’io per la meta agognata.

Si aspetta quella sposa invisibile che accompagni l’uomo lontano, cioè dentro sé stesso; l’amore è un rumore lontano e sereno che penetra a passi di danza e sussurri di flauto.

Il viaggio di Veneziani è tanto interiore quanto esteriore, perché essendo viandante con la mente si viaggia anche con il corpo, e spostandosi con gli elementi corporei si apre la testa.
Il sogno impossibile per l’autore è distacco e fusione, solitudine del pensiero e richiamo famelico alla vita, sintesi di inaccessibile sposa.

Bello anche il rapporto di amicizia e interscambio di pensieri, esperienze e solitudini fra Gustave Thibon, il filosofo contadino che amava la terra e le sue inaccessibili risorse della mente e della natura, e Simone Weil sua allieva ed indiscutibile donna di valore e di tenacia.

Quella terra rappresenta la vita donata e donatrice di paesaggi e aria, e l’esercizio della ricerca e della speculazione che mai vanno disgiunte.
Gustave lo dimostra in pieno, la terra sposa invisibile e architettura di Dio e dell’eterno che si fa materiale.

Poi il succo e la morale del libro:  chi amando e vivendo  pensa la vita deve essere in grado di addomesticare dolore, morte e limiti umani, altrimenti non si è uomini e non si può costruire una  famiglia solida  e  degli orizzonti di vita coniugali e di amorosi  sensi.
Da  lì la  depressione e  l’angoscia di vite vuote che non conoscendo termini materiali ed eternità ultraterrene, si gettano sulla vita non pensata che sfocia nel nichilismo, o nella peggiore delle ipotesi nella mediocrazia occidentalizzata di dittatura del bellessere  e dell’effimero, la società dei bisogni indotti, quella dove tv, internet, giornali e radio ti impongono i loro bisogni.

Errore è pensare l’anima dentro il corpo e non viceversa, l’errore è non concepire anima e corpo un’unica entità che fanno della persona un essere unico ed irripetibile.
La sposa invisibile, immagine sublimata, può farsi realtà.
Perché la Sposa Invisibile è dentro di Noi ed è lo splendido volto di una donna
meta raggiungibile, sintesi di femminilità, passione, verità e leggenda.
Perché la Sposa Invisibile è dentro di noi.

 

Iscriviti alla newsletter settimanale per rimanere aggiornato su tutti i nostri articoli!