Lacrime: non sono più una questione di genere!

Se si prendono i testi classici come l’“Iliade” e l’“Odissea”, saltano all’occhio le vicende in cui gli uomini piangono, versano lacrime. Gli eroi greci come Ettore, Ulisse, Achille, Patroclo, Priamo e molti altri ancora, non si risparmiarono nel trattenere l’emozione di una guerra vinta o di una battaglia persa, non trattennero la loro disperazione vedendo i loro cari morire.

Ma se gli eroi omerici e virgiliani, studiati da sempre nelle scuole, non si nascondono al pianto liberatorio, perché i genitori hanno insegnato ai figli maschi che piangere non è da uomini? Frasi del tipo “non piangere che sembri una femminuccia” oppure “i maschi non piangono”, sono state per secoli al centro dell’educazione del bambino. Infatti, da sempre “il pianto”, soprattutto in pubblico, è stato stereotipato come una prerogativa esclusiva della donna, in quanto è stato visto come una debolezza momentanea, l’espressione di un sentimento che apparteneva solo al genere femminile. Mentre l’uomo, il genere forte, non doveva lasciar trapelare alcuna emozione.

Ma oggi è ancora così? Il pianto è ancora oggetto di vergogna e pregiudizi?

Nella metamorfosi socio – culturale, anche le lacrime si sono prese la loro “fetta di torta”, sono state protagoniste del cambiamento: l’uomo macho, rude, colui che non si lascia coinvolgere dagli eventi, piano piano sta tramontando. Eh già, sono sempre più frequenti gli uomini che piangono per amore, per gioia, per una nascita, per un lutto, per una delusione, per un semplice sfogo.

Non bisogna aver paura di piangere. Non bisogna frenare le lacrime quando vogliono uscire. Un uomo deve saper piangere”, queste sono le parole di Sandro Pertini – Presidente della Repubblica Italiana dal 1978 al 1985 – e proprio a lui dobbiamo l’emblematica immagine in cui nel 1979, davanti la bara del giovane operaio genovese Guido Rossa ucciso dalle Brigate Rosse, non riuscì a trattenere le lacrime.

Anche in epoca recente gli uomini non si sono tirati indietro nel mostrare le proprie emozioni: molti italiani hanno ancora davanti agli occhi il portiere e capitano della Nazionale azzurra, Gigi Buffon, in lacrime, dopo la mancata qualificazione dell’Italia ai mondiali di calcio del 2018. Uno sfogo che non è riuscito a trattenere durante l’intervista a fine partita, e come non lo hanno fatto molti dei suoi colleghi. Celebri sono le lacrime dell’ex capitano della Roma, Francesco Totti, davanti ai suoi tifosi, il giorno dell’addio al calcio.

Ma anche gli uomini di Stato non sono certo da meno: Matteo Renzi, durante il suo discorso di dimissioni il 4 dicembre 2016, in diretta nazionale, era visibilmente commosso quando ha nominato la moglie e i figli. E come dimenticare le lacrime sincere di Barack Obama durante il discorso d’addio al McCormick Place di Chicago, il 10 gennaio 2017: «Michelle LaVaughn Robinson negli ultimi 25 anni non sei stata solo mia moglie e la madre delle mie figlie, sei stata il mio migliore amico», con queste parole l’ex Presidente degli Stati Uniti ha fatto emozionare il mondo intero. Un vero e proprio atto di coraggio.

Il pianto non è più una questione femminile. Oggi l’uomo non nega più le sue lacrime al pubblico, non si nasconde per sfogare la sua delusione, rabbia o gioia. Le lacrime non sono più un tabù. Si potrebbe dire che gli uomini si stanno emancipando al “sentimento in pubblico”.

Isabella Insolia

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