L’America che cambia: tappa nel Kansas! “Un’ondata di eletti arcobaleno”.

La presidenza Trump, come si può intuire guardando anche in maniera distratta un qualsiasi telegiornale della sera, non ha goduto sin dall’inizio di momenti tranquilli. Come d’altronde era facile ipotizzare. Dal Russiagate alle possibili accuse di impeachment, dalla crisi con la Corea del Nord alla costruzione del muro con il Messico, fino alle elezioni di Midterm, la vita politica del Tycoon è stata piuttosto, si fa per dire, movimentata. Complice lo stesso presidente che con i suoi tweet e la sua vita privata fa sempre parlare di sé, in un’America che dal punto di vista mediatico è sempre alla ricerca  di qualche scoop su di lui, tra l’altro non difficili da trovare. Tuttavia oltre certe notizie per così dire da tabloid britannico e fake news, ci sono anche dei fatti politici che meritano un’analisi più approfondita.

Tra questi le elezioni di Midterm, ossia le elezioni di metà mandato che hanno visto i Democratici riprendersi la Camera e i Repubblicani confermarsi al Senato. Entrambi i partiti si sono dichiarati vincitori delle elezioni, e per certi aspetti così potrebbe sembrare; ma se dal generale ci si sposta al particolare, se dai numeri presi in sé ci si sposta su chi realmente di quei numeri fa parte, si potrebbe dire che sono i democratici a fare un passo avanti, a ottenere qualcosa di significativo da queste elezioni.

Titola il New York Times “Rainbow Wave” ossia un’ondata arcobaleno che come mai prima d’ora ha visto eletti in numero record candidati LGBT. Per citare i più significativi: in Colorado Jared Polis ha avuto la meglio sul rivale repubblicano diventando il primo governatore dichiaratamente gay di uno Stato degli Stati Uniti d’America. Nel Kansas Brandon Woodard e Susan Ruiz, entrambi gay sono stati eletti rappresentanti dello Stato e Sharice Davis è diventata la prima congressista lesbica e una delle prime due donne native elette al Congresso. Per capire la valenza di questi risultati bisogna aprire una parentesi sul luogo dove è avvenuto tutto questo: il Kansas.

Situato nella regione delle grandi pianure dell’America centrale, il Kansas è stabilmente dalla metà del XX secolo uno Stato conservatore. Nel 2005 venne approvato un emendamento per vietare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nel 2015 il governatore dello Stato Sam Brownback annullò un’ordinanza che proteggeva i lavoratori LGBT dalla discriminazione, e per arrivare ai giorni d’oggi, come racconta il Washington Post, dopo le elezioni di novembre vi erano persone che protestavano per i risultati con cartelli con su scritto frasi del tipo “God still hates fogs” tradotto “Dio odia i froci”. Fa quindi più effetto constatare come nel cuore dell’America sia in atto una rivoluzione che appena dopo l’elezione di Trump era difficile preannunciare.

Cito alcuni commenti dei protagonisti che rendono al meglio quella che è la situazione attuale.

David Hammet un attivista per i diritti LGBT di Topeka, capitale del Kansas, e co-fondatore di Equality house ha così sentenziato: «Avere figure come Sharice Davis salva letteralmente delle vite». La stessa Davis nel corso del suo discorso post vittoria ha detto: «Abbiamo l’opportunità di reimpostare le aspettative su ciò che la gente pensa quando pensa al Kansas». E ancora Hammet: «Questa vittoria è significativa non solo per il Kansas ma per tutte le persone LGBT del Midwest».

Quelle che quindi dovevano rivelarsi come delle elezioni basate semplicemente sulla rivalità Democratici – Repubblicani, si sono invece rivelate elezioni basate anche sui diritti e sulle persone, come forse incautamente aveva fatto lo stesso Trump personalizzandole troppo (errore visto anche in Italia). Solo due anni dopo le elezioni presidenziali che ci avevano consegnato un’America che sembrava tornata di colpo indietro di decenni, ora ne viene fuori un’immagine diversa e con questa rinnovata spinta al cambiamento, stavolta nel senso opposto, chissà che tra due anni non ci saranno nuovamente sorprese al 1600 di Pennsylvania Avenue. Un’ondata che si spera possa arrivare anche in Europa, dove nonostante le vicende d’oltreoceano le destre non sembrano perdere il consenso raggiunto in questi anni (vedi di nuovo l’Italia).

Francesco Castracane

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