L’amore ai tempi del derby di Roma

Giulia e Simone sono due ragazzi di Roma e sono stati insieme per 5 anni. Si erano conosciuti all’università, frequentando entrambi la facoltà di lettere alla Sapienza. Giulia stava ripassando in vista di un esame importante, quando lui la notò per la prima volta. Era bellissima. In quel momento, Simone decise che avrebbe fatto di tutto per conquistarla. E così, dopo qualche mese di tentativi andati a vuoto, riuscì nel suo intento. Fu il periodo più bello della sua vita. Le giornate passate con lei sembravano più calde e più soleggiate. Non poteva credere a quanto era stato fortunato. Sembravano veramente fatti apposta per stare insieme. Entrambi amanti della musica rock, avevano una forte passione per la fotografia e per il ballo. A volte capitava che uno completasse la frase dell’altra o viceversa, e spesso si trovavano d’accordo sugli stessi argomenti. In realtà, però, Simone nascondeva un terribile segreto, di quelli destinati purtroppo a cambiare ogni cosa una volta rivelati. Sì perché, per conquistare Giulia, le aveva mentito, anche se solo su un piccolissimo particolare. Infatti, quel giorno che l’aveva vista per la prima volta, Simone aveva notato che portava al polso un braccialetto con la scritta “AS Roma”. Un dettaglio apparentemente insignificante, se non fosse stato per il fatto che lui era da sempre un accanito tifoso biancoceleste. Allora, decise che la strategia migliore per riuscire a convincerla a stare con lui era quella di fingersi un romanista sfegatato, proprio come lei. Ed in effetti questo si rivelò un aspetto molto significativo per Giulia. Infatti, nella sua vita, era sempre stata con ragazzi che amavano la Roma almeno quanto lei. Era una sorta di prerequisito imprescindibile, perché non sopportava chi non condivideva pienamente quella sua passione per i colori giallorossi. Figuriamoci se avrebbe potuto sopportare di essere fidanzata con un laziale… Per questo, Simone aveva deciso di non rivelarle nulla sul proprio vero amore calcistico, pur avendo avuto più volte la tentazione di farlo. Aveva troppa paura di rovinare una cosa così bella ed importante per lui.

In realtà, la cosa non gli costava nemmeno troppa fatica di solito. Questo perché Giulia amava andare allo stadio a vedere la Roma con le sue amiche, e perciò non gli aveva mai chiesto di accompagnarla. Quindi, a Simone bastava non postare nulla di biancoceleste sui social, non indossare mai la maglia con la faccia di Di Canio che gli aveva regalato suo padre per il suo diciottesimo compleanno e fingere di essere felice per le vittorie della Roma davanti a lei, anche se in fondo soffriva ogni volta che i giallorossi ottenevano i tre punti. Gli unici periodi dell’anno in cui faceva veramente fatica a nascondere la sua vera natura erano le due settimane dei derby. Chi non è di Roma non può capirlo, ma la città si trasforma veramente quando c’è in palio la stracittadina. L’aria è più pesante, il tempo sembra scorrere più lentamente e le persone si guardano intorno per strada per cercare di riconoscere i propri simili, con cui condividere anche solo per un secondo la propria ansia o la propria eccitazione. Sì, perché vincere il derby a Roma vuol dire guadagnarsi il diritto di sfottere i rivali cittadini per i mesi successivi, senza nessuna possibilità di replica. In quei giorni, non riusciva minimamente a capire come facesse Giulia a non intuire che lui le stava nascondendo qualcosa. Infatti, gli capitava spesso di essere particolarmente nervoso e, ogni volta che si parlava di calcio, cercava di cambiare argomento. Sembrava che la sua natura biancoceleste volesse uscire fuori a tutti i costi, rendendogli veramente duro il compito di mantenerla segreta. Quanto avrebbe voluto andare in giro per Roma a gridare “Forza Lazio”… Ma, per amore di Giulia, resisteva e pregava che il tempo passasse in fretta, così da superare indenne un altro derby.

In questo modo, Simone ha dovuto sopportare in silenzio gli ultimi cinque anni di derby capitolino. È stato costretto a nascondere la disperazione per il gol di Mapou, è riuscito a stento a trattenere la gioia per la vittoria in semifinale di Coppa Italia, ha dovuto ricambiare fintamente gli abbracci ed i sorrisi per la doppietta di Totti, quella dell’esultanza col selfie sotto la Sud. Uno sforzo sovraumano, che ogni volta sembrava costargli qualcosa di più, ma che lui comunque faceva con tenacia e determinazione, pensando a Giulia e a quanto la amava. Però, si sa, le bugie hanno le gambe corte. E, nonostante la bravura di Simone, anche questa farsa doveva finire prima o poi. In questo caso, l’occasione propizia è stata rappresentata dalla sconfitta per 7-1 della Roma a Firenze in Coppa Italia, lo scorso 30 gennaio. Infatti, quella settimana le amiche di Giulia erano partite per una settimana bianca, mentre lei era rimasta a casa per preparare un esame universitario. Così, gli aveva chiesto di farle compagnia durante la partita. Simone non aveva potuto dirle di no. Tra l’altro, era sinceramente abbastanza tranquillo, perché era quasi rassegnato ad una vittoria dei giallorossi quella sera. Invece, fin dal primo minuto di gioco capì che si era profondamente sbagliato. Non solo la Roma andò subito in svantaggio, ma non sembrava proprio scesa in campo. Per tutto il match, Simone riuscì a stento a trattenere la propria ilarità per quel che stava vedendo in campo, cercando di consolare Giulia ad ogni gol preso. Ma, quando Simeone segnò la settima rete, gli scappò inevitabilmente una risata isterica, che durò addirittura per parecchi secondi. Sembrava che tutto l’antiromanismo tenuto nascosto per anni stesse uscendo fuori proprio in quel momento. Giulia era letteralmente sconvolta. Non poteva credere che lui le avesse mentito per così tanto tempo e in modo così spudorato. Simone cercò di spiegarle che non voleva ferirla e che lo aveva fatto solo per lei, perché la amava. Ma non ci fu davvero modo di convincerla a perdonarlo. La loro storia d’amore era finita.

I primi tempi senza Giulia sono stati molto difficili per Simone. Non ha voluto vedere nessuno per giorni e si è ritrovato spesso a piangere da solo in camera pensando a lei. Poi, però, la ferita ha cominciato piano piano a rimarginarsi. Soprattutto, lo ha aiutato la consapevolezza che non avrebbe più dovuto nascondere la propria vera identità calcistica. Finalmente, poteva tifare per la Lazio come e quanto voleva, senza preoccuparsi che qualcuno rischiasse di vederlo o sentirlo. Dopo anni passati a mentire, ora si sentiva veramente libero. La sua gioia è stata evidente in particolar modo nell’ultima settimana, quella che ha preceduto il derby della Capitale. È stato bellissimo per lui poter girare per strada sorridendo e rispondendo calorosamente ad ogni battuta antiromanista che gli altri tifosi biancocelesti gli rivolgevano simpaticamente. E così Simone, per celebrare la cosa, ha deciso di tornare allo stadio dopo ben 6 anni dall’ultima volta. È arrivato allo stadio Olimpico alle 19:15, è entrato in curva Nord dopo la solita fila e si è messo a sedere al proprio posto, in attesa di rivivere quelle emozioni ormai quasi dimenticate. Ha cantato l’inno con la sciarpa alzata, ha esultato come un ossesso ai gol di Caicedo, Immobile e Cataldi, ha festeggiato con gli altri biancocelesti la vittoria a fine partita. Sembrava di nuovo felice. Poi, però, quando la gioia per l’incredibile successo è finita, è tornato a casa da solo, si è messo al letto subito e ha guardato il soffitto sveglio per tutta la notte, pensando solo a quanto, piuttosto, avrebbe voluto in quel momento stare accanto a Giulia a consolarla per quella assurda sconfitta, casomai cantando un po’ insieme a lei “Grazie Roma” come una volta…

Leonardo Gilenardi

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